Acr Messina-Fc Messina, guida galattica per autostoppisti
Pubblicato il 19 Marzo 2021 in Primo Piano, Tattica
Antivigilia. Tipo il 23 dicembre. Quella di domenica, però, non è una festa coi parenti ma lo scontro al vertice tra le due squadre messinesi. Acr Messina capolista solida, Football Club Messina che insegue da tutta la stagione e che si gioca la prima chance di sorpasso. Proviamo a immaginare che partita sarà.
SCHIERAMENTI – Abbiamo raccontato il momento, provato ad analizzare le visioni tattiche di Novelli e Costantino, ora cercheremo di entrare nei dettagli di quello che potrà accadere domenica. Come sempre, in questi casi, si dovrebbe partire dalle formazioni (domani nel classico pre gara non ci sottrarremo dall’ipotizzarle), difficile farlo con due giorni di anticipo e, allora, ci concentreremo sugli schieramenti. Messina col suo 4-3-3 classico – e per Novelli l’unico dubbio resta Cristiani o Vacca -, che cambia poco in base agli interpreti ed è sistema rodato e assorbito dai suoi ragazzi. Costantino avrà notti più insonni: la scelta del 2002 cambia tutto, infatti, dato che le alternative giocano in ruoli opposti. Se dovesse esserci Aita, allora, il 4-3-1-2 sarà il modulo scelto. Con Casella in difesa e Bianco (l’altro 2002) in attacco il Football Club sarà più vicino a una gara a specchio. Noi – che vogliamo rischiare – pensiamo ad Aita e al rombo, e così immagineremo questa gara. Due soluzioni tattiche diverse, due visioni di approccio alla partita che potrebbe trovare punti di incontro e sarà la classifica a influenzare.
IL PALLINO DEL GIOCO – Se dovessimo fidarci dello storico – e visti i protagonisti sarebbe giusto farlo – entrambi gli allenatori prepareranno la sfida per imporre il proprio gioco. Primo punto di contatto tra Novelli e Costantino: allenatori che non speculano, che vogliono vedere la propria squadra fare la partita e avere il predominio del possesso. A calcio si gioca con un solo pallone, però, e allora qualche modifica andrà fatta. Dicevamo che la classifica influenzerà, perché – al netto che il campionato non finisce domenica – il primo obiettivo delle due squadre resta quello di non perdere. Tutto è rimediabile, le partite sono tante, al Football Club ne manca una e blablabla col resto di tutte le premesse del caso. La realtà, però, dice che perdere andrebbe evitato sia dalle parti di Novelli che da quelle di Costantino. Se il dio del calcio volesse bene agli spettatori di questa gara, allora, vedremmo una gara box-to-box senza sosta e a ritmi intensi. Insomma, una specie di “se non posso farla io la partita, non la farai neanche tu, quindi facciamola insieme”. Difficile, e allora sarà il Messina di Novelli a prendere il pallino del gioco a inizio gara. Il tecnico salernitano non è di quelli che prepara gabbie – pur restando il numero 1 per preparazione sui punti di forza avversari -, quindi nessuna marcatura speciale su Lodi con Foggia che, al massimo, porterà un buon pressing quando si troverà sugli stessi passi del 21 Fc. Il pallone passerà da Aliperta in prima battuta, ma il Football Club gioca col trequartista e, allora, il numero 8 non avrà tutto questo spazio per una occupazione naturale della stessa zona. Rischiamo ancora: sarà Alessandro Arena il trequarti di Costantino, uno che potrebbe dare noia ad Aliperta in fase di costruzione ma che dovrà essere guardato con attenzione dallo stesso ex Turris quando sarà il Football Club ad attaccare. Giro largo per dire che se Aliperta avrà difficoltà toccherà a Sabatino, col suo sinistro educatissimo, a dettare i ritmi del gioco. Costantino piazza le due punte e anche per Sabatino non sarà semplicissimo. Questa, però, resta Serie D e difficilmente si potrà vedere un pressing fisico lungo 90′. Non potrà farlo il Football Club che, poi, dovrà pensare alle contromisure per un altro pericolo in arrivo: l’ampiezza.
LARGHI – Abbiamo dato, almeno per la fase iniziale della gara, il pallino del gioco al Messina di Novelli e per questo continuiamo a immaginare la fase di possesso, ma l’azione si ribalterà presto. Parola magica: l’ampiezza. Il terreno del San Filippo è il più largo della categoria – nonostante il tentativo di stringerlo ogni volta -, caratteristica che il Messina potrebbe sfruttare. Fc col rombo, modulo che per sua natura si concentra sulla densità centrale e lascia gli esterni bassi scoperti da una prima protezione. Arena e Carbonaro potrebbero oscillare, ma – come detto prima – se penseranno più a Sabatino e Aliperta non potranno sdoppiarsi. Entriamo nei dettagli: Addessi e Arcidiacono (o chi per essi, cambia poco con Novelli) che partono larghi, quasi sulla riga per tenere aperti Ricossa e Aita. Il gioco delle sovrapposizioni è un must di Novelli, allora Cascione e Giofrè dovranno metterci tutto l’impegno del mondo. Chi va in aiuto per il Football Club? Le mezzali. Altra parentesi: Lodi c’è, Agnelli pure, il terzo? Uno tra Palma e Giuffrida, il capitano è carico ma l’ex Turris garantisce una fisicità sennò assente. Indipendentemente da chi ci sarà, però, toccherà agli intermedi il primo aiuto in caso di sovrapposizione esterna. Il terzino segue lo scarico e la mezzala si prende il taglio, il viceversa è più rischioso per le distanze. L’attenzione, però, dovrà essere massima perché mandare un interno in chiusura significa liberare dalla marcatura la mezzala avversaria, e la squadra di Novelli ama buttarle nello spazio. Gioco di pedine e occhio a sottovalutare la difesa passiva: il Messina i migliori saltatori li sfrutta sulle palle inattive – e lo farà data la zona proposta da Costantino -, in azione dinamica, invece, Foggia non ha nel colpo di testa il suo colpo migliore (ma sa segnare) e il solo Vacca ha la fisicità per essere pericolo costante. Il Football Club, allora, potrebbe decidere di non seguire sovrapposizioni e difendere su cross e scarico sfruttando la maggiore prestanza fisica. Ah… Fissore in vantaggio su Da Silva anche per questo. Lui – ma anche il portoghese – con Marchetti per formare un muro fatto di forza, personalità e grande esperienza. Così, il cross diventa tema di scontro aereo, ma se il Messina dovesse scegliere lo scarico per un tiro a piede invertito di uno degli esterni alti troverebbe il blocco centrale del Fc.
PALLA A LODI – Attacca solo il Messina? Penserete voi. La risposta è no. Avevamo dato il pallino del gioco ad Aliperta e provato a immaginare una prima arma offensiva. Un’altra in mente l’abbiamo: taglio interno di Cretella e imbucata per Foggia, la vedremo e rivedremo. C’è tutto del bagaglio di Novelli, senza dimenticare il palleggio che dovrà essere veloce e a un tocco per saltare la marcatura. Si attacca e si difende, però, perché l’arrivo di Lodi ha cambiato la mentalità del Football Club. La sua regia deve trovare sfogo nel calcio offensivo, sarebbe inutile schierarlo per stare sempre sotto la linea della palla. Quando il pallino del gioco passerà al Football Club – e succederà -, allora, vedremo le armi a sua disposizione. Cambia lo stile e si passa a un gioco più verticale e con gli esterni meno coinvolti. Ma ci saranno: Carbonaro – per citarne uno – cercherà di ricevere largo a sinistra. E non sarà casuale: lui o Arena cercheranno – di tanto in tanto – l’ampiezza per spostare palla e far attaccare ai compagni il lato debole. Ecco la prima arma, la seconda resta il gioco lungo in verticale. Lodi ispirerà, ma Agnelli dovrà supplire in caso di pressing e velocizzare il possesso. Loro due sono i migliori accorciatori di campo della squadra di Costantino: nessuna paura di ricevere basso, primo pressing saltato e con due falcate sono nella metà campo avversaria. Nel Milan – per fare un esempio diverso – è il compito di Bennacer; nella Juve fatica a farlo Bentancur e i risultati di velocità in uscita palla sono evidenti tra rossoneri e bianconeri. Torniamo alla partita del 21 marzo: il Messina ama difendere alto, Caballero già all’andata ha messo in difficoltà Lomasto e Sabatino e cercarlo sul lungo sarà opzione naturale. Seconde palle: perché l’argentino di duelli aerei ne vincerà ed essere aggressivi sulla sponda del 27 sarà decisivo per entrambe. Non solo: spazi. Carbonaro ama tagliare da sinistra al centro, ha tecnica per saltare il primo uomo e sa come cercare i compagni. Il Messina dovrà stringere i laterali e capire quando abbassare gli intermedi provando, così, a far diventare soffocante la densità centrale. In caso contrario gli uomini di Costantino hanno la tecnica e la corsa per dettare l’imbucata e mandare Palma – per fare un esempio – di fronte a Caruso.
PERSONALITÀ – La tecnica è presente in abbondanza in ambedue le squadre, chi riuscirà ad accenderla potrà giocarsi il jolly vincente. Per questo, allora, c’è bisogno di allargare la discussione a tutte le eventualità. La prima? Ciccio Lodi. Un calcio di punizione dei suoi potrebbe fare la differenza. Il Messina può rispondere: magari non con le stesse percentuali, ma tra Aliperta, Addessi e Bollino si potrebbe pescare la palla giusta. Sarebbe il classico episodio spacca partita, e potrebbe tornare utile se – come detto a inizio analisi – la gara non sarà giocata solo dal punto di vista tecnico e tattico. Le variabili di una partita possono essere molteplici: una punizione, un rigore, un’autorete, il nervosismo, la paura, un errore. Quest’ultimo è fondamentale: se le partite fossero perfette e senza errori finirebbero 0-0, dice un vecchio adagio. Fallace, però, nella sua stessa essenza: perché se per essere perfetta non devono esserci errori, lo 0-0 racconta – come minimo – degli errori degli attaccanti. La partita perfetta – non la prestazione della singola squadra -, allora, non esiste. Della prestazione perfetta, invece, avrà bisogno il Football Club Messina: la squadra ora di Costantino è sempre rimasta nelle posizioni alte della classifica, ma tra pause forzate e gioco poco brillante non è mai riuscita a strappare consenso unanime. Errato, perché i numeri della graduatoria contano più delle percezioni. Manca, comunque, la grande prestazione. Quella che il Messina ha mostrato nelle due gare con l’Acireale – solo scontri diretti per gli esempi, sia chiaro -. Ecco, quindi, un’altra pagina della sfida: la personalità. Non quella verbale, fisica o puramente agonistica – temi che tratteremo nell’ultimo blocco -, ma quella calcistica. La lettura della partita dovrà arrivare dalle panchine ma anche dal campo. Tempo di leader, quindi, ma il Football Club non è squadra avvezza a scaricare su un singolo la responsabilità. Lodi ha le spalle larghe, ma la vera forza di questa rosa è sempre stata la grande unità di gruppo. Occorrerà, allora, una gara di personalità che coinvolga tutti. Dove tutti si mostrino all’altezza del match, non facilissimo. E per il Messina? Discorso in fotocopia, ma la squadra di Novelli ha già mostrato questa compattezza nelle sfide decisive, quelle in cui rialzare la testa dopo passaggi a vuoto. A poterla tradire, quindi, potrebbe essere un altro aspetto fondamentale: l’emotività.
LA TESTA – Che la pressione sia tutta dalla parte del Messina di Novelli è palese: mantenimento del primato, vendicare le due precedenti sconfitte, regalare un sorriso alla tifoseria. La pressione conta in una partita del genere, come conta la rivalità che esiste in maniera naturale tra calciatori di questo livello. Rivalità da gestire che riguarda anche il Football Club. Chiaro, però, che la squadra di Costantino senta meno la pressione dell’ambiente e potrà giocarsi il “jolly Roccella” per tornare in scia in caso di sconfitta. La rivalità, quindi, dovrà essere stimolo ma senza eccedere. Due squadre esperte, con calciatori che conoscono il limite tra l’agonismo e il dare vita a una corrida. Che gli animi siano caldi lo sanno anche i muri, come che la sfida pesi tantissimo nei due spogliatoi. Chi saprà gestire questo aspetto avrà fatto un passo in avanti. Emotività che torna argomento solido anche in un’altra circostanza: andare sotto. Se una delle due squadre andrà in vantaggio (chiaramente in un momento della gara in cui si può ancora reagire), infatti, l’altra dovrà essere capace di mantenere lucidità per cercare il pari. Da questo punto di vista rischia più il Messina, proprio per la questione della pressione. Non andrebbe molto meglio al Football Club: magari la botta sarebbe meno forte ma, storicamente, Giuffrida e compagni non sono squadra da reazione o ribaltoni. Il sangue farà la differenza, chi lo manterrà freddo avrà compiuto metà dell’opera. Servirà in abbondanza, soprattutto, per non sbracare e finire sotto in maniera umiliante. Quindi? Come finisce questa partita? Per i pronostici ci sono i veggenti. Con questo lungo articolo abbiamo provato – anche rischiando di sbagliare e di grosso – ad andare oltre il semplice risultato, cercando di immaginare cosa potrebbe accadere e, soprattutto, come.
*fonte foto: Football Club Messina – ph. Familiari