Finalmente parla il campo. Dopo mesi di obiettivi sbandierati, prestazioni insufficienti, classifiche anonime e chiacchiere inutili tocca al pallone rotolare e dire chi, tra Acr Messina e Football Club Messina, possa puntare a una rincorsa alla zona playoff.
QUESTIONE AMBIENTALE – Derby o stracittadina? Una partita come le altre e nulla più. A dirlo è il disinteresse reale di una città che – nella sua parte sana – guarda con disamore e distacco la presenza di due inadeguate formazioni di Serie D. Il fattore ambientale pende tutto dalla parte dell’Acr Messina: il tifo – come logico che sia – non ha tradito i propri colori, lasciando al Football Club qualche appassionato stanco della gestione Sciotto. Poco, pochissimo per parlare di una rivalità in termini reali e non di una triste domenica tra innamorati del calcio che meriterebbero pomeriggi di altre categorie.
CASA MESSINA – Settimana animata dall’addio del prof. Saffioti quella di un Acr che chiude – in maniera definitiva – la parentesi Obbedio. Mister Rando risponde in punta di fioretto all’ex preparatore atletico, buona via per chiudere una questione di lana caprina. Le ultime prestazioni dei giallorossi tendono verso una squadra poco “randiana” e più equilibrata. A Licata prova di maturità difensiva contro un avversario complicato, in avanti la fatica di sviluppo è evidente con i calci piazzati diventati arma fondamentale. Mister Rando deve ingoiare il rospo di una squadra lontana dal suo ideale, lo fa cercando punti pesanti di giornata in giornata senza tralasciare la crescita dei ragazzi buoni per interpretare la sua idea di calcio. Le scelte del tecnico, nelle ultime settimane, sono state nette e dettate da condizione, infortuni e prestazioni. Sampietro e Coralli vanno verso un addio silenzioso, il campo – comunque – li aveva già bocciati senza troppi rimpianti. L’assenza di Bruno preoccupa per la capacità dell’ex Cavese di interpretare più ruoli e, soprattutto, di saper dare la giusta carica di adrenalina. Rando ragiona sulle alternative e sugli incastri under da rispettare. Difficile pensare che questo Messina possa trasformarsi, magicamente, in una squadra spumeggiante. Sarà il Messina visto nelle settimane della lenta guarigione: corto, compatto, fisico sulle palle ferme e appeso alla giornata di Crucitti.
CASA FOOTBALL CLUB – Ultima chiamata per Massimo Costantino. Il tecnico calabrese si gioca la panchina nella gara contro il Messina, una settimana in più rispetto ai voleri presidenziali che avrebbero voluto un cambio nell’immediato post Acireale. Se dal punto di vista ambientale la rosa del Football Club sente una pressione minore, ecco che il peso arriva dal divenire ago della bilancia per il futuro del tecnico. Non una banalità dato il rapporto intrecciato di Costantino con gran parte del suo gruppo. Il calcio, si sa, è spietato e il -16 dal Palermo non può sempre essere archiviato come episodico o sfortunato. La squalifica di Correnti complica i piani di Costantino; assenza che si aggiunge a quella di Melillo e alla condizione al limite del sopportabile di Aladje Gomes. Torna Alessandro Marchetti ma la regola under lo limiterà, con Pini che scalpita più per merito della carta d’identità che recita 2001 che per scelte tecniche. L’innesto di Coria ha modificato l’assetto tattico, l’infortunio di Melillo rimesso tutto in discussione e adesso Costantino deve sperare nello stato di forma di Dambros per donare a Carbonaro un partner credibile dopo le pessime prove di Aladje Gomes.
LA PARTITA – La testa farà la differenza: dal punto di vista tecnico-tattico l’importante sarà non snaturarsi. L’esperienza consiglia mister Rando che non applica fondamenti irricevibili per il suo gruppo; dall’altra parte Costantino è consapevole di aver visto uno dei suoi più brutti Football Club nel giorno della sfida al Palermo. Messina che farà una gara accorta, intelligente e sulla distanza, come fatto nelle ultime uscite. Football Club squadra a trazione anteriore e dagli svaghi difensivi continui: per Costantino sarà forse utile puntare a una sfida a viso aperto da giocarsi a chi segna di più; teoria che potrebbe andare a cozzare con le contromosse di un Rando conscio dei limiti offensivi dei suoi. Una partita che rischia – in maniera grossa – di restare bloccata su tatticismi con i due tecnici pronti a marcarsi a uomo. Lo spettacolo ne potrebbe risentire, anche se la realtà dice che l’Acr Messina ne ha sempre regalato poco contro quello a sprazzi del Football Club.
I VENTIDUE – Nell’Acr Messina fuori dai convocati Bruno e Coralli, fermato da un forte attacco influenzale, torna Sampietro che però non è al massimo oltre ad aver convinto pochissimo. Rando non occuperà le poche caselle over con un calciatore fuori ritmo, in mediana più facile rivedere Cristiani con Ott Vale e Saverino. Il rientro dell’ex Siena condiziona le scelte: fuori l’under Buono c’è da trovare il quarto giovane con De Meio e Strumbo a giocarsi una maglia, col primo strafavorito. Più difficile, infatti, vedere Strumbo a sinistra – preferito a Fragapane – con Forte titolare a destra. In avanti zero dubbi. Nel Football Club Messina l’assenza pesante è quella di Correnti squalificato: l’obbligo del 2001 promuove Pini titolare a centrocampo con Giuffrida e Bevis. In difesa Quitadamo spera ancora di convincere il tecnico, anche se Marchetti e Fissore sembrano andare verso la conferma. Ultimo dubbio in attacco: acciaccato e insufficiente Gomes, al suo posto Dambros offre peso e duttilità, Carrozza potrebbe essere arma spumeggiante da avvicinare a Coria con Carbonaro più libero di svariare. L’ex Trapani, tra l’altro, potrebbe pagare la lunga assenza dai campi per infortunio. Calcio di inizio alle 15, si gioca una di quelle sfide che dovrebbero emozionare ma che ha, invece, partorito apatia generalizzata e amara conflittualità episodica.
ACR MESSINA (4-3-3) Avella; De Meio, Giordano, Ungaro, Fragapane; Saverino, Ott Vale, Cristiani; Crucitti, Esposito, Orlando. All. Rando
FC MESSINA (4-3-1-2) Oliva; Casella, Marchetti, Fissore, Brunetti; Bevis, Giuffrida, Pini; Coria; Carbonaro, Dambros. All. Costantino