Akragas-Messina, l’odore della salvezza

Pubblicato il 23 Aprile 2016 in Tattica

Vicina, anzi vicinissima, tanto che per tutta Agrigento se ne può sentire l’odore. La salvezza della squadra di Pino Rigoli non è in discussione ma non ancora aritmetica, festeggiarla in casa e contro una conterranea senza grosse motivazioni coronerebbe una rincorsa iniziata dopo il giusto, e forse tardivo, esonero di Nicola Legrottaglie e l’arrivo (meglio, il ritorno) di Pino Rigoli alla guida del “Gigante”. Il suo calcio è stato una sorpresa, perché il “maestro”, come lo chiamano da quelle parti, non aveva nessuna esperienza di Lega Pro ma con serenità ed idee si è ritagliato un nomination come allenatore dell’anno. Niente alchimie o tattiche sperimentali, un 4-3-3 pulito e lineare che sfrutta al massimo le qualità degli uomini a disposizione senza chiedere l’impossibile a nessuno. Squadra corta e in aiuto continuo, un centrocampo di gran gamba ed un attacco dove regna la fantasia di Madonia. Il Messina alla sfida ci arriva dopo l’orgogliosa prova del San Filippo contro il Lecce. Una dimostrazione di professionalità e attaccamento, dando continuità alla prima ora di Castellammare. Ripartire da quelle prestazioni, consapevoli che i tre punti saranno azzannati dalla squadra che paleserà voglia e intelligenza. Conosciamo meglio alcuni passaggi del calcio secondo Rigoli, tra difesa di gruppo e triangolo offensivo.

REPARTI IN AIUTO – Iniziamo dalla fase di non possesso e lo facciamo da una sfida che ha visto l’Akragas passare tanti minuti a difendersi. Siamo a Foggia, posticipo dello scorso turno che ha visto i pugliesi piegare la squadra di Rigoli solo nel finale e grazie ad un gran gol di Riverola. Prima tutta una parte di possesso palla foggiano e ripartenze agrigentine, con una fase difensiva basata sul lavoro dei reparti in aiuto. Nel nostro frame prendiamo in analisi l’azione che porta alla punizione che Sainz-Maza trasformerà per il vantaggio degli uomini di De Zerbi, ma quello che vogliamo sottolineare è il movimento dell’Akragas. In azzurro potete notare come la disposizione difensiva nella zona della palla sia corretta. Superiorità numerica linee di passaggio lette, il fallo arriverà anche grazie alla bravura avversaria. Occhio in basso, nel cerchio arancione c’è Salandria, ecco l’aiuto: assente Di Grazia nelle scelte iniziali di Rigoli. Al suo posto l’ex Reggina che in stagione ha praticamente giocato ovunque. Terzino destro, esterno alto e intermedio di centrocampo (che sarebbe il suo ruolo). Lo vediamo applicato e attento nel seguire l’affondo dell’esterno sinistro Di Chiara.

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IL TRIO DELLE MERAVIGLIE – La cosa principale che Nicola Legrottaglie non aveva colto nella sua avventura sulla panchina agrigentina era che la semplicità paga sempre. Il suo regno è stato tempestato di modifiche e cambi tattici, ma sopratutto di panchine per Giuseppe Madonia. L’arrivo di Rigoli coincide con un bel colpo di mercato come Di Grazia, ma soprattuto con l’arrivo ad Agrigento di un’idea di calcio lineare. In primis il modulo: 4-3-3 senza troppi fronzoli. Di Piazza fa il centravanti mobile ma con buona fisicità, Di Grazia corre e rincorre mentre Madonia compone calcio. Passiamo alla nostra immagine, siamo nel derby tra Akragas e Catania. Padroni di casa sul 2-0 ed ecco il tris firmato Di Piazza. Lancio lungo che trova Di Grazia che scavalca Liverani, palo ma sulla respinta c’è solo il compagno col numero 9. Passo indietro e fermiamo tutto: in giallo il triangolo offensivo che ci fa capire subito come il tridente non lavori mai in linea orizzontale. Madonia è il vertice basso ed i compagni attaccano la profondità. I meno attenti potrebbero pensare: “Madonia non partecipa all’azione”, sbagliato. Perché il movimento di Madonia (freccia rossa) è decisivo. Nel cerchio rosso, oltre a Madonia, potete notare uno dei due centrali del Catania uscito alto per tamponare il taglio dell’avversario. Movimento che lascia l’autostrada libera al taglio di Di Grazia. 3-0 che diverrà 3-2 ma il dominio tattico della squadra di Rigoli è evidente.

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CASA MESSINA – Rimane fuori dai convocati Luca Martinelli, l’infiammazione al ginocchio lo tiene lontano dal campo e forse chiude anticipatamente la sua stagione. Tornano Baccolo, Giorgione e Barisic ma una maglia da titolare pare certa solo per il primo. Molto dipenderà dalla difesa, se in mezzo tornerà De Vito in coppia con Burzigotti allora Zanini verrà schierato da terzino e Giorgione tornerà titolare. In caso di una nuova chance per Fusca cambierebbero le mosse: De Vito confermato a sinistra con Zanini a metà campo e Giorgione fuori. Tanti dubbi ma una certezza. In attacco il trio è deciso, con Tavares e Gustavo torna titolare Cocuzza.

AKME

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