Con la testa, quella di Trasciani in occasione del gol e quella di Raciti nel disegnare una squadra equilibrata e vivace. Con i piedi, quelli di Fofana e Gonçalves che disegnano la rete della vittoria e quelli di un gruppo capace di giocare, proporre e fare calcio. Il Messina sbanca Bari, ciao ciao.
MOSSE E PRESTAZIONI – Capolavoro tattico quello di mister Raciti (voto 7,5) al San Nicola: la sua squadra è perfettamente posizionata, organizzata nel dettaglio e conscia delle occasioni che arriveranno. Il Bari è capolista annoiata, che gioca una gara lenta e macchinosa. Ci sono partite che capisci dal calcio di inizio, che ti suggeriscono come andrà a finire. Quella della squadra di Mignani sembrava destinata al buco nell’acqua, quella del Messina a qualcosa di positivo. Si parte dall’abito scelto per il gran gala: 4-3-3. Basta difesa a 5 con allegato atteggiamento di terrore puro, dentro una squadra con ognuno al proprio posto e nessuno sbilanciamento in avanti o dietro. Trasciani si adatta a destra, perché davanti a lui c’è un Russo che necessita copertura. Dall’altra parte altra mossa acuta: Fazzi terzino e Gonçalves più alto, perché il difficile è sempre difendere e la cattiveria dell’ex Samb è fondamentale. In mezzo al campo Rizzo gioca una partita in cui non sembra sudare, perché a correre deve essere il pallone. Il ragazzo di Messina gioca di posizione, non la perde mai e scherma con esperienza. Queste le mosse sulla scacchiera, poi ci sono le prestazioni. Quella dominante di Fofana che esce alla distanza, in una gara in cui deve prendere le misure al rombo di Mignani che cerca sempre superiorità. Il numero 6 cuce, ruba, recupera e non ha mai timore nel rilanciare. L’ultimo assist della gara è suo, lucidamente perfetto. L’ultima parola, invece, è di Tiago Gonçalves: freddo, glaciale e ancora pesantissimo protagonista in zona gol. Il finale di gara esalta tutta la prestazione, cancellando la sbavatura di Carillo in occasione del gol di Terranova o il non aver accompagnato con continuità Adorante in zona offensiva. Sul numero 9 il commento è sempre lo stesso: stai andando bene Andrea.
TESTA LEGGERA – La sterilità mostrata dal Bari potrà anche essere parte di un male intrinseco della squadra di Mignani, un vezzoso difetto di chi è troppo abituato a vincere, ma che gran parte del merito sia del Messina è palese. Linee sempre strette, giocate da non forzare e nessuna paura di andare al duello. Una squadra tutta nuova questo Messina: pressing alto, ampiezza, densità interna e corsie che lavorano sulle catene. Manca, come detto, un pizzico di appoggio al lavoro di Adorante, ma il calcio si gioca in due e di fronte c’è un avversario che non facilita nel compito. Il percorso, però, è quello giusto e con altri rivali si vedranno i miglioramenti. Raciti – nella conferenza post gara – dice che il tempo per cambiare non era maturo in precedenza, giusto accettare la tesi perché la squadra la allena e vive lui, ma qualche remora rimane. Perché è vero che il mercato ha dato tanto, ma è giusto notare come 9/11 della formazione iniziale facciano parte della rosa estiva. Le prestazioni di Fofana, Gonçalves, Fazzi, Celic e anche quella di un miracoloso Lewandowski pesano come macigni nella vittoria. Tutti calciatori messi in discussione, tutti protagonisti di quel gruppo che sembrava essere stato tutto sbagliato. Difficile polarizzare così nettamente. Nel lavoro di Argurio, quindi, c’erano tanti errori e altrettanti spunti interessanti. Pitino è stato eccellente nel fare il resto, nel completare l’opera alzando il livello di esperienza e carattere. Il Messina, adesso, è una squadra. Nuovi arrivi e serenità come ingredienti decisivi: il rendimento è frutto di una trovata – e non ritrovata, sia chiaro – tranquillità emotiva. La testa muove le gambe, mai viceversa. A cucinare ci ha pensato un Raciti paziente. Ecco, la pazienza. Forse, la più grande qualità del tecnico giallorosso.
Lewandowski 7: miracoloso su Cheddira con una parata salva risultato. Incolpevole sul gol, palesa solo una piccola incertezza.
Trasciani 7: bravissimo e prontissimo nel farsi trovare al posto giusto in occasione della rete del pari. Pulito e attento in fase difensiva.
Celic 6,5: un giallo un po’ ingenuo, ma la sua partita è fatta di duelli fisici vinti e tante buone letture.
Carillo 6: perde Terranova in occasione del vantaggio pugliese, poi cresce e mette esperienza in tante situazioni spinose.
Fazzi 6,5: firma un delizioso assist e gioca una partita tutta carattere e cattiveria agonistica. Dalle sue parti, poi, il lavoro difensivo è tantissimo.
Fofana 7,5: in fase di recupero palla è dominante. Ruba l’impossibile, non perde un duello e, alla fine, firma anche l’assist vittoria.
Rizzo 6,5: equilibrio e razionalità. Gioca sempre a due tocchi, grande senso della posizione e nessun affanno.
Marginean 6: meno impegnato in fase offensiva, bravo a lottare in quella difensiva. La sua fisicità è sempre necessaria. (dal 20′ s.t. Konate 6: c’è da fare legna e lui si fa trovare pronto, l’azione della vittoria parte dai suoi piedi)
Russo 6: parte molto bene e con vivacità, un paio di spunti ma si spegne alla distanza. (dal 12′ s.t. Statella 6: un solo spunto offensivo, ma tanta sostanza in fase di non possesso. Applicato)
Adorante 6: solita lotta e solito lavoro sporco, calciatore sempre utile. (dal 12′ s.t. Piovaccari 6: entra per mettere peso ed esperienza, riesce a dare fastidio a Terranova e soci)
Gonçalves 7,5: per la seconda gara di fila firma una rete pesantissima, non può essere un caso. Accompagna sempre l’azione e difende con buona applicazione. Mezzo punto in più per la freddezza, perché al novantesimo le gambe non devono tremare. (dal 46′ s.t. Camilleri sv)
BARI Frattali 5,5; Pucino 5,5, Terranova 6,5, Gigliotti 5,5, Ricci 5,5; Maita 5,5, Maiello 6, Scavone 5 (dal 20′ s.t. Galano 5); D’Errico 5; Cheddira 5,5 (dal 33′ s.t. Simeri sv), Antenucci 5,5. All. Mignani 5
*foto copertina: SSC Bari – Facebook ufficiale
