Missione compiuta. La vittoria del Messina sul campo del Brindisi era obbligo imprescindibile per chiudere il discorso salvezza e pensare ad attaccare la zona playoff. Successo netto e impregnato di qualità tecnica. Come quella di un Marco Zunno sempre più decisivo e Modica passa all’incasso.
QUALITÀ, QUALITÀ, QUALITÀ – Un risultato diverso non era possibile. Non sarebbe stato accettabile, anche ammettendo la volontà dei pugliesi di strappare punti per sperare ancora di evitare la retrocessione diretta. Troppo importante sfruttare il mismatch di valori e l’occasione di accorciare sulla zona playoff. Certo, il Crotone che crolla in casa col Giugliano non ha aiutato, ma mercoledì al San Filippo il Messina ha la chance di andare a -1 proprio dai calabresi. Insomma, una classifica dai molteplici incastri che la squadra di Giacomo Modica (voto 7) si è meritata grazie alla propria capacità di invertire la rotta. Storia nota e iniziata a dicembre, il mese che ha salvato questo progetto tecnico e che ha confermato le intuizioni del tecnico e del direttore sportivo Roma. Gli 8 punti da Monterosi a Monopoli hanno detto che novembre era inciampo lungo, fisiologico e propedeutico. Sì, perché da quella sofferenza è rinato un Messina solido, cattivo e spinto dalla qualità. Anche al Fanuzzi i giallorossi vincono perché sono, semplicemente, più bravi. Coi piedi e con la testa. Il primo tempo, comunque, è fin troppo lento per scelta e per imposizione avversaria. Brindisi che pare aggressivo, così il Messina decide di non accelerare con insistenza, magari anche per una difesa mescolata col rientro di Salvo che toglie l’attacco della profondità e lo slittamento di Dumbravanu a sinistra. Modica vuole una linea più compatta e capace di vincere duelli difensivi, infatti il Messina nel primo tempo non rischia mai. Punge poco, però, perché il pallone esce troppo lento in prima costruzione e il quartetto offensivo – il migliore possibile con Zunno punta centrale – viene servito sempre sui piedi e da fermo. Ci vuole la giocata e non poteva non essere Marco Zunno a firmarla. Non perché sia l’uomo su cui caricare le responsabilità maggiori, ma perché il momento dice che tutto può riuscirgli. Affondo solitario seguendo una linea immaginaria che lo libera da qualsiasi possibile intervento avversario fino a poter calciare indisturbato. Zero a uno.
I RAGAZZI DI GIACOMO – Due tempi e due partite diverse. Perché nella ripresa il Brindisi parte con un atteggiamento da ultima spiaggia che favorisce il Messina che – dopo appena cinque minuti – può scappare in un contropiede solitario che porta al raddoppio firmato Ragusa. Tasto pausa. Parentesi aperta: finalmente arriva la rete per il capitano giallorosso, premio a un periodo di immensa crescita fisica che ha portato a una capacità tattica di essere ovunque e sempre utile. Grande fase di non possesso e maggiore qualità in quella offensiva. La rete mancava e bruciava perché gli errori erano stati troppi. Questo gol è facile facile, aiutato dalla giocata di Emmausso ma è il giusto riconoscimento a un professionista esemplare che detta linea della serietà di questo gruppo. Si riparte con l’analisi, con lo zero a due che pare chiudere tutto. Invece no, perché al Messina manca ancora quella maturità per essere squadra spietata. Il Brindisi accorcia subito grazie a una difesa che si muove male: dalla sinistra arriva un cross senza pressione dei laterali giallorossi, in mezzo Opoola prende il tempo a Polito e brucia Fumagalli che decide di uscire senza possibilità di arrivarci. Male, male, anche perché riapre una sfida sepolta. Il Messina sbanda per una decina di minuti e Gorzelewski sfiora pure il pari. La squadra di Modica si perde pure nel classico nervosismo di fondo, che porta pure al rosso evitabile che Piana si prende dalla panchina con un fare da bulletto nei confronti di Merletti. Sbagliatissimo e la sua squalifica peserà dato che l’alternativa – Di Bella – è un ragazzo non pronto in caso di necessità. Fuoco di paglia questo Brindisi, così il Messina torna a ripartire con intensità e creare pericoli. Uno lo spreca Emmausso, l’altro porta al tris di Zunno: bravo Rosafio, ottimo il numero 11 che controlla e piazza con freddezza. Doppietta e primi gol in trasferta. L’ex Piacenza è diventato un fattore decisivo nel girone di ritorno, frutto del grande lavoro che Modica ha impresso sulla testa di un ragazzo che mostrava qualità ma poca convinzione. Quella è arrivata grazie al martellamento di un allenatore che non ha mai mollato alcun calciatore, che ha creduto in questo gruppo anche quando sarebbe stato più facile rivoluzionarlo e che ha scovato qualità dove sembrava non esserci.
IL FUTURO – La vittoria di Brindisi cambia definitivamente le prospettive stagionali. Come detto, il Crotone che perde col Giugliano non aiuta il Messina ma complica anche i suoi piani visto lo scontro diretto in arrivo. Per un quadro veritiero occorrerà attendere le partite della domenica, col Cerignola che potrebbe mettere la freccia e il Catania che potrebbe avvicinarsi. Classifica compressa in zona centrale e dal settimo posto in poi sembra poter accadere di tutto. Calendario difficile quello del Messina, ma anche di quelli che ti mettono il destino nelle mani dato che sparsi sul cammino ci sono gli incroci con Crotone, Latina, Foggia, Potenza e Catania. Scontri diretti che il Messina si è meritato di giocare con l’idea di lottare per un posto per gli spareggi che valgono la Serie B. Probabilmente una meta eccessiva, ma premio a una stagione diversa rispetto a quelle pasticciate degli ultimi due anni. La prima piena zeppa di contrasti interni, la seconda totalmente improvvisata fino a dicembre. Tutto è cambiato grazie all’intuizione di Sciotto di affidarsi nuovamente a un gruppo di lavoro che tanto gli aveva dato 7 anni fa, poi alla caparbietà con cui Modica e Roma hanno creduto nel proprio lavoro. Se saranno playoff o un anonimo dodicesimo posto il giudizio non cambierà: il lavoro di Modica merita solo complimenti. E un rinnovo. Sì, nonostante si possa pensare che sia ancora presto per parlarne, non si può sfuggire dalla realtà che dice che questo staff tecnico abbia conquistato sul campo la possibilità di proseguire nel proprio lavoro. Sarebbe corretto anche per un Messina a caccia di continuità da anni. Un progetto sportivo che è diventato brillante e che può diventare la prima pietra verso un modo diverso di fare calcio. Mai, tra i professionisti, il Messina ha avuto così tanto tempo per programmare la stagione seguente. Certo, l’ambizione dice che occorrerà aspettare la fine per capire se non si dovrà parlare di categorie superiori, ma la lucidità invita a pensare che la stagione del Messina sarà da voti altissimi anche se – come detto – il piazzamento finale sarà a ridosso della zona playoff. Dopo anni di incertezze e cancellazioni di percorsi tecnici, infatti, il Messina ha la possibilità di strutturarsi con largo anticipo. Ovvio, le questioni tecniche vanno intrecciate con quelle umane e le parti in causa dovranno mettere sul piatto le proprie differenze di vedute per andare avanti. Differenze che sono presenti nella vita di ognuno di noi e quando ci si siede per un progetto resta normale dover trovare il punto di equilibrio. Chiaro, queste 29 giornate ci suggeriscono che probabilmente non dovremo subire mesi di maggio e giugno fatti di incertezza su proprietà e iscrizione. Anzi, la solidità oggi pare inattaccabile. Anche per questo, allora, è giusto mettersi in attesa – al netto dell’inibizione che lo ha colpito – di parole sul futuro da parte del presidente Sciotto. Quanto fatto fin qui è già un traguardo, non perché ci si possa accontentare di un dodicesimo posto ma perché questo “anno zero” ha tracciato una linea positiva da continuare a percorrere. Discorsi che arrivano, forse, presto ma che un giorno o l’altro – comunque vicino – andranno affrontati. Nessuno può conoscere il futuro, le scelte altrui e quali saranno i passi che si vorranno percorrere. Resta, però, la realtà di qualcosa fatto, finalmente, bene. E sarebbe un vero peccato stracciarlo e buttarlo via.
Fumagalli 5,5
Un paio di buoni interventi nei due tempi, poi sbaglia i tempi dell’uscita sulla rete di Opoola.
Salvo 5,5
Rientro non in linea con le prestazioni precedenti visto che pecca troppo in fase di possesso, meglio quando deve difendere e basta.
Polito 5,5
Troppi piccoli errori che complicano una giornata che poteva essere più tranquilla. In occasione del gol è vero che Fumagalli ci mette del suo, ma lui perde l’uomo troppo facilmente.
Manetta 6,5
Non si passa. Non perde alcun duello e spegne le velleità di Trotta prima e Vantaggiato poi. Bravo a tenere la linea sempre alta.
Dumbravanu 6
Da terzino sembra meno a suo agio, ma è sempre lucido quando chiamato a impostare. Quando torna in mezzo si cala meglio nella sfida.
Frisenna 6,5
Intensità e quantità. Corre ovunque e pressa pure i fili d’erba. Chi arriva dalle sue parti è consapevole di dover perdere lo scontro fisico.
Franco 7
Altra partita da dominatore della mediana. Bravo a schermare tante giocate avversarie, sempre pulito quando c’è da smistare.
Rosafio 7
Si accende a sprazzi ma sempre con qualità. Pizzica un palo, serve un paio di assist ghiotti e poi offre a Zunno la palla del tris dopo una bella discesa.
Emmausso 7
Non alza mai i giri del motore, ma gli basta mettere qualità dove serve per essere importante. Spreca una bella palla con un colpo di spalla lezioso, prima serve a Ragusa l’assist del raddoppio facendosi perdonare per la rete annullata col Picerno.
Ragusa 7
Il gol è la cosa più facile e meno importante della sua partita. Infatti, il voto diventa alto per la grande applicazione difensiva e la capacità di mettere intensità in ogni giocata. La rete è un premio alla sua caparbietà e spezza una maledizione lunga un campionato.
Zunno 8
Prova a prenderlo. In condizione stratosferica e si vede quando si accende per andarsi a prendere la rete del vantaggio con un’azione solitaria e bellissima. Sempre nel vivo del gioco e mai banale. La rete del tris rappresenta un’altra giocata di perfezione tecnica.
Lia 6
Entra subito in partita e frena le discese avversarie con esperienza.
Ortisi 6
Ormai a suo agio e immediatamente calato in gara. Un paio di contrasti duri per far capire che da quelle parti non è facile passare.
Scafetta 6
Bravo nel mettere energie fresche in un momento delicato della sfida.
Giunta e Plescia s.v.
BRINDISI Saio 5,5; Merletti 5, Gorzelewski 5, Bellucci 5 (dal 21′ s.t. Monti 5); Valenti 5,5 (dal 41′ s.t. Galazzini s.v.), Bagatti 5,5, Petrucci 5, Vona 6 (dal 28′ s.t. Falbo 5,5); Opoola 6,5 (dal 41′ s.t. Pagliuca s.v.), Trotta 5 (dal 1′ s.t. Vantaggiato 5), Guida 5. All. Danucci 5
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya