Capolista imprevista: pregi e difetti della Paganese di Grassadonia
Pubblicato il 2 Ottobre 2015 in Tattica
Vi ricordate Gianluca Grassadonia? A meno che non siate nati oggi, o ieri, sicuramente si. Il tecnico che a Messina ha conquistato una promozione dalla Seconda Divisione alla Lega Pro, arrivando addirittura primo anche se le promozioni erano 8+1; è anche l’allenatore che ha messo le basi alla retrocessione in Serie D, scongiurata da tribunali e corti federali. Il campo aveva detto altro, lo stesso campo che per Grassadonia aveva parlato molto chiaro. Il tecnico di Salerno ha idee, forse pure troppe, sicuramente non è il classico allenatore che improvvisa col materiale a disposizione, tutt’altro. “Aspettiamo gennaio, per adesso siamo questi”, questo il peccato originale del Grassa, che spacca lo spogliatoio e inizia la sua guerra con un gruppo che, un po’ non lo segue, e un po’ non ci arriva. Perché la rosa messa a disposizione del Grassa non era proprio dignitosa di un campionato pro, ma le sue parole di sfiducia hanno messo un carico da undici letale. In principio fu il 3-5-2 della Seconda Divisione. Bruttino, ma c’era Pedro Costa Ferreira che faceva sembrare che il Messina giocasse in tinta blaugrana. Le magie non si ripetono l’anno dopo, perché Vincenzo Pepe non è Pedro, e la Lega Pro non è propriamente semplice come il campionato precedente. 3-5-2 o 4-4-2? Boh, forse anche 4-3-3 ma capirlo era esercizio impossibile, con Orlando buono per tutti i ruoli tranne che per fare gol. Archiviare tutto è forse meglio, passiamo al Grassa di oggi, quello tornato a Pagani per rilanciarsi e stupire. L’inizio di stagione gli sta dando ragione, lo abbiamo studiato per voi. Palle inattive, ripartenze e la leadership di Marruocco. Il tutto in salsa 4-3-3.
FERMI TUTTI – Primo focus sulla difficoltà mostrate dalla Paganese in occasione delle palle inattive difensive. Siamo a Martina Franca (foto a sinistra), la squadra di Grassadonia è passata in vantaggio con un gol fortunoso di Cicerelli. Punizione dai 20 metri per il Martina, Grassadonia difende con una zona mista. Quadrato rosso in alto, due difensori seguono il possibile inserimento backdoor del giocatore del Martina. Nel rettangolo azzurro in basso, invece, un 2vs2 sempre a uomo. Un accoppiamento a uomo anche all’interno della mezzaluna (riquadro viola). Concentriamoci sull’ingrandimento: sono in 6 i difensori a zona della Paganese, in mezzo il solo Migliaccio del Martina che, però, è anche l’unico a muoversi coi tempi giusti. Riceverà in solitaria, colpo di testa e gol del pareggio.
ZONA PURA – Altra situazione da palla inattiva. Siamo a Castellammare di Stabia. Finirà 1-1, gol della Juve di testa su azione di calcio d’angolo. Migliorini anticipa sul primo palo e Paganese sotto. Prima del vantaggio del capitano delle “vespe”, però, la Juve si rende pericolosa sfruttando il tallone d’Achille della squadra di Pagani. Foto a destra, nella zona di luce nel rettangolo rosso possiamo vedere la scelta del Grassa: zona pura senza marcature fisse. L’errore? Tutti guardano la palla, nessuno la zona e l’uomo che la occupa. Il risultato e un colpo di testa avversario, il gol non arriverà ma movimenti sbagliati.
NON SI CROSSA – Cambiamo lato del campo. Sempre Martina Franca-Paganese, palla inattiva offensiva per la Paganese. Prendiamo in analisi questa giocata come esempio di tutte le azioni di palla ferma. Infatti la squadra di Grassadonia non crossa quasi mai, attua schemi che portano al tiro rapido. Carcione e Cunzi sono in evidenza rispetto al resto (foto a sinistra, rettangoli azzurri): in area scattano le marcature preventive del Martina, ma il cross non parte. Palla a scavalcare i due della barriera sul movimento di Cunzi (frecce gialle), la punta esterna andrà al tiro volante senza fortuna.
CONTROPIEDE E CAMBIO DI GIOCO – Ultimo focus: transizioni offensive. Prima giornata, Paganese in casa contro il Foggia, il risultato finale sarà di 2-1 per la squadra di Grassadonia. Sin dalla prima uscita chiara la scelta del tecnico della Paganese. Un 4-3-3 agile e dal contropiede letale. Nelle due evidenze ci sono Cunzi (nel cerchio) e Cicerelli. Ripartenza velocissima sul recupero palla, le due punte si aprono con l’attacco dello spazio centrale da parte di Deli. Cambio di gioco (freccia gialla) e Cicerelli che riceve fronte alla porta (direttrice rossa); non arriverà il gol. Questo è, però, un esempio del classico contropiede che la Paganese mette in atto. Transizione rapida e cambio di gioco fisso da destra a sinistra (o viceversa), si prova a spostare la squadra avversaria per poi colpirla con il ribaltamento su quello che diventa il lato debole difensivo.