Ragione e sentimento. Il cuore del Messina si affatica vedendo Simone Addessi fermarsi nel riscaldamento per un gravissimo infortunio. La ragione serve al gruppo per assorbire la botta e dedicare a uno di loro gol, punti e vittoria. Passi fondamentali verso la Serie C.
TACCO D’ARTISTA – Impossibile – anche per una questione di analisi tattica – non partire dall’infortunio patito da Addessi. Attesi gli esami strumentali, ma la prima sensazione parla di tendine d’Achille, e comunque di qualcosa di molto importante – un grossissimo in bocca al lupo da parte di tutti noi -. Novelli aveva scelto lui, più Bollino e Foggia, confermando l’undici – dalla mediana in avanti – visto con il Roccella. Un 4-3-3 che diventa 4-2-3-1 con lo spostamento di Cretella. Tutto saltato, tocca a Cunzi e si torna al modulo classico. Il dolore del compagno è quello di tutti, lo raccontano i rapporti intrecciati e personali coltivati fuori dal campo. Una delle armi di questa stagione, una precisa volontà di D’Eboli quella di aver formato un gruppo di calciatori prima amici che compagni. I legami pesano, ma al fischio di inizio il Messina pensa solo a giocare. I giallorossi regalano una prestazione da squadra matura, capace di soffrire nelle primissime battute e poi di prendere campo e mostrare grandi giocate. Il Castrovillari resta fedele alla sua identità: squadra corta e che si sa difendere, ripartenze veloci cercando la profondità di Puntoriere e Bonanno. L’ex di turno fallisce il vantaggio, in un’azione favorita dal mal posizionamento della linea difensiva (anche se resta il dubbio offside), dove Mazzone e Izzo ci hanno messo quasi un tempo per trovare le misure. Conseguenze delle assenze, quelle pesantissime di Cascione e Giofrè. Il tutto, comunque, dura meno di venti minuti: poi Bollino sale in cattedra, risolve una mischia con tecnica e potenza, corre a sventolare la maglia di Addessi e mescola ragione e sentimento. Gara in discesa e l’intelligenza tattica fa il resto: il Castrovillari deve alzarsi, i giallorossi ripartono e con tre tocchi vanno in porta. Il penultimo è poesia calcistica: tacco di Bollino, senza guardare perché con Cunzi la sintonia è immediata. Parentesi per il neo arrivato: nel giorno della presentazione – tra un cambio di maglia e l’altro – mostra un fisico tiratissimo e scolpito, segno che gli anni pesano solo a chi si fa travolgere da essi. In campo, poi, non subisce la sorpresa di diventare titolare a pochi istanti dal calcio di inizio. Parla, spiega, consiglia e vuole palla. Quella che calcia alle spalle di Rizzitano dice che tecnica e confidenza con il gol sono marchi di fabbrica.
GRANITICI – La parentesi Cunzi non è l’unica, ne merita una anche Mauro Bollino: prima titolare, poi scavalcato dall’amico Addessi, nel momento decisivo tornato fondamentale. Quando è in palla – il numero 10 – è pura delizia calcistica, con colpi mai banali e che stupiscono tanto quanto sono utili. A Castrovillari altra scena da protagonista, in questo magico ecosistema creato da Novelli: squadra che gioca da squadra, ma capace di esaltare i singoli. Perché il calcio è tutto questo: una trama ben scritta e attori di livello. Lo racconta il terzo gol: Cretella sente che sulla profondità un compagno di sarà, il pallone che scaglia con precisione tecnica in avanti non è un rilancio ma un lancio, serve a premiare qualcosa di studiato. Perché Foggia ha dimostrato – tante volte in questa stagione – che nonostante la stazza non ha paura di correre più forte degli avversari. Davanti alla porta, poi, non sbaglia mai. Poi si balla, un po’, giusto il tempo di confermare l’importanza di Caruso. La rete di Emmanouil è peccato veniale, peggio lo sbandamento successivo che avrebbe potuto riaprire la gara. Ci pensa Caruso, come detto, e l’incapacità del Castrovillari di essere cinico. Vittoria pesante, meritata e mai in discussione. Campo difficile – anche terreno – quello del Mimmo Rende, soprattutto perché i calabresi cercano punti salvezza. Saranno queste, molto probabilmente, il tipo di sfide che faranno la differenza. Come per le avversarie non c’è tempo di godersi la vittoria: mercoledì al San Filippo arriva il Dattilo, una di quelle squadre che ama giocare e che sa come essere pericolosa. Il conto alla rovescia – con la consapevolezza di avere il destino nelle proprie mani – del Messina è iniziato: nove turni alla fine, calendario con insidie nascoste nei meandri della bassa classifica ma, questa squadra, sembra sempre più granitica. Giornata dopo giornata.
*fonte foto: Acr Messina