L’arbitro, il rigore, l’episodio, la sbavatura, l’avversario di altra categoria. Al termine delle partite del Messina c’è sempre una scappatoia pronta per smussare, per edulcorare il verdetto emesso dal campo: mediocrità strutturale.
SQUADRA MEDIOCRE – Che a Catanzaro sia difficile fare punti è una realtà difficilmente opinabile. Perché i calabresi di Vivarini hanno collezionato tre vittorie con 12 reti realizzate e nessuna subita. Trattamento netto che ha interessato Picerno e Latina prima della squadra di Auteri. Il percorso del Messina, però, continua a presentare accidenti e momenti di oscurità. Dal Crotone al Catanzaro, infatti, l’unico tratto comune è stato quello dei passi indietro. Giallorossi che hanno mostrato qualche buona trama di gioco, ma se avrete la pazienza di recuperare qualche partita di una a caso delle altre squadre in lotta per evitare la Serie D vedrete le stesse buone trame e anche qualcosa in più. Insomma, l’inganno volontario con cui l’ambiente giallorosso ha provato a illudersi è finito. Fallito l’obiettivo di spremere qualcosa di positivo da queste prime cinque uscite. Il Messina ha mostrato mediocrità strutturale in ogni reparto: in porta, dove Daga è preferito a Lewandowski – col polacco che non è certo “mister affidabilità” – solo per mere questioni di carta di identità. In difesa, dove ogni settimana il gioco è quello di reinventare ruoli e posizioni. In un centrocampo dove le alternative ai tre titolari non esistono, per finire con un attacco incapace anche solo di calciare in porta. No, non è possibile accontentarsi di qualche ciabattata. La ricerca di problemi e soluzioni costringe a gettare nel calderone qualsiasi argomento possibile. Il minutaggio diventerà presto uno dei principali, ma pare essere il meno incidente. Squadra costruita per fare minutaggio, con una rosa infarcita di opzioni under in ogni reparto. Calciatori che, però, non dovrebbero essere giudicati in base all’anno di nascita, ma a quanto siano davvero all’altezza. Discorso che vale, pari pari, per i cosiddetti “over”. Inutile, infatti, basare ogni chiacchiera su quale sia l’età media della squadra. Il focus andrebbe spostato su quanta sia la qualità di questa rosa. Qualità è parola dalle mille sfaccettature, ci concentriamo su due: la qualità tecnica e quella prestazionale. La prima è una delle carenze evidenti, perché i giallorossi hanno pochi elementi di pura tecnica e capaci di sparigliare o, almeno, di giocare in maniera pulita e senza errori (con e senza palla). La seconda è una condanna, dato che – tolti alcuni spazzi – la media voto dei giallorossi è diffusamente insufficiente. Ci vuole tempo? Peccato che il campionato sia iniziato da cinque partite.
IMPOSSIBILITÀ DI FARE – Scendere nei dettagli della gara del Ceravolo diventa esercizio di pura banalità. Troppo forte il Catanzaro, troppo debole il Messina. Che ci mette anche dal suo, partendo dalla scelte di Gaetano Auteri (voto 4). Confermato il 4-3-3 che si basa su una difesa senza terzini di ruolo: tocca a Konate e Ferrini, con Fazzi e Versienti che restano accomodati in panchina. Il primo non avrà ancora i 90′ nelle gambe e il secondo non sarà al meglio, ma sono due calciatori che questa squadra non può concedere ogni settimana. Le scelte contano, pesano e sono influenzate dagli errori in costruzione del ds Pitino. Non avere nessun terzino di piede mancino resta incredibile, non avere più di due laterali di ruolo diventa paradossale. E poco importa il modulo, perché anche per il 3-4-3 mancano le alternative sulle corsie. Per qualcuno potrebbero essere dettagli, ma sono pezzi di un puzzle che mostra una squadra che fatica terribilmente sia a costruire che a reggere. Eh sì, perché anche per difendere ci vuole un’armonia tattica che questa squadra pare non avere. Il Catanzaro si prende la trequarti del Messina dopo pochi istanti, ci si stabilizza e non appena alza l’intensità la squadra di Auteri crolla. L’errore di Daga rende il tutto più scenico, ma sarebbe stata solo questione di tempo. Al massimo serve per aumentare la diffidenza sulla tecnica individuale della squadra. Sul piano mentale è già chiaro che i limiti siano evidenti, anche se l’immediata reazione alla rete del belga sembra dire altro. Merito di un Catania con la volontà di provarci, di mettersi in mostra. Dura poco anche lui, colpa di compagni di reparto spenti. La squadra tiene un tempo, o meglio resiste. Poi, crolla sotto il martellamento del Catanzaro. I calabresi non sudano neanche, hanno solo pazienza e insistono. Vandeputte – come già lo scorso anno – si mostra calciatore di altra categoria: rimpallo del vantaggio, costringe Konate all’autorete e serve Iemmello per il tris. Il Messina si lascia travolgere dal belga, riuscendo a contenere il resto solo per una certa leziosità di Iemmello e soci. Che viene spazzata via quando sbagliare sarebbe stato più difficile che segnare. Per esempio, quando Camilleri liscia il cross di Vandeputte per la citata rete di Iemmello. Se giochi in affanno perenne non puoi non commettere errori. Una partita totalmente in apnea. In ogni reparto, in ogni singolo. Nel poco spessore di una mediana in cui Marino prova a restare a galla, Fiorani vorrebbe ma non può e Fofana affonda nella sua mediocrità tecnica non più supportata dalla travolgente forza agonistica dello scorso anno. In attacco, come detto, ci prova il solo Catania che, però, deve lottare mortalmente su ogni pallone. Iannone resta marginale. Balde, invece, diventa opera di puro astrattismo calcistico: corrente artistica nella quale il calciatore, sotto la maglia e la confusione dei movimenti, dovrebbe esserci… ma non lo vede nessuno. La retorica che racconta che il campionato del Messina non dipenda dalla gara di Catanzaro risuona, ma i punti valgono tutti e si possono prendere ovunque. In più, l’assioma che diminuendo il livello di forza dell’avversario aumenteranno le chance di vittoria del Messina resta fallace o, quantomeno, da dimostrare. Primo: perché la Viterbese è stata prova empirica. Secondo: perché che il Messina sia all’altezza di battere Giugliano, Cerignola o Gelbison non è ancora stato dimostrato dai fatti. Trasformare la teoria in concreta realtà sarà il compito del futuro prossimo di Auteri e calciatori.
Daga 4: rinvia addosso a Vandeputte per il vantaggio calabrese, imperdonabile errore che apre la strada al Catanzaro. Goffo anche sul raddoppio.
Konate 4,5: in qualche duello mostra una volenterosa voglia di lottare, ma nelle occasioni decisive viene travolto dagli avversari. La lentezza con cui legge l’azione del raddoppio mostra tutta la sua impreparazione nel ruolo di difensore esterno, con la beffa di firmare anche l’autorete nel tentativo di bloccare Vandeputte.
Trasciani 5: tra i meno peggio della linea difensiva, ma quando la squadra sbanda lui si abbandona all’inerzia.
Camilleri 4,5: perde quasi tutti i duelli, il suo liscio sul cross di Vandeputte apparecchia una rete facile facile per Iemmello.
Ferrini 5: si adatta a terzino bloccato a sinistra, ma Situm è avversario complicato. Si applica ma c’è poco nella sua partita. (dal 19′ s.t. Versienti 5: entra a partita già finita, ma non regala alcuno spunto)
Fofana 4,5: senza grinta e superiorità atletica si notano tutti i suoi limiti tecnici e tattici. (dal 42′ s.t. Fazzi sv)
Marino 5,5: si barcamena nel nulla della fase offensiva e nella sofferenza di quella difensiva. Tra i meno peggio, ma fa pochino anche lui.
Fiorani 5: prova a dare una mano in fase di contenimento, in quella offensiva non c’è mai. Prestazione trasparente. (dal 42′ s.t. Mallamo sv)
Iannone 5: un suo tiro rimpallato finisce sulla traversa, solo un’illusione in una prestazione anonima. (dal 13′ s.t. Curiale 4,5: continua a non dare quasi nulla a questa squadra)
Balde 4: nessuno merita l’accanimento della critica, ma in pochi hanno così tante occasioni come quelle concesse a lui. Calciatore inconsistente.
Catania 5,5: l’unico a provarci e sfidare la difesa avversaria. Non si può scaricare sulle sue spalle tutta la manovra offensiva, non si vive di soli spunti personali.
CATANZARO Fulignati 6; Martinelli 6,5, Brighenti 7, Scognamillo 6,5; Situm 6, Ghion 7, Verna 6,5 (dal 38′ s.t. Cinelli sv), Vandeputte 7,5 (dal 33′ s.t. Tentardini sv); Bombagi 6 (dal 38′ s.t. Pontisso sv); Iemmello 7 (dal 33′ s.t. Cianci sv), Biasci 6 (dal 21′ s.t. Curcio 6). All. Vivarini 7
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale