Non tentare nuocerebbe. Il Messina a Catanzaro parte con i pronostici contrari e la sensazione che la squadra di Vivarini non possa essere arrestata vista la differenza di valori. Non provare a resistere, però, sarebbe la vera sconfitta per un gruppo ancora alla ricerca della sua reale essenza.
RISPETTARSI – La caduta di Avellino è stata la terza stagionale, accolta come se fosse normale perdere visto un calendario così difficile. Il passo indietro c’è stato, perché rispetto a Crotone e Virtus Francavilla si è vista una squadra meno aggressiva e reattiva. Auteri, nel post gara, sembrava non aver digerito il match, ma nella conferenza pre Catanzaro le sue sensazioni – figlie di un’analisi prolungata in settimana – sono state raccontate in maniera diversa. Un po’ gioco delle parti, un po’ realtà dato che questo Messina perde ma non crolla. Non una grande soddisfazione, non ci si riempie la pancia di “buone sconfitte”, ma questa rosa così giovane, acerba e spesso ingenua ha il merito di essere sempre rimasta in partita. Poco, che servirà a pochissimo sul campo quasi impossibile del Catanzaro. La classica sfida da “nulla da perdere”, anche se la retorica viene spazzata via di fronte al campo. Eh sì, perché una sconfitta può anche essere accettata, ma dipende da come perdi. Il Catanzaro, fin qui, è stata spietata macchina da gol. I 14 gol in quattro uscite contano il 4-0 e il 5-0 interni con Picerno e Latina. Al Ceravolo, quindi, il rischio “figuraccia” è diventata abitudine per gli avversari. Il Messina non può permetterselo, perché l’ultimo posto in classifica non ammette di collezionare, anche, pessime prestazioni (magari solo numeriche) in giro per il Girone. Catanzaro farcito di nomi e qualità, con Vivarini che può contare su una rosa profondissima e di alto livello. Non avrà Sounas squalificato, ma le alternative si chiamano Welbeck, Pontisso e Bombagi in caso di cambio modulo con un trequartista alle spalle delle punte. Basta questo per presentare il tipo di avversario, al Messina il compito di controbattere e reagire alle cadute. Ci vorrà sfacciataggine, ci vorrà anche maggiore concentrazione. Vero che questa squadra ha mostrato sprazzi di qualità, ma sempre pochissimo rispetto quanto richiesto dal campionato. Troppe volte gli errori sono stati gratuiti, praticamente regali. Il rispetto verso la maglia e la tifoseria inizia dal rispetto verso sé stessi, questa squadra deve rispettarsi e non regalare agli avversari la parte peggiore della propria identità.
QUALCHE DUBBIO – Cresce la condizione di Versienti, paiono recuperati Fazzi e Curiale. Il primo, però, è l’unico a giocarsi una maglia da titolare e a farlo con Konate. Il 4-3-3 dovrebbe essere il modulo scelto, un cambio di rotta che infoltisce la mediana e offre alla manovra offensiva qualche alternativa in più. Davanti a Daga non ci sarà Filì squalificato, la difesa a quattro dovrebbe vedere Trasciani a destra con Versienti opposto e Camilleri-Ferrini coppia centrale. In mezzo al campo Marino sarà il regista, Fofana – nonostante un rendimento ampiamente insufficiente – avrà una nuova chance, mentre è ballottaggio tra Fiorani e Napoletano, il secondo può davvero strappare una maglia da titolare. In attacco è rebus: Curiale c’è ma non dovrebbe poter partire dall’inizio, quindi, tridente confermato con Iannone e Catania ai lati di Balde. Nel Catanzaro – come detto – l’unico assente è il greco Sounas, mister Vivarini conferma il 3-5-2 con Scognamillo ancora in vantaggio su Fazio nel trio difensivo. In mediana Welbeck è il favorito per accompagnare Ghion e Verna, alternativa Bombagi per andare a prendere spazio sulla trequarti. In attacco Iemmello e Biasci sono intoccabili, ma la panchina recita nomi come Cianci e Curcio.
CATANZARO (3-5-2) Fulignati; Martinelli, Brighenti, Scognamillo; Situm, Welbeck, Ghion, Verna, Vandeputte; Iemmello, Biasci. All. Vivarini
MESSINA (4-3-3) Daga; Trasciani, Camilleri, Ferrini, Versienti; Napoletano, Marino, Fofana; Iannone, Balde, Catania. All. Auteri
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale