Cancellare e andare oltre. La prestazione del Messina che cade a Catanzaro è l’ultimo dei problemi in casa giallorossa. Tra infortuni, Covid e un pomeriggio passato tra le strade del capoluogo calabrese: alla squadra di Capuano non resta che compattarsi e pensare al futuro prossimo.
ODISSEA – Analisi e pagelle potrebbero finire in secondo piano dopo una giornata del genere. Non sarebbe corretto, però, perché in campo è andata una squadra capace di onorare l’impegno, la professionalità e regalare dignità. Lo dice Lorenzo Catania, nel post gara, che un gruppo di calciatori professionisti deve essere in grado di andare oltre ai problemi extracampo e lavorare sugli errori commessi. Buone notizie, perché se la squadra pensa a doversi migliorare significa che il lavoro di Capuano inizia a dare i suoi frutti. Il giudizio sul tecnico – per la gara del Ceravolo – resta sospeso, perché le opzioni erano minime. Ci mette del suo, comunque, il mister giallorosso con una reazione alla rete subita che parla da sola: fuori Konate e dentro Busatto, con in allegato il messaggio alla squadra di insistere e pensare sempre di poter colpire. “Sarebbe potuto finire 12-0”, dice Capuano, che forse esagera o forse è consapevole del pomeriggio passato prima di scendere in campo. Damian mostra qualche sintomo influenzale e un tampone conferma la positività. Scatta il protocollo: doppio tampone al gruppo squadra, ma giocare in trasferta presenta le sue difficoltà. Bisogna trovare una farmacia che fornisca i test, la polizia fa da scorta e i giallorossi restano per strada in attesa degli esiti. Niente pranzo, niente ultima riunione, niente testa solo sul match. Slitta l’orario e si gioca alle 20. Il Messina arriva al Ceravolo – per motivi di ordine pubblico – poco prima, il tempo che basta ad Adorante per farsi male nel riscaldamento.
IL FREDDO REGOLAMENTO – Il campo diventa palcoscenico spietato, anche perché il Catanzaro è squadra forte e motivata dalla sconfitta del Bari in casa della Juve Stabia. I calabresi hanno ritmo e voglia, giocano una gara tecnicamente perfetta e sono consapevoli della resistenza limitata che la squadra di Capuano può proporre. Non una resa a prescindere, perché l’approccio del Messina è volenteroso, fatto di una buona aggressività e nessuna intenzione di stendere tappeti rossi. Il Catanzaro deve metterci del suo, deve spingere e mettere in difficoltà. Ovvio, l’avvicinamento alla partita incide su testa e gambe, tanto che dopo l’intervallo Capuano perde anche Morelli. Le reti del Catanzaro sono divise per tempo e mostrano il grandissimo stato di forma del belga Vandeputte. Trascinatore, al pari di un Bombagi in serata di grazia. Capuano ci prova, vuole che la sua squadra resti a galla e lotta fino alla fine. Poi, deve gestire le forze e pensare alla prossima domenica. Settimana difficile, comunque, quella in arrivo: il giro dei tamponi andrà ripetuto, così da scongiurare eventuali casi ancora in incubazione. Se ne saprà di più nei prossimi giorni. Indipendentemente da quanto accaduto a Catanzaro, però, tutte le squadre della Lega Pro dovranno fare i conti col rigido protocollo previsto per casi di Covid. Il numero magico resta 13, cioè quello dei disponibili che bastano per essere obbligati a scendere in campo. Lo scorso anno era stato il Palermo a giocare con la rosa ridotta all’osso il derby col Catania. Nell’amarezza e rabbia di Capuano nel post gara, però, non c’è voglia di mettere in discussione il protocollo. No, c’è ricerca di buon senso. Capuano dice bene, infatti, nell’affermare che posticipare la gara di un giorno non avrebbe fatto recuperare i calciatori stirati o lo squalificato Sarzi Puttini. Avrebbe solo consentito al Messina di smaltire un pomeriggio fatto di caos. Un vantaggio? Discutibile, perché non considerare la prossimità della positività mista alla condizione di trovarsi fuori casa e, quindi, senza le proprie basi sanitarie potrebbe rientrare nel novero della freddissima e spietata burocrazia. Il regolamento, però, parla chiaro ed è sottoscritto e accettato da tutte le 60 società. Dalla Lega, comunque, pare evidente la volontà di non concedere – al netto di larghissimi focolai – deroghe.
Lewandowski 6: para il possibile, sulle reti non può nulla.
Celic 5: saltato troppo spesso e con facilità, non regge alla distanza.
Carillo 5: sfortunato, a prescindere dal tocco di Carlini, in occasione del primo gol. Scartato seccamente da Vandeputte nel raddoppio, serataccia.
Mikulic 5,5: leggermente meglio dei compagni, anche perché il Catanzaro attacca di più dall’altra parte.
Morelli 5: dal suo lato si balla. Sia perché non è la sua giornata ideale, sia perché Vandeputte è immarcabile. (dal 1′ s.t. Distefano 5: ci mette voglia, ma non basta, anche lui soffre la costanza del belga)
Konate 4,5: buttato nella mischia all’ultimo, non entra mai in partita. (dal 33′ p.t. Busatto 5: Capuano lo sceglie per dare fisicità e presenza, lui si vede pochissimo)
Fofana 5,5: provare a tenere alto il baricentro, corre e contrasta. Soffre come tutti. (dal 35′ s.t. Marginean sv)
Simonetti 6,5: partita da leader vero. Lotta, corre, insegue, si arrabbia, fa ammonire, tira in porta. Nella sua prestazione c’è tutto quello che Capuano vuole.
Gonçalves 6: dalla sua parte il Catanzaro attacca meno, lui resta attento in fase difensiva e prova a contenere visto anche un filtro non impermeabile di chi gli sta davanti. (dal 35′ s.t. Rondinella sv)
Russo 5,5: ci mette voglia e buona volontà. Manca la concretezza e gli errori, alla fine, sono parecchi.
Catania 5: fatica a entrare nel match, becca pure un paio di pestoni che gli fanno capire che la serata è di quelle durissime.
CATANZARO Branduani 6; De Santis 6, Fazio 6,5, Scognamillo 6 (dal 40′ s.t. Gatti sv); Vandeputte 7,5, Verna 6, Welbeck 6,5 (dal 40′ s.t. Cinelli sv), Tentardini 6; Bombagi 7,5 (dal 43′ s.t. Risolo sv), Carlini 7 (dal 25′ s.t. Vazquez 6); Cianci 6 (dal 25′ s.t. Curiale 6). All. Calabro 6,5