Un brutto pomeriggio, forse il peggiore degli ultimi anni. Il risultato alla fine inganna, perché la differenza caratteriale è stata evidente. Come è stata imbarazzante quella di serietà e applicazione, il Messina di Biagioni (voto 5) viene travolto dalla voglia maggiore degli uomini di mister Furnari che stravince la sfida tattica con un paio di accortezze decisive. Tatticamente il Messina non ha molte alternative a Genevier, il francese viene seguito a tutto campo e per i giallorossi di Biagioni non si accende mai la luce. Squadra spenta nelle idee, troppo poca la tecnica e la visione di gioco del resto per poter creare. Se non puoi costruire, però, dovresti almeno distruggere, invece il Messina rimane imbambolato a osservare gli avversari: reparti lontani, tantissimi gli spazi che il CdM può attaccare senza pressione. Soffermarsi sulle reti sarebbe banale, perché sono proprio i movimenti in uscita palla del Messina ad avvilire maggiormente. Porcaro trema ogni volta che un pallone passa dalle sue parti, Russo è incommentabile sia in possesso che in fase di marcatura; la loro pochezza tecnica costringe il Messina ad aggrapparsi al play basso come una cucciolata con la mamma ma per il povero Genevier è in una di quelle giornate nere. Contro il Gela dal punto di vista tecnico e tattico non era stato diversa, c’era stata però tutta un’altra dimostrazione di carattere: il Città di Messina vince sul piano emotivo, sente davvero l’importanza del match, segue le indicazioni di un allenatore preparato e, da qualcuno, sottovalutato e trova la vittoria. Solo un problema mentale? Per cominciare, perché senza testa non girano neanche le gambe. Poi c’è da analizzare la sistemazione in campo e l’applicazione: la prima rete arriva da una rimessa laterale, probabilmente Biagioni farà tremare i muri per una cosa del genere, perché quello che succede dopo nasce dal fatto di aver sonnecchiato nella più facile delle situazioni. Il Città riesce a giocare una palla libera senza pressione, il Messina si trova nella clamorosa circostanza di dover rincorrere partendo dalla situazione più bloccata del calcio. Un paradosso, forse la dimostrazione plastica dei limiti di questa squadra. Fragapane fa un super gol, Dascoli un mega regalo che, non contento, replica poco dopo quando scambia pigramente con Cocimano e perdendo palla costringe Genevier a farsi cacciare. In quel momento finisce la partita, perché il Messina in dieci corre ancora meno e il passivo non diventa umiliante solo per i limiti della squadra di Furnari. La narrazione potrebbe diventare grottesca se ci soffermassimo sull’idea folle di Ibojo di far scorrere un pallone immobile, se il buongiorno si vede dal mattino… Il finale è una bugia, e probabilmente sono pochissimi i tifosi del Messina che si mangiano le mani per l’occasione che avrebbe potuto portare al pari, meglio la sconfitta sincera che il pareggio ingannevole. Strano Messina, stranissimo questo Messina che da in pochi giorni cancella tutti i passi avanti psicologici facendosi fagocitare dai limiti tecnici. Le note liete sono Gambino, che oltre alla rete regala una prestazione degna, e la voglia di non affondare di un Rabbeni vispo. Loro due sono lo spunto per la questione mercato: i tagli di Porcaro, Traditi, Russo e Cossentino sarebbe dovuti già arrivare, purtroppo bisognerà aspettare dicembre per stravolgere la squadra. In avanti si potrebbe fare una riflessione sulle caratteristiche: Rabbeni o gioca o parte, per contratto e valore non può essere solo un’alternativa. In generale bisognerà trovare un calciatore diverso da quelli presenti per dare maggiori soluzioni al tecnico. Lista corta? Non si spara sui ragazzini, quindi la questione under va trattata senza commenti. Buttare la colpa su giovanotti neanche maggiorenni, in qualche caso, non serve davvero a nulla. Come nella scorsa stagione, amaramente, la squadra da ricostruire è quella degli over; sono loro la delusione massima di questo scorcio di stagione. Sulla noiosa questione semantica non ci soffermeremo, perché non sono le parole a creare rivalità: potremmo dire che se brucia tanto allora era un derby, sennò una partita come le altre. Diventa quindi una interpretazione personale, tifoso per tifoso deciderà quanto gli è importato del match perso contro il Città di Messina.
Ragone 6: non ha colpe sulle reti subite, lasciato solo dai compagni di reparto fa il possibile per tenere i suoi in gara.
Dascoli 4: madornale l’errore che porta al raddoppio del CdM, da una sua palla persa per mancanza di concentrazione nasce l’azione che porta al secondo giallo per Genevier.
Porcaro 4: sempre fuori posizione, sempre molle e debole nei contrasti. Non riesce mai a essere un fattore positivo, il suo tempo sta scandendo.
Russo 4: lo si nota per un paio di sceneggiate che non diventano buone neanche per arruffianarsi il pubblico. Fragapane lo beve facilmente dopo un’azione solitaria, simbolo di una trasparenza tecnica e tattica insopportabile.
Barbera 5,5: non si spara sui ragazzi, ancora meno se ci mettono impegno e volontà oltre ogni limite personale.
Traditi 4: corre troppo spesso a vuoto, non contiene e non costruisce. Un altro calciatore con la data di scadenza. (dal 6′ s.t. Ibojo 4: imbarazzante l’idea di far scorrere sul fondo un pallone lento, lentissimo, praticamente fermo)
Genevier 4: due gialli di troppo in un primo tempo pieno di confusione, pressione avversaria e quella sensazione che quando non si accende la sua luce il Messina non scenda in campo.
Biondi 5: la solita tanta corsa e tanta voglia, questa volta non basta. (dal 36′ s.t. Cimino sv)
Petrilli 5: vuole ricevere sempre e solo palla sui piedi, un lusso improponibile contro un avversario più attento e veloce. (dal 6′ s.t. Rabbeni 6: ci mette tantissima volontà, si muove, crea e alla fine trova anche la rete)
Gambino 6,5: partita vera per lui. Il gol che lo sblocca varrà a poco per il punteggio ma serve al suo morale, conquista anche il penalty e chiude con la sensazione di essere più sul pezzo di altri.
Cocimano 5,5: neanche un tempo che però gli basta per alternare cose buone a errori in fase di palleggio. (dal 42′ p.t. Bossa 5: la panchina forse lo innervosisce, quando entra si fa notare per qualche calcione di troppo)
CDM Paterniti 6; Bellopede 6, Berra 6, Bombara 6 (dal 24′ p.t. Trevizan 5,5); Fofana 6,5, Calcagno 6,5 (dal 39′ s.t. Portovenero sv), Ferraù 7, Cangemi 7, Fragapane 7,5 (dal 15′ s.t. Cardia 7); Galesio 6,5 (dal 21′ s.t. Codagnone 6), Di Vincenzo 6 (dal 34′ s.t. Nicosia sv). All. Furnari 8