Corigliano-Messina, dichiarazione universale di amor proprio

Pubblicato il 9 Novembre 2019 in Primo Piano

Tre allenatori in dieci giornate: una sconfitta professionale da addossare – in larga parte – a un gruppo incapace di reagire davvero. Qualche sprazzo, sobbalzi figli delle scosse di Pasquale Rando, piccoli momenti che non possono bastare. Karel Zeman è la guida del Messina 3.0: inizia un lungo esame.

AZZERARE – La settimana più paradossale della storia sciottiana è trascorsa: dimissioni, poi rientrate in parte con Rando che torna dietro la scrivania, panchina a Zeman e calciatori che oscillano tra contratti da stralciare e campi da calcare. Il Messina ci riprova: lo fa affidandosi a un allenatore affamato di cose fatte bene e figlio di quello Zdenek da cui ha sicuramente preso integrità morale e visione calcistica. Zeman nome che garantisce voglia di spettacolo, con quel richiamo a Giacomo Modica (definito un fratello da Karel) che fa tornare alla mente quanto fatto vedere solo due stagioni fa. Divertire diventa il verbo che muove il mondo giallorosso: per farlo, però, non basterà il tocco magico di nessuno. Questa squadra ha fallito prestazioni alla mano, difficile indirizzare le colpe su Cazzarò o Rando, con Obbedio che resterà col torto di aver inanellato solo errori ma con un gruppo consapevole di aver deluso oltre qualsiasi giustificazione o alibi. Non basterà Zeman, servirà una voglia diversa, anche quel sano spirito di rivalsa che ogni tanto nel calcio rianima chi sembrava sotto terra. Accetteremo – nel rispetto del gioco delle parti – pure qualche commento piccato dopo un gol vincente; consci che una rete nel deserto non dovrebbe cancellare il disastro ma che la retorica pallonara vince sempre dopo una zampata che vale i tre punti. La risposta – questa squadra – deve darla in primis internamente, poi a critica e anche società: quella incazzata nera nel post sconfitta col Football Club, quella che ha chiesto a chi non si sentisse in grado di fare un passo indietro, quella che vuole una nuova dignità per la propria creatura. Azzerare responsabilità ed errori: inizia l’ultimo mese per questo Messina. Da dicembre varrà – si spera solo e soltanto – quello che Zeman avrà deciso dopo aver visto la squadra esprimersi, in campo e fuori.

IL CAMBIO DI PASSO – Nell’analizzare il cammino dei giallorossi ci è capitato, più volte, di denunciare la totale assenza di elementi capaci di cambiare passo e ritmo alla sfida. Mister Zeman, nella conferenza di presentazione, non usa mezzi termini sottolineando la medesima difficoltà riscontrata in questi pochi allenamenti. Squadra piatta questo Messina, colpa di caratteristiche troppo simili che rendono tante giocate banali e con zero sbocchi di varietà. Difficile, quindi, immaginare i giallorossi immediatamente calati nello zemanesimo puro; più probabile immaginare una crescita a sprazzi e che coinvolgerà qualche singolo invece di altri. Saverino, Orlando, Crucitti stesso e Cristiani non vedono l’ora di una velocità di squadra diversa. Diverso, forse, il discorso per una difesa che dovrà imparare a rischiare di più e alzare la propria linea: in questo senso l’assenza di Bruno pesa come un macigno, l’ex Cavese sarà il prototipo perfetto per l’applicazione del calcio di Zeman. In tanti, però, dovranno stringere i denti e dare qualcosa di più e nuovo per accompagnare compagni e tecnico verso la nuova evoluzione.

IL CORIGLIANO – In principio fu un mercato interessante e risultati in serie. Poi una cascata di guai extra-campo, una lentissima resa nei confronti di una realtà che diceva l’amara verità di una stagione in pericolo già a novembre. Il Corigliano crolla sotto i colpi dei problemi giudiziari della proprietà: calciatori che fuggono verso altri lidi, alcuni che restano con la promessa che tutto si sistemerà ma che vedono ogni domenica come l’ultima. Le 6 reti subite a Palermo sono arma a doppio taglio per il Messina: mazzata finale sul morale del Corigliano o umiliazione a cui reagire con forza? Lo dirà il campo, quello dove un calciatore di delizioso talento come Catalano continua a incantare aumentando i rimpianti di chi lo vedeva, ancora, in riva allo Stretto.

FORMAZIONE – Non recuperano dagli infortuni Bruno, Barbera e Marfella. Per mister Zeman il materiale da valutare resta, comunque, parecchio anche se la condizione generale preoccupa l’ex tecnico di Reggina e Gela, tanto da parlare addirittura di staffette quasi programmate visti acciacchi e resistenza. Ballottaggi in ogni reparto e novità possibili: in difesa Saverino torna utile per un ruolo da terzino, lui con Avella e Orlando forma il trio di under sicuri. Ultima maglia che apre ai dubbi: Capilli scalpita, con il 2002 in mediana spazio per Fragapane in difesa; se la scelta dovesse ricadere, invece, su Sampietro toccherebbe a Strumbo il ruolo di terzino mancino. Difesa in cui salgono le quotazioni di Forte al posto di Ungaro. Ultima nota per l’attacco: Coralli favorito su Esposito, per conoscenza e caratteristiche. Il caos va riposto in soffitta, adesso è tempo di calcio e risultati sul campo: un mese sotto esame dove dare risposte concrete, sia tecniche che morali e professionali.

CORIGLIANO (4-3-3) D’Aquino; Infusino, De Carlo, Strumbo, Capuozzo; Khouaja, Cosenza, Cito; Nicodemo, Talamo, Catalano. All. De Sanzo

ACR MESSINA (4-3-3) Avella; Saverino, Forte, Giordano, Fragapane; Ott Vale, Capilli, Cristiani; Crucitti, Coralli, Orlando. All. Zeman

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