Corner Profile | Accursio Bentivegna: perseveranza ed eleganza

Pubblicato il 7 Dicembre 2022 in Storie

Sin dalla Primavera del Palermo si intuivano le sue qualità tecniche. Passo brevilineo e classe da vendere. Talento made in Sicilia e attuale jolly offensivo della Juve Stabia: storia di Accursio Bentivegna.

LE ORIGINI – Nasce il 21 Giugno 1996 a Sciacca, comune marinaro di 40000 abitanti. L’amore per il calcio spesso nasce in automatico: chi attirato dai colori sociali dei club, chi dal famoso cartone animato Holly e Benji e poi c’è chi semplicemente si innamora del pallone che rotola. Diversa, invece, la motivazione del giovane Accursio Bentivegna che si avvicina al calcio anche per una sorta d’esigenza: «Da ragazzino c’è stato un periodo in cui ho avuto delle difficoltà e facevo fatica a leggere. La psicologa disse a mia madre che mi serviva trovare sfogo in uno sport. Da lì iniziò tutto, con i miei genitori che mi iscrissero in una scuola calcio chiamata Kronion». Talento cristallino fin da giovanissimo, qualità che a Sciacca non è di certo passata inosservata: «Giocavo con quelli più grandi perché vedevano in me qualcosa che non avevano mai visto. Da piccolo non pensavo di arrivare nel professionismo a 17 anni. Io pensavo solo a divertimenti, il calcio era la mia unica passione, tant’è che dormivo abbracciato a una palla». Un legame indissolubile con il comune situato in provincia di Agrigento che persiste tutt’ora: «Anche se ho vissuto poco a Sciacca, è il paese dove sono nato, dove ho tanti amici e dove c’è la mia famiglia. La porto nel cuore. Mio padre fa il pescatore lì e d’estate quando torno vado spesso a pesca con lui, sia per rilassarmi sia per passare un po’ di tempo insieme».

ROSANERO – A 96 chilometri da Sciacca sorge Palermo, la città in cui Bentivegna cresce e si sviluppa, trovando soddisfazioni e delusioni. «Dopo un paio d’anni passati alla Kronion mi prese il Palermo». L’attuale jolly offensivo della Juve Stabia diventa in poco tempo uno dei fari della Primavera rosanero e si afferma come uno dei prospetti più talentuosi del panorama nazionale giovanile. Con la Primavera del Palermo Bentivegna metterà a referto 72 presenze condite da ben 32 gol. Numeri impressionanti che gli consentiranno il 31 Agosto 2014 di esordire in Serie A contro la Sampdoria al Renzo Barbera, sostituendo “El mudo” Franco Vázquez e facendo coppia con Andrea Belotti, attuale attaccante della Roma con cui Bentivegna si sente tutt’ora: «Stando con loro mi sentivo un giocatore importante, mi hanno aiutato molto e ho imparato tanto al loro fianco. Ogni tanto scambio qualche messaggio con Andrea, non voglio però stressarlo più di tanto perché capisco che abbia un sacco di cose a cui pensare». Avventura palermitana orfana di un lieto fine, complice una serie di infortuni che hanno inevitabilmente condizionato il percorso rosanero: «A Palermo ho lasciato un pezzo di cuore, purtroppo non ho potuto dimostrare tutto il mio valore e spero un giorno di tornare per far vedere quanto tengo al club e alla città dove ho vissuto tutta la mia adolescenza».

PRESSIONI – Una vita calcistica passata al fianco delle pressioni, fin dal 2015, quando la stella del Barcellona, Lionel Messi, scelse l’allora giovanissimo Bentivegna nel suo personale team – dei migliori talenti del mondo – composta per Adidas: «Non mi sembrava vero, mi ero gasato molto. Certe pressioni, però, sono difficili da gestire e purtroppo non aiutano, perché se le cose dovessero poi andare male riemergere non è facile, bisogna lavorare tanto sull’aspetto mentale e circondarsi di gente che ti voglia bene e che ti aiuti a prendere la strada giusta». Sulla sfortuna e gli obiettivi: «Se mi sento sfortunato? Non credo tanto nella sfortuna, ma nel mio caso gli infortuni mi hanno fermato per circa 2 anni e mezzo quindi sotto questo punto di vista mi ritengo sfortunato. Questo non vuol dire che abbia mollato anzi: il mio obbiettivo si è rafforzato ed è quello di tornare in B e poi in Serie A».

In foto i dieci calciatori reclutati dal Team Messi:
• Robert Kenedy (Real Valloid, Brasile)
• Maxwell Cornet (West Ham, Francia)
• Jeremie Boga (Atalanta, Francia)
• Accursio Bentivegna (Juve Stabia, Italia)
• James Wilson (Port Vale, Inghilterra)
• Timo Werner (Lipsia, Germania)
• Aleksey Miranchuk (Torino, Russia)
• Gyasi Zardes (Colorado Rapids, USA)
• Marcos Lopes (Troyes, Portogallo)
• Khiry Shelton (Sporting Kansas City, USA)

TRACCIA EXTRA – Ultima parte d’intervista dedicata a quello che capita fuori dal campo, spaziando tra musica e serie tv. «Fuori dal campo mi piace dire che sono un ragazzo come tutti gli altri, alla mano: mi piace scherzare e stare con i miei amici. Vivendo da solo mi tocca anche fare le faccende di casa (ride, ndr). Mi piace tanto la musica, soprattutto le canzoni reggaeton perché mi mettono di buon umore. Se dovessi comporre un video sulla mia carriera come canzone sceglierei “Semplicemente” degli Zero Assoluto». Il calcio per il numero 10 della Juve Stabia rimane una costante anche quando guarda la tv: «Guardo molte serie , la mia preferita è “Apache”, incentrata su Carlos Tevez». Diverse le differenze tra Serie A e Serie C al di fuori del rettangolo verde: «Se posso godermi la vita? Un giocatore di serie C può godersi la sua vita tranquillamente, non ha nulla a che vedere con un giocatore di Serie A che ha sempre gli occhi puntati addosso. Si vive più serenamente». Un importante passaggio sul aspetto scolastico: «Da ragazzo andavo abbastanza bene a scuola, le mie materie preferite erano storia e geografia. Non è stato facile far coincidere calcio e studio. A 17 anni ero già in pianta stabile in prima squadra e quindi molte volte ci si allenava la mattina e dovevo recuperare tutto nel pomeriggio». Infine, nessun rimpianto da segnalare per Bentivegna: «È presto per parlare di rimpianti, sono un ragazzo talmente testardo che non si piange mai addosso. Sicuramente, quando si è ragazzini qualcosa si sbaglia ma al momento non ho nessun rimpianto».

*foto copertina: SS Juve Stabia – sito ufficiale

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