Periferia veneta. Monselice per l’esattezza, paese di 17 mila anime in provincia di Padova. Coordinate di nascita – nel gennaio 2001 – di Luca Moro. Faccia da bravo ragazzo, ma feroce animale da gol. Tanto da diventare – a Catania – protagonista del Girone C al suo primo vero anno nel calcio dei grandi.
LE ORIGINI – Nascere bomber? Forse, non era il sogno del piccolo Luca. I suoi primi passi nelle fila del Padova, infatti, lo vedono impegnato nel ruolo di difensore centrale. Per la fisicità, per una mancata consapevolezza forse, ma l’evoluzione naturale non può essere fermata e per Moro il tempo di sposare il numero 9 arriva presto. Dice di ispirarsi a Lewandowski – ambizioso il ragazzo -, visto che il polacco è per lui il prototipo dell’attaccante perfetto. Difficile contraddirlo. Moro nasce difensore e diventa attaccante, ma la sua infanzia è fatta di amori sportivi diversi: dal ciclismo al basket, passione che si può notare in tante sue esultanze che richiamano quelle dei campioni della NBA. La vita lo ha portato, invece, sui campi da calcio, ma il suo “Piano B” era ancora più particolare: fare il bancario. Adesso, però, conta le reti e non le banconote dietro uno sportello.
NUMERI IMPRESSIONANTI – A Catania sono giorni difficili dal punto di vista societario, forse sarebbe meglio dire mesi. Una situazione che avrebbe potuto condizionare anche le prestazioni in campo, soprattutto quelle dei più giovani e magari in prestito. Invece no, perché la squadra di Baldini sta mostrando un calcio piacevole e fatto di ottime prestazioni. Moro – che è in prestito dal Padova – rappresenta l’esempio perfetto. In sole 11 presenze la sua media gol è spaventosa: una rete ogni 59’ giocati per 13 in totale, numeri clamorosi per un ragazzo di soli 20 anni. Non solo, perché i 2 assist firmati raccontano di un calciatore capace di giocare anche per la squadra.
SENZA META – Il riferimento immediato, guardando giocare Luca Moro, è quello di Lorenzo Lucca. Non una banale assonanza per il loro passaggio siciliano, ma evidenze calcistiche mostrate sul campo. Struttura fisica (1,89 il padovano, più di 2 metri il centravanti del Pisa) e percorso di carriera: Lucca venne scartato dal Torino nel 2019, per poi esplodere a Palermo nella stagione 2020/21, tanto da guadagnarsi la chance in Serie B con la maglia del Pisa fino alla titolarità nell’Under 21 del Ct Nicolato. Una spruzzata di granata anche nella carriera di Moro: prestito dal Padova al Torino con 2 reti realizzate al Torneo di Viareggio contro la Norchi Dinamoeli. Non bastano, perché il calciatore torna a Padova, ma anche i veneti non sembrano convinti del suo talento. Passaggi anche per Genoa e Spal – coi ferraresi esordisce anche in B -, per poi tornare alla casa madre. Padova che non sembra mai puntare su di lui, tanto che anche in questa stagione viene mandato in prestito. Catania, però, sembra essere la sua isola felice.
IN TUTTI I MODI – Quanto sono importanti i numeri nel calcio? Molto, perché spesso raccontano verità. Quelli di Moro – e dei suoi 13 gol in 11 presenze – sono tre: 1, 2 e 5. Il numero 1 rappresenta il gol di testa segnato contro il Bari, il primo del suo campionato, arrivato con uno stacco imperioso contro un marcatore esperto come Di Cesare. Il numero 2 per le reti realizzate col piede debole, il sinistro: ne sa qualcosa la Turris, trafitta da un missile all’incrocio dopo controllo e rotazione in un fazzoletto di spazio. Più ampio il discorso sul numero 5: sono i rigori tirati e trasformati dal numero 24 degli etnei. Postura riconoscibile, con le mani sui fianchi, rincorsa dritta e freddezza. Portiere sempre spiazzato. Con la ciliegina del cucchiaio alla Totti trasformato a Campobasso, in un momento delicatissimo della sfida dato che il penalty valeva il 3-3 dopo essere stati sotto per 3-1, in una gara terminata 4-4 e con una tripletta proprio di Moro. Sempre 5, poi, sono le reti realizzate col piede destro. Tutti diversi e che mostrano il vasto repertorio della giovane punta: sportellate in area – come contro il Monterosi -, in profondità come con la Juve Stabia o da animale d’area di rigore come contro Avellino e Campobasso. Varietà e completezza, lo dicono i numeri, che difficilmente mentono.
SOGNO AZZURRO – Prima la Sicilia e il Girone C, poi la Nazionale. Incantato e conquistato dalla sua facilità realizzativa, Alberto Bollini – tecnico dell’Under 20 -, decide di puntare su Moro per le sfide contro Repubblica Ceca e Romania. Come è andata? In gol, naturalmente. Grande prova al Benelli di Pesaro nella gara contro i cechi, condita da una rete strepitosa: “Vuol dire tanto segnare con la maglia azzurra – dichiara ai microfoni di RaiSport -, speravo di avere un impatto del genere, sono contento”. Sempre misurato, mai eccessivo, come quelli che di solito preferiscono far parlare il campo.