Pareggio rocambolesco che permette al Messina di portare a casa altri punti preziosi in trasferta dopo il pareggio di settimana scorsa a Picerno. Partita ripresa due vuole dai giallorossi che mostrano grinta e coraggio. Ecco allora 5 considerazioni sul match di Crotone.
LUCIANI C’È – Con un Plescia squalificato la pressione sulle spalle di Pier Luca Luciani era tanta, chiamato a non far rimpiangere il centravanti ex Avellino in una partita più che complicata a Crotone. Il classe 2002 sforna una prestazione degna di nota condita da un gol che concorre al rocambolesco risultato di 3-3. Più di qualche previsione vedeva un Modica restio a fidarsi del giovane attaccante, con Emmausso che sembrava favorito per giocare nel ruolo di falso nuove. Il tecnico dei giallorossi dà fiducia al ragazzo in un momento in cui – senza particolari motivi – stava raccogliendo qualche critica a seguito di gol che non arrivavano. Il pensiero, spesso, andava a quell’occasione in casa del Sorrento sciupata dal 9 giallorosso e che probabilmente lo aveva tormentato nelle scorse settimane. Con il Crotone, però, è venuta fuori tutta la personalità di Luciani, voglioso di dimostrare che per coprire le spalle ad un attaccante come Plescia lui c’è. Personalità che si era fatta notare anche al momento della scelta del numero di maglia, il 9, nonostante lui stesso fosse consapevole che un altra punta sarebbe arrivata. Il gol è arrivato, all’apparenza facile, ma in realtà da attaccante vero, adesso bisogna trovare la via della continuità per dare una possibilità in più a mister Modica.
GIUNTA, CHE JOLLY – Un siluro dai 25 metri che ha mandato in estasi il pubblico giallorosso arrivato fino a Crotone per sostenere la squadra. È chiaramente questo l’episodio che indirizza la buonissima prestazione di Francesco Giunta. Magia a parte, il centrocampista nativo proprio di Messina si dimostra ancora una volta un jolly imprescindibile per mister Modica. È consapevole della grande concorrenza che c’è a centrocampo ma non per questo si dà per vinto visto che ogni volta che è chiamato in causa fa benissimo il suo lavoro. Funziona bene nel terzetto di centrocampo da uomo d’interdizione con la novità di doti balistiche fino ad ora nascoste. Il campionato è lungo, serve l’impegno e la disponibilità di tutti e poter contare su un giocatore così per far rifiatare chi ne ha bisogno fa tutta la differenza di questo mondo.
FIRENZE, BASTA POCO – Si, perché basta davvero pochissimo a Marco Firenze per essere decisivo in campo. Ci aveva lasciato giovedì con il dubbio di quanto potesse giocare nella trasferta di Crotone. Entra a metà secondo tempo e mette in mostra una qualità che in pochi possono vantare di avere in Serie C. È un uomo fondamentale per il calcio propositivo di Modica, si propone tra le linee e serve a sua volta tra le linee i compagni che si smarcano. Impossibile, poi, non menzionare il suo mancino delizioso con il quale mette in area il cross su cui poi arriva Polito bravissimo a mettere in rete. Non è una sorpresa, ma è la conferma di quanto Marco Firenze mancasse al Messina. Non solo per risultati e punti portati a casa ma per mole di gioco che con lui i giallorossi sono in grado di esprimere. La speranza è che la condizione fisica regga, ma come detto prima, gli uomini per farlo rifiatare ci sono. Un giocatore che in un lampo ti può cambiare la partita deve essere preservato come meglio si può.
QUESTIONE DI TESTA – Abbiamo ribadito tante volte come una buona riuscita del lavoro di questa squadra dipenda da un fondamentale aspetto nervoso e mentale. Le qualità ci sono e gli elementi della rosa sono validi per disputare un campionato degno di nota, ma non staccare la spina è basilare per non collezionare brutte figure. La sconfitta casalinga di giovedì scorso fa senz’altro capo a questa tipologia di sconfitte, dettate da un errore di approccio che compromette l’intera partita. A confermare questa ipotesi è proprio la gara di ieri all’Ezio Scida di Crotone. Partita affrontata con grinta e rabbia in corpo per riscattarsi dalla brutta prestazione con il Brindisi. I calabresi possiedono verosimilmente una rosa superiore al Messina, ma i giallorossi hanno saputo dimostrare che con la testa è possibile battere chiunque. Il coraggio e la voglia di giocare con i quali il Messina ieri passa in vantaggio, riprende una prima e una seconda volta il Crotone testimonia l’essere squadra nonostante l’assenza di due leader come Manetta e Plescia. Dagli errori si impara e la strada intrapresa, adesso è quella giusta.
DIFESA BALLERINA, MA VA BENE – Attenzione, non che si voglia dire che va bene prendere 3 reti a partita, ma a sopperire ad una difesa molto rivedibile c’è un impegno di squadra che va oltre le difficoltà e riesce a portare a casa il risultato. L’assenza di Manetta è più evidente che mai, manca qualcuno che si prenda responsabilità di andare a lottare sui palloni sporchi, di dare il via alla manovra di controllare l’intero reparto difensivo. I gol subiti arrivano e fanno male, ma ciò che sorprende è la capacità della squadra di non disunirsi mai, anche quando il Crotone passa nuovamente avanti. Le squadre di Modica giocano e attaccano e i 3 gol realizzati sono quello che tutti si aspettano dalle sue squadre. Una difesa ballerina è qualcosa di preventivato – specialmente con assenze importanti – ma che può essere oltrepassato se tutta la squadra persegue lo stesso obiettivo. Gli errori individuali ci sono stati e ci sarà da lavorare per limitare questo tipo di situazioni, ma se qualche rischio in più è il prezzo da pagare per un Messina vivace e propositivo, il gioco vale la candela.