Sconfitta amara di fronte al proprio pubblico – la prima in questa stagione – che lascia perplessità su un atteggiamento passivo e poco grintoso. Ecco allora 5 considerazioni sul Messina-Brindisi, utili a capire cosa non ha funzionato.
SUPERFICIALITÀ – Partiamo da un atteggiamento assai rivedibile e che non porterà a nulla se riproposto in altre gare. Lo stesso mister Modica in sede di conferenza post partita non vuole credere che la squadra abbia sottovalutato la sfida perché l’avversario è alla portata, ma il modo in cui il Messina approccia alla partita lascia intendere che questo potrebbe essere accaduto. Primo tempo da dimenticare con veramente poco da commentare: passaggi imprecisi, movimenti sbagliati o in ritardo, e poche idee per entrare tra le linee della retroguardia avversaria. Chi dovrebbe illuminare si spegne a partire da Ragusa per continuare poi con Emmausso e Cavallo. È anche poco utile soffermarsi sulle prestazioni dei singoli, poiché la quasi totalità risulta non sufficiente. Così come esistono le vittoria di squadra ci sono anche le sconfitte di squadra e la partita di ieri ne è l’esempio perfetto.
NESSUN ALIBI – Il mister lo ribadisce ai microfoni: non ci sono alibi per questa sconfitta. Il riferimento è al gol del Brindisi con una presunta posizione di offside di Bunino che fa la sponda per Ganz. Se abbiamo visto Modica recriminare in altre occasioni, non è questo il caso. Non importa se il gol fosse valido o meno, la partita dei giallorossi resta un disastro evitabile che va al di là del singolo episodio. La totale incapacità di produrre mole di gioco offensiva espone la squadra al rischio di non essere in grado di reagire ad un gol avversario che poteva arrivare, come è arrivato in altri casi. L’errore singolo è commesso da Salvo, ma non è il caso di addossare tutta la responsabilità di una partita persa in questo modo ad un ragazzo alla sua seconda presenza in assoluto tra i professionisti. La colpa se la prende poi il tecnico di Mazara del Vallo, ma è evidente come questa volta la responsabilità sia veramente di tutti, nessuno escluso.
TROPPI CARTELLINI – Il Messina chiude la gara di ieri con un totale di 7 ammonizioni, praticamente 3/4 della squadra, tra queste c’è anche la doppia ammonizione per Plescia arrivata in pieno recupero per eccesso di foga. Quattro delle sette ammonizioni arrivano nella prima frazione di gioco e questo è un fattore che non va tralasciato. È inevitabile che giocare con il peso di un giallo possa compromettere l’intera prestazione. Salvo riceve il suo giallo al minuto 4 e gioca un’intera partita con l’ansia di non commettere un altro fallo che avrebbe potuto portare al rosso. Manetta viene ammonito a metà primo tempo e salterà la prossima per squalifica da somma di ammonizioni. Insomma, tutto questo per dire che la grinta e la voglia di fare troppo spesso in queste prime giornate si è trasformata in veemenza sconsiderata, in un nervosismo eccessivo che non giova alla squadra in generale. Aspetto, questo, su cui Modica dovrà lavorare per evitare di trovarsi in futuro senza pedine importanti come succederà la prossima giornata.
PLESCIA E MANETTA OUT – La gara con il Brindisi lascia più di un amaro in bocca perché contro il Crotone mancheranno sia Vincenzo Plescia che Marco Manetta. Il secondo, come detto prima, salterà la trasferta in Calabria per somma di ammonizioni, era una squalifica che prima o poi doveva arrivare, ma che fa riflettere perché in sole 10 giornate Manetta ha collezionato un numero tale di ammonizioni. Un pilastro della squadra come lui deve fare di tutto per evitare le ammonizioni dove possibile, la sua assenza al centro della difesa peserà tanto. Per Plescia, invece, è arrivata la beffa nel finale, il direttore di gara punisce l’attaccante giallorosso per un intervento imprudente nel tentativo di colpire la sfera a pochi passi dalla porta avversaria. Un espulsione un po’ severa, ma che, soprattutto dalle immagini viste dal replay, sembra esserci per la dinamica dell’azione. Episodi a parte, il Messina avrà di fronte un banco di prova molto complesso senza due dei suoi leader e questo non porta che preoccupazioni verso un match che si prospetta tutt’altro che facile.
FIRENZE È TORNATO – Chiudiamo le nostre considerazioni con, probabilmente, l’unica nota positiva del match, il rientro di Marco Firenze. È una notizia potenzialmente ottima, ma il modo in cui è arrivata la decisione di metterlo in campo per il recupero lascia tanti dubbi sulla condizione e sul reale minutaggio che il centrocampista giallorosso ha nelle gambe. Polito zoppica vistosamente e Modica per il forcing finale decide di mettere nella mischia Firenze. Pochi palloni giocati che non ci lasciano fare previsioni su quanti minuti ha nelle gambe per la sfida di domenica con il Crotone. Il passo indietro è evidente, adesso la speranza è che lo stesso Firenze possa riprendersi il suo Messina, ritornando ad essere faro in mezzo al campo. Poco tempo fa il motto di Modica è stato “Giocare, giocare, giocare”, le risposte non sono state delle migliori, serve una svolta che vada anche oltre i risultati portati a casa.
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya