Un pareggio esterno che rende mister Modica contento e soddisfatto della prova dei suoi. Le assenze c’erano e pesavano, ma i giallorossi hanno saputo battagliare fino alla fine. Ecco allora cinque considerazioni sul match del Donato Curcio di Picerno.
CAMBIO TATTICO – Il tecnico dei giallorossi dimostra che all’occorrenza è anche in grado di cambiare il sistema di gioco da lui prediletto. Non parliamo di uno stravolgimento tattico, ma di una soluzione che si rivela efficace per contenere il grande potenziale offensivo dei lucani. I giallorossi infatti si schierano a specchio con lo stesso modulo del Picerno, il 4-2-3-1. Modulo che all’apparenza renderebbe ancor più offensivo il Messina che mette in campo un quarto attaccante al posto dei soliti 3, ma lo scopo di tale cambio era quello di annullare il centrocampo lucano impegnato a tenere a bada i movimenti degli attaccanti. Ciò che ne deriva è una partita bloccata, ma vivace che il Picerno sblocca grazie ad una grande azione orchestrata con i giri giusti. Il Messina la riprende in pochissimo e il pareggio è portato a casa. La sensazione – poi confermata dallo stesso Modica – è che i giallorossi puntassero innanzitutto a non perdere e la gestione tattica della partita ha portato al risultato sperato.
SALVO, OTTIMO ESORDIO – Concentrandoci sulle prestazioni dei singoli un primo apprezzamento va fatto alla partita di Salvo. Esordio assoluto con il Messina, ma soprattutto tra i professionisti in un match tutt’altro che facile. Esposito non gli rende la vita tranquilla, ma è ordinato e composto negli interventi. Gli mancano le sgroppate di Lia, ma d’altra parte si fatica a trovarne uno come lui al momento, persino in tutto il girone. Esordio che dà una buona risposta a mister Modica, fino ad adesso indeciso se inserire Salvo nelle rotazioni. Il ragazzo è giovane e deve maturar, ma l’azzardo del tecnico di scegliere lui e non Polito ripaga e, d’ora in poi possiamo aspettarci che anche Salvo possa far rifiatare Lia quando serve.
RAGUSA IN CRESCITA – Il capitano giallorosso è uno di quelli che ci prova di più nonostante una partita che, come detto prima, si rivela fin da subito bloccata. Discese sul fondo e cross al centro interessanti, ma soprattutto una grinta non indifferente diversa da quella di inizio stagione, quando probabilmente i problemi fisici lo tediavano anche psicologicamente. Adesso la voglia di fare è presente ed è in mostra, fondamentale per il carattere che un capitano deve avere per i propri compagni. Lotta, sgomita e si fa sentire sia dalla squadra che, tal volta, al direttore di gara. Siamo ancora lontani dal Ragusa che tutti vogliono vedere in campo, ma la strada intrapresa è quella giusta.
EMMAUSSO, AMO ET ODI – Inevitabilmente protagonista della gara grazie al rigore trasformato per il più classico dei gol dell’ex. In generale la sua partita non è eccezionale, Modica la definisce “strepitosa”, ma la sensazione è che dopo qualche appunto alle sue prestazioni il mister volesse motivarlo a proseguire su questa strada. La personalità con la quale si presenta sul dischetto dopo un periodo tutt’altro che facile è degna di nota. Trasformazione glaciale, come se ogni incertezza fosse spazzata via in un attimo. Analizzando, però, tutto il match del 10 giallorosso ne viene fuori una prestazione opaca risollevata dal penalty segnato. Parte sempre da lontano, più da centrocampista, senza trovare le vie di passaggio sperate. Perde qualche pallone sanguinoso che porta preoccupazioni alla sua difesa. La qualità si vede ed è elevata, ma è contornata da un atteggiamento che, alle volte, sembra distratto e sufficiente. Un fattore che potrebbe essere anche accettato su svariati giocatori, ma che fatica ad andare giù al pubblico messinese che in lui vede molto più di quello finora mostrato. Emmausso è un amo et odi, non puoi non amare le sue giocate quando ispirato, ma è probabile provare il sentimento opposto di fronte ad errori grossolani.
FUMAGALLI ETERNO – L’ultima considerazione non può che essere per Ermanno Fumagalli. Nei minuti finali salva ancora una volta i suoi con una parata strepitosa su Santarcangelo. Il carattere da leader e trascinatore è sotto gli occhi di tutti, ma nonostante il tempo continua a stupire la sua capacità di essere decisivo nei momenti cruciali di una partita. Il Picerno non tira tante volte in porta, la sua è una partita non eccessivamente impegnata, ma la sua prontezza nel neutralizzare l’ultima occasione avversaria è ammirevole. Non ci piace guardare la carta d’identità, ma va detto che Ermanno il 23 marzo compie 42 anni e la grinta che mostra è paragonabile a quella di un esordiente.
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya