Cosenza, non esistono più le mezze stagioni

Pubblicato il 9 Dicembre 2016 in Tattica

L’arrivo in corsa, la vittoria della Coppa Italia di Lega Pro e un secondo campionato di inaspettata alta classifica. Per Giorgio Roselli il terzo campionato sulla panchina del Cosenza doveva essere quello della conferma. La rivoluzione estiva, con l’ex ds Meluso che aveva messo in valigia Arrigoni, Ciancio, Fiordilino e Vutov nel suo trasloco a Lecce, era il primo segnale verso una stagione di obiettivi da costruire passo dopo passo. Il nuovo Cosenza messo a disposizione di Roselli nasceva sulla base di una difesa di primo livello: il portiere Perina è tra i profili più interessanti della Lega Pro, i centrali Tedeschi e Blondett farebbero il bene di tante squadre di categoria superiore. In mezzo al campo è rimasta l’esperienza di Caccetta, sugli esterni Criaco e Statella possono fare la differenza mentre sembra in fase conclusiva l’avventura di Cavallaro. In attacco gli addii di Arrighini e La Mantia, finiti a segnare in Serie B, hanno lasciato un vuoto colmato solo in parte da Gambino e Baclet. Ottimo l’impatto di Mungo, centrocampista dal gol facile arrivato da Pistoia. Inizio di campionato col botto: uno 0-3 nel derby contro il Catanzaro che fa sognare, poi due sconfitte consecutive che ridimensionano tutto. Roselli non si scompone, sistema il suo undici ed ecco sei risultati utili consecutivi che fanno tornare il Cosenza sui livelli della scorsa stagione. Tutto rosa? No, torna il nero pesto delle sconfitte. Tre consecutive, cinque nelle ultime otto che mettono in discussione la panchina dell’allenatore umbro. La vittoria di Agrigento evita il cambio, il nome di Riccardo Maspero rimane congelato fino a nuovi stravolgimenti. Cosa è successo al Cosenza? Una squadra che in tutta la scorsa stagione aveva perso solo sei partite, in neanche un girone arriva a sette sconfitte cancellando totalmente i pareggi che rimangono solo tre. Da squadra pragmatica e solida, a squadra senza mezze misure. Non è Roselli ad essere cambiato, il Cosenza visto l’anno passato non esiste più e ha lasciato spazio ad una squadra meno solida e più umorale. Interpreti diversi, tasso di esperienza calato e ambizione non più pari al livello della rosa.

COPPIA DI FATTO – Partiamo dalla fase offensiva per la nostra chiacchierata tattica, come sempre porteremo alla vostra attenzione alcuni esempi in modo da poter ampliare il discorso. Roselli sceglie Mungo alle spalle dell’unica punta Gambino per molte delle uscite stagionali, la carenza di risultati e qualche acciacco lo fanno tornare al 4-4-2 classico nelle ultime settimane. Nella nostra animazione tre momenti della sfida vinta sul campo dell’Akragas nel turno infrasettimanale: abbiamo messo in evidenza il modo in cui la squadra di Roselli riempie l’area di rigore avversaria. Nei primi due frame vediamo cross dalla sinistra che trovano nel cuore dell’area Gambino e Filippini (riquadro rosso) nel primo, e lo stesso Gambino e Criaco nel secondo. Proprio il secondo frame ci spiega l’applicazione della fase: Filippini ha lasciato il cuore dell’area per cercare palla sulla corsia, a quel punto Criaco lascia la posizione di esterno destro per andare a completare la coppia con Gambino. Anche nell’ultima parte notiamo la stessa dinamica: ingrandimento per Baclet e Statella, il cross arriva da destra ma sono sempre due ad attaccare il pallone. Statella colpirà due volte trovando la terza rete della partita.

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ZONA MISTA – Passiamo alla fase difensiva, per farlo ci concentriamo sull’applicazione sulle palle inattive: siamo nella sfida persa internamente contro il Catania di Pino Rigoli. Dopo il vantaggio di Baclet arriva la rimonta etnea, primo passo il gol di Bergamelli: Fornito batte dalla sinistra, palla sul palo lungo e primo colpo di testa di Anastasi, dopo la respinta di Perina arriva Bergamelli a mettere dentro. Passiamo all’analisi del sistema: in blu vediamo quattro giocatori schierati a zona, tre difendono l’area piccola mentre uno rimane ibrido tra la zona e la porzione delle marcature a uomo (riquadro rosso). La scelta della zona mista è ormai di moda tra le nuove metodologie difensive, il motivo deriva dall’idea di non lasciare tutto allo scontro uomo contro uomo ma di difendere preventivamente zone dell’area facilmente attaccabili dagli schemi avversari. In un calcio deciso, ormai, in percentuale altissima da situazioni da palla inattiva, trovare soluzioni difensive adeguate è un’arma da non sottovalutare.

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