Daniele Arrigoni, il brivido del “Celeste” e il futuro della Lega Pro
Pubblicato il 18 Dicembre 2015 in Primavera
Stagione 2001-02, ultimo anno della gestione Aliotta. Sulla panchina del Messina un giovane tecnico giunto in riva allo Stretto da esordiente in cadetteria dopo un buon campionato in C1 alla guida della Vis Pesaro. Una stagione tribolata tra alti e bassi culminata con la salvezza conquistata in extremis nell’ultimo turno di campionato. Nell’estate successiva il Messina aprirà un nuovo ciclo con altri prestigiosi interpreti a calcare i campi prima del “Giovanni Celeste” e poi del San Filippo; per Arrigoni, nel frattempo, si dischiudono definitivamente le porte di una carriera poi spesa tra cadetteria e massima serie sulle panchine di Palermo, Cagliari, Bologna (promozione in serie A), Triestina e Sassuolo. Nel 2012 l’approdo romantico in un Cesena avviato alla retrocessione per un’ultima apparizione in serie A prima del passaggio al Forlì nel ruolo di direttore tecnico. Da quest’anno l’allenatore romagnolo è il nuovo commissario tecnico delle Nazionali Under 16 e 18 di Lega Pro, un incarico di vitale importanza nell’ottica di un rinnovamento delle strategie dei settori giovanili in una categoria di passaggio tra l’universo dei dilettanti e le realtà milionarie delle due serie maggiori.
Quindici anni fa l’esordio in serie B con il Messina. Quali i ricordi più intensi di una salvezza conquistata solo all’ultima giornata sul campo del retrocesso Crotone?
Al termine di quella gara mi stesi sul terreno di gioco a guardare le stelle mentre il resto della squadra esultava: per tutti noi quella salvezza fu come la vittoria di un campionato. Per ottenere la permanenza furono necessari 47 punti, un record che costò la retrocessione a compagini attrezzate come la Ternana o la Pistoiese. La mia squadra accusò un calo in primavera e tutto alla fine divenne sempre più complesso, per questo motivo le emozioni di quella salvezza resteranno sempre vive nei miei ricordi di uomo e professionista.
Quella stagione entrò nella storia anche per un famoso Messina-Palermo con la gemma di Buonocore che fece impazzire il “Celeste” e per la vittoria nel derby con la Reggina.
Buonocore era un trascinatore, il suo infortunio a metà stagione ci impedì di poter aspirare a qualcosa di più della semplice salvezza. Nel mercato invernale arrivarono due elementi di grande valore tecnico come Grabbi e Prodan che si dimostrarono poi poco incisivi poiché fermi da diverso tempo. Per una stagione intera non si è mai visto uno spazio libero al “Celeste”: in casa davamo veramente spettacolo al netto delle difficoltà comuni a tutte le neopromosse. Nel percorrere il tunnel che conduceva al campo di gioco avevamo i brividi solo immaginando l’accoglienza dei nostri tifosi.
Dopo venti anni di esperienza con le prime squadre ha scelto di rimettersi in discussione tornando a lavorare nei settori giovanili. Soddisfatto di questa nuova scelta?
Ho accettato subito al volo una proposta che immaginavo di ricevere per la gioia di stare in campo a lavorare con i ragazzi. Under 16 e Under 18 sono due rappresentative ideali per la Lega Pro, non avrei mai assunto la conduzione dell’Under 23 poiché credo che in quella fascia d’età i giocatori debbano avere visibilità soprattutto con i club. Con l’avvento del nuovo presidente potrà esserci qualche cambiamento per potenziare il lavoro di scouting sui campi delle varie Berretti e delle prime squadre; in questo senso sono molto fiducioso per il futuro.
Quale il rapporto con il c.t. Antonio Conte nella conduzione tecnica delle varie Nazionali?
La gestione unitaria delle varie rappresentative mi porta a confrontarmi maggiormente con l’Under 21 di Serie B e con l’Under 17, chiaramente sono molto soddisfatto quando vedo emergere i nostri migliori elementi nelle Nazionali maggiori. A marzo saremo impegnati nel Torneo Arco di Trento per poi cimentarci in numerose altre competizioni di questo tipo nel finale di stagione. Spero di avere la possibilità di partecipare al più presto ad alcuni tornei di carattere internazionale per dare una maggiore visibilità ai giocatori delle mie due Nazionali.
Nell’ottavo di finale di Coppa Italia tra Roma e Spezia solo quattro italiani in campo dal primo
minuto. Cosa sta accadendo al calcio italiano a vent’anni dalla sentenza Bosman?
I problemi sono evidenti poiché per anni non si è lavorato con responsabilità sui settori giovanili, intravedo comunque diversi ’98 di talento per ricominciare con serenità un nuovo ciclo. Tante società di Lega Pro stanno lavorando duramente per costruirsi un futuro sostenibile; non voglio fare un esempio in particolare, ma vedo tanto coraggio e tanta buona volontà in questa direzione. La rimodulazione della regola degli Under può portare grandi benefici alle società senza procurare situazioni spiacevoli a tanti ragazzi utilizzati in passato unicamente in base al dato anagrafico. Sono della convinzione che debba sempre giocare chi è più bravo.
Sta seguendo il girone C di Lega Pro e quali sono i valori tecnici medi espressi da questo torneo?
Nei tre gironi la lotta al vertice è divenuta serrata sin dalle primissime giornate. Con il mio staff ci rechiamo con maggior frequenza sui campi delle formazioni Berretti rispetto a quelli delle prime squadre, mi capita di assistere a gare di Lega Pro solo quando so che saranno schierati quegli elementi interessanti in ottica Nazionale. Non ho mai visto giocare il Messina in questa stagione, la gara di Caserta potrebbe essere la volta buona per tornare a seguire la mia ex squadra.
Nello stage di novembre ha convocato tre elementi della Berretti del Messina, Bossa, Longo e Fiumara. Quali le reali potenzialità di questi tre giocatori?
Mi confronto spesso con i direttori tecnici dei settori giovanili per tastare il polso della situazione delle varie realtà della penisola. I tre giocatori della Berretti del Messina convocati sono sotto osservazione da diverso tempo e potrebbero essere coinvolti anche nel prossimo stage di febbraio.