Fc Messina, le parole sono importanti

Pubblicato il 21 Ottobre 2019 in Primo Piano

“Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti”. Era il Michele Apicella di Palombella rossa, era un Nanni Moretti smemorato alla ricerca di se stesso. Il film del 1989 c’entra poco, ma diventa ottimo spunto per tratteggiare il momento in casa Football Messina: le parole sono importanti.

SOPRA LE RIGHE – Il protagonismo è uno dei mali dell’età contemporanea. Apparire più di essere o avere, chi ne è intriso non commette nessun peccato mortale ma – semplicemente – vive il suo tempo. Rocco Arena porta a Messina il suo entusiasmo, lo fa passando dalla seconda opzione dopo il diniego degli Sciotto e lo accompagna a una narrazione mai banale ma volutamente eccessiva. Il problema – se di problema si può parlare – resta la memoria di chi ascolta, osserva, giudica e analizza. La memoria, da queste parti almeno, non è così corta e torna utile per comprendere il momento della squadra di Massimo Costantino. Infatti l’aspetto che complica, dannatamente, il giudizio su Giuffrida e compagni non risiede nelle semplici prestazioni; il motivo è semplice: Rocco Arena ha fissato l’obiettivo in alto. Il presidente del Football Club – per convinzione, opportunità o semplice incoscienza – ha parlato di una squadra competitiva per vincere il torneo. Palermo a parte – con i rosanero che sembrano fare un campionato senza rivali -, il Football Club Messina non sembra assolutamente in grado di mantenere le premesse presidenziali. Non una colpa della squadra, l’errore sta tutto nelle dichiarazioni.

TUTTA COLPA DI ROCCO – Che presidente sia Arena è facile capirlo: ambizioso, volutamente eccessivo e intriso di quel senso di sfida utile per puntare in alto. Tra il dire e il fare – almeno nel pallone – c’è di mezzo il campo. Sul terreno, infatti, non ci vanno le chiacchiere e la voglia di vincere il campionato ma calciatori e idee dell’allenatore. Il Football Club Messina non è una cattiva squadra – il contrario anzi -, certamente però non è matura abbastanza da puntare al vertice, non è formata da quella personalità utile a vincere le partite sporche e manca “dell’ambiente” necessario per strappare il punticino in più. Motivi diversi: quello tecnico è semplicemente influenzato da un cantiere in evoluzione, rallentato anche dagli arrivi a campionato in corso di Coria e Melillo (fermato da infortunio). La personalità non la compri al supermercato e il Fc Messina ne avrebbe bisogno. Per quanto riguarda la questione ambientale occorrerebbe un capitolo a parte, e così sarà.

L’AMBIENTE – La vicenda tra Rocco Arena e la famiglia Sciotto è arcinota e arcinoiosa, come la guerra su acronimi e storia. Il perché la piazza abbia rigettato – almeno in parte Arena – è stato ampiamente dibattuto. Di contro, però, vanno segnalate buone presenze allo stadio (non staremo a fare la conta degli over 65, vi preghiamo!) e un minimo di vicinanza figlia anche del distacco nei confronti delle gestioni sciottiane. Fatto il riassunto delle puntate precedenti (che mega noia), adesso, è tempo di capire quanto questo influisca: la difficoltà del campionato è chiara, gli avversari sono superiori e manca la spinta della piazza quando c’è da cambiare passo. Manca anche la giusta pressione che una città come Messina sa mettere, diventa quindi anacronistico (al momento) pensare a un Football Club pronto a scalare la vetta, la sensazione è quella di un’incompiuta calcistica. Perché nel calcio occorre che tutto trovi il suo equilibrio: società, campo, tifoseria, città. Non conquistare il tifo non può essere una colpa, diverso però se questo tifo hai fatto in modo di mettertelo contro da solo. Non si può chiedere a un tifoso di cambiare squadra: sarebbe bastato esserci e basta, far scegliere alla città con i fatti e non con le interviste.

IL CAMPO – Massimo Costantino resta tra i tecnici più preparati e interessanti del Girone I: il suo Football Club pecca dell’elenco fatto in precedenza ma cresce sempre. 4 punti tra Giugliano e Savoia sono un merito, anche se al Giraud arriva la quarta rimonta subita. Il problema non può mai risiedere in un pari sul campo di una big, ma resta quell’obiettivo primato fissato da Arena. Se hai regalato il pari a Nola e Biancavilla se poi costretto a fare le imprese: col Savoia farsi rimontare, quindi, diventa un peccato per cui mangiarsi le mani. La prestazione c’è e sempre ci sarà, perché il Fc Messina ama giocare e lo fa secondo calciatori dotati di tecnica e familiarità con l’attrezzo sferico. Avere meno punti in classifica di Acireale, Licata e Biancavilla (tra le altre) non è, però, giustificabile nonostante sia figlio dei fattori prima analizzati. Nel bilanciare il bello e il brutto – comunque – c’è il presente: vittoria col Giugliano e pari col Savoia sono i prodromi, ora la doppia sfida (la prima in Coppa Italia) con l’Acireale arrivato alla prima flessione stagionale. Poi ancora Campania e la stracittadina, il Football Club Messina dira a se stesso chi è davvero e se può mantenere la parola del suo presidente. Il Palermo è avversario troppo forte per tutte (ma lo diciamo solo dal precampionato…): dall’Acireale in giù si combatte per il podio, un risultato – che se fissato a inizio stagione e con meno prosopopea – sarebbe già una piccola impresa.

*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale del Football Club Messina

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