Fc Messina-Licata, il potenziale teorico

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Pubblicato il 1 Settembre 2019 in Primo Piano

Fc Messina già in vetrina per il potenziale di bel gioco mostrato a sprazzi nella prima uscita stagionale in campionato.

IDENTITÀ – Il pareggio con il Licata è bugiardo per quanto fatto vedere dalla squadra di mister Massimo Costantino (voto 6). Il tecnico esordisce nel gioco delle valutazioni di Corner guadagnandosi una sufficienza piena, che è però un giudizio fortemente condizionato da un risultato ridimensionato rispetto a quello che è l’elemento centrale palesato dall’esordio di campionato: la filosofia di gioco è già chiara, anzi lampante. Palleggio mai casuale, reparti ben amalgamati e stretti. Partecipazione trasversale delle pedine in gioco, soprattutto in fase di possesso. I quattro under titolari già inseriti di diritto, alla prima uscita, nella lista dei migliori in campo. Assenti quattro pedine teoricamente intoccabili nello scacchiere titolare: Fissore, Melillo, Coria (ancora, a dir il vero, in attesa del transfer) e Gomes: il futuro di questa band è quantomeno promettente.

Aiello 6: gran parata sul piazzato di Convitto. Non può nulla sul rigore di Cannavò, che lo spiazza totalmente. Per lui una domenica senza troppi sforzi.

Casella 6,5: ordinato e propositivo quando la manovra lo chiama in causa. Sfiora il 2-1 di testa su corner di Alessandro Marchetti. Ottimo impatto.

Marchetti D. 5,5: non sempre impeccabile nella scelta dei tempi. Causa il rigore del pari ospite (non propriamente solare). Tra i due centrali di difesa, è lui l’indiziato a lasciare il posto a Fissore, che sarà disponibile già a Palmi.

Quitadamo 6: sbaglia poco o nulla. Nella ripresa, complice l’atteggiamento sparagnino del Licata, può concedersi qualche sbadiglio e l’aspirazione a trasformarsi in attaccante. Ci prova su piazzato. E nel recuperò sfiora il gol su assist involontario di Chiappino.

Brunetti 6,5: under assolutamente interessante. Bene nelle due fasi e nella personalità espressa in campo nell’arco dei novanta minuti.

Marchetti A. 6: condizione non ancora al top, ma presenza costante nelle trame di gioco, con qualche buona iniziativa quando si allarga sulla destra. Centrocampista imprescindibile per Costantino. (dal 36’ s.t. Miele sv: poco più di 10’ di gioco rendono ingiudicabile la sua prestazione).

Giuffrida 6: tenta, senza fortuna, di entrare nella storia del match quando prova a capitalizzare al meglio l’assist di Alessandro Marchetti con un destro preciso ma poco potente. Ordinato propositivo, senza particolari acuti.

Correnti 6,5: forse la migliore sorpresa del match. Non foss’altro perché sin ad oggi Costantino lo aveva schierato nel tridente offensivo. Arretrato sulla linea mediana, fa la sua figura, districandosi con grande padronanza in entrambe le fasi di gioco.

Bevis 6,5: forse non sempre mentalmente nel vivo del gioco. Però il francese ha già messo le cose in chiaro: quando punta lo spazio, è una scheggia impazzita, a tratti devastante. Come per Correnti, anche su questo calciatore può essere allegata l’etichetta “jolly”: può recitare anche da interno di centrocampo. (dal 42’ s.t. Chiappino sv).

Dambros 5,5: forse nel gruppo è il calciatore più lontano da una condizione ottimale. Recita, un po’ forzatamente, da centravanti puro, lui che dovrebbe agire sull’esterno. Impegno indiscutibile, ma i tempi migliori devono ancora arrivare. Procura il penalty del vantaggio. (dal 29’ s.t. Carrozza 5,5: buon impatto sulla gara, ma entra quando il ritmo gara cala per la stanchezza trasversale e il tempo concessogli non gli dà la possibilità di mettersi in mostra).

Carbonaro 6: croce e delizia. Se avesse messo nel sacco anche il secondo calcio di rigore, certamente si sarebbe guadagnato il premio di man of the match. L’incrocio dei pali gli nega la gioia della doppietta, da quell’episodio la sfida prende un’altra direzione.

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