Il pari di Caserta e la cinquina subita a Matera, due facce dello stesso Messina formato trasferta. Una squadra dai contenuti scarsi, troppo impaurita dall’ennesimo buco nell’acqua per azzardare qualcosa di diverso. Andria come crocevia di una stagione sull’altalena: devastanti i giallorossi del San Filippo, al limite della decenza quelli visti lontano dalle mura amiche. Il Degli Ulivi sorride ad un Messina all’asciutto di gioie esterne dal lontano settembre quando, ancora nella gestione Marra, la rete di Mancini piegava un pessimo Catanzaro. Il lampo di Milinkovic basta alla squadra di Lucarelli per avere la meglio di una Fidelis in netto calo e piegato dalle troppe assenze. Favarin smentisce se stesso passando ad un 4-4-2 sbilanciato in avanti e colmo di calciatori adattati; Lucarelli non è da meno quando rilancia il 3-5-2 forse convinto di poter giocare a specchio con gli avversari. Non si lascia sorprendere il tecnico livornese, le modifiche tattiche dell’Andria non fanno scomporre i giallorossi che decidono di giocare sulla linea dettata. Squadra corta e che cerca densità interna, il possesso palla è concesso ai pugliesi che però lo sterilizzano presto. Dalle parti di Berardi arriva qualche forzatura e un paio di cross comodi, il Messina rischia pochissimo e capitalizza al massimo. Il nuovo sistema tattico non fa vacillare quasi quanto non consente di colpire. Ci vuole un break deciso e ben studiato: la rete di Milinkovic non arriva in modo casuale, dietro c’è una preparazione evidente. Un colpo secco, quanto basta per tornare a casa coi tre punti e potersi finalmente appuntare al petto la medaglietta del cinismo.
ORDINE – Primo frame dedicato alla fase difensiva, prendiamo in analisi un momento particolare della sfida, ovvero una ripartenza pugliese: il Messina perde palla e deve rincorrere, vediamo funzioni bene il sistema pur concedendo un tiro agli avversari. Minicucci è in possesso palla, la linea a tre è ben schierata (linee rosse) e non si lascia sorprendere dal ribaltamento dell’azione. Palumbo non si lascia saltare e concede un sinistro che Berardi allungherà in angolo più per eccesso di zelo che per necessità.
Lavora bene la linea difensiva, lo fa anche il centrocampo che deve rincorrere ma lo fa in maniera organizzata. Mancini insegue Minicucci, da Silva legge il movimento e corre in copertura verso il centro ma la giocata perfetta è quella di Foresta: il numero 17 capisce che De Vito è troppo alto e si improvvisa terzino stringendo la sua posizione e chiudendo sull’inserimento possibile di Cianci (riquadro blu). Copertura totale del Messina: Croce rimane in mezzo a Maccarrone e Bruno, del resto si occupa Foresta con Palumbo che concede a Minicucci una giocata forzata.
BREAK – Passiamo all’azione che decide la sfida, la rete di David Milinkovic arriva ad un soffio dalla pausa di metà tempo, momento ideale per indirizzare una gara dalla propria parte. Il Messina non punge, praticamente, mai fino a quel momento quasi volesse attendere il tempo giusto per colpire. Foresta oscilla tra le due fasi, quando il pallone arriva dalle sue parti è lucido nell’aprire il gioco sulla corsia mancina dove sopraggiunge De Vito. Il terzino giallorosso (cerchio blu) attacca lo spazio a testa alta, vede come Foresta si schiacci sulla linea difensiva (evidenza gialla), creando uno spazio attaccabile per un possibile rimorchio. Puntuale arriva Milinkovic (riquadro rosso), il franco-serbo ha tantissimo campo da prendere e il suo scatto brucia la possibile copertura avversaria.
Nell’immagine successiva vediamo lo sviluppo dell’azione: De Vito gioca velocemente verso il compagno (cerchio e freccia blu), Milinkovic azzecca i tempi di inserimento e brucia il tentativo di chiusura di un disordinato Onescu. Bravissimo Foresta ad allargarsi a sinistra aprendo la cintura centrale della linea pugliese. Per Milinkovic si apre un’autostrada da attaccare, il numero 10 salta il primo uomo, quando entra in area rimane lucido nel colpire coi tempi giusti e non serve a nulla la disperata chiusura di Tito che, anzi, tocca il pallone quel tanto che basta per rendere inutile l’intervento di Cilli. Non casuale dicevamo in precedenza, perché è evidente che i movimenti che portano alla conclusione di Milinkovic siano frutto di qualcosa di ben organizzato: Foresta ruba, scarica e attacca la profondità cercando di aprire le maglie avversarie. Lo spazio che Milinkovic si trova davanti è figlio del lavoro del compagno, impossibile improvvisare qualcosa del genere. La Fidelis tiene il possesso e in apparenza fa la partita, il Messina la vince con organizzazione e massima resa delle armi a disposizione.