“Una settimana normale”, così Cristiano Lucarelli descrive i giorni di avvicinamento alla sfida dello Zaccheria contro il Foggia di Giovanni Stroppa. Ci ripensa un attimo e aggiunge: “Escludendo il calciomercato”. Le ultime ore di trattative dei giallorosse sono state, infatti, tra le più complicate dell’intera sessione. Gli addii annunciati di Pozzebon e Nardini, quelli da scongiurare di Musacci e Milinkovic, con Taranto e proprio Foggia che pregustavano già l’arrivo dei due. Frizioni societarie e il veto di Lucarelli bloccavano accordi ormai ad un passo dalla chiusura. Passato in cavalleria il caso Musacci, a tenere banco è ancora una volta David Manuel Milinkovic. Il franco-serbo rimane il pupillo del tecnico livornese, la sua trasferta milanese per trovare un accordo con la squadra di Stroppa è stata perdonata, e non per mera convenienza tecnica. Tra i due esiste un rapporto umano che va oltre quello classico tra allenatore e giocatore (Lucarelli-Milinkovic, addomesticare l’anarchia), tanto che vederlo titolare allo Zaccheria non stupirebbe nessuno. Sin dal suo arrivo a Messina, Cristiano Lucarelli ha visto in Milinkovic il giocatore in grado di far fare il salto di qualità alla sua squadra. Urlacci, richiami, concessioni tattiche, bastone e carote: tutte cose che ritmano il rapporto in campo, e fuori, tra Lucarelli e il suo numero 10. Il suo trasferimento a Foggia era l’inaccettabile resa ad una situazione societaria ancora piena di risvolti, il veto veniva imposto come ultimo baluardo di solidità e credibilità. Lucarelli potrà essere discusso per scelte tattiche, mai per quelle umane: ci mette la faccia, garantisce e si spende in prima persona per tenere il treno sul binario. Non un discorso univoco, perché anche per Milinkovic il restare al fianco di Lucarelli deve essere una chance e non un obbligo fastidioso. Difficile, forse impossibile, che il proseguo della carriera di Milinkovic gli faccia trovare tecnici tanto attenti e protettivi. Sfrutti questa occasione, per riconoscenza e per il suo futuro. La settimana dei giallorossi è stata normale, diversamente da quella drammaticamente errante che ha portato alla vittoria contro la Juve Stabia. Digeriti gli addii, si sono spalancate le porte del San Filippo ai tre nuovi acquisti: Silva e Sanseverino dovranno mutare le capacità tecniche della mediana. Per Anastasi il compito non sarà solo quello di buttarla dentro, a differenza di Pozzebon gli si chiederà maggiori capacità nel fraseggio col resto della squadra.
SENZA PARACADUTE – Arrivati nell’ultimo giorno di mercato, presentati giovedì ed in campo sabato pomeriggio. Questo l’iter che porterà i nuovi acquisti giallorossi ad esordire contro il Foggia: certo del posto è Valerio Anastasi che da Pozzebon eredita numero di maglia e posto in campo. Sanseverino deve regalare velocità tecnica e ritmo, Silva sostanza. Si dovrebbe ripartire dal secondo tempo contro la Juve Stabia, quando la difesa con i tre centrali e la grande densità in mezzo hanno fatto la differenza. Fuori gli infortunati Foresta e Maccarrone, panchina per Mancini che potrebbe diventare un’importante arma a gara in corso. Milinkovic prenota una maglia accanto ad Anastasi, sarà suo il compito di creare lo stesso feeling che lo legava a Demiro Pozzebon. La mente sarà Musacci, alle sue spalle Angelo Rea guiderà e detterà ordine tattico a Palumbo e Bruno. Il lavoro più gravoso sarà quello di Grifoni e De Vito: il Foggia sa come far male sulle corsie esterne, ai due giallorossi verrà chiesto un’instancabile doppia fase.
VERSO LA VETTA – A Foggia l’obiettivo è solo uno: la Serie B. Lo scorso anno sfuggita per un soffio, l’addio di De Zerbi e l’arrivo di Stroppa non ha mutato la voglia di cadetteria della proprietà. Mercato estivo e invernale da protagonista: gli arrivi di Deli, Figliomeni e Di Piazza a rinforzare una rosa già competitiva per il primo posto. Campionato fintamente altalenante, la verità è che le quattro davanti vanno talmente forte che anche un pareggio somiglia ad un tonfo. Rossoneri in striscia positiva prolungata, con l’infortunio di Angelo e Sarno subito assorbiti dalla duttilità di mister Stroppa (Foggia, volare senza le ali). Il tecnico dei pugliesi recupera il suo numero 10 ma rimane cauto, “Sarno in campo solo in caso di necessità”. Pretattica? Forse, perché se Sarno c’è, Sarno gioca. O almeno così potrebbe essere. In caso contrario spazio ancora a Cosimo Chiricò, con lui Mazzeo e Sainz-Maza formeranno il tridente offensivo. A supporto il classico centrocampo tecnico, Vacca più Agazzi e Deli (favorito su Agnelli) saranno le armi nascoste della fase di possesso di Stroppa. In difesa nessuna sorpresa: Loiacono bloccato a destra, da Martinelli e Coletti nasce il gioco, a sinistra Rubin si traveste da freccia avvelenata.