Foggia-Messina, riuscire a rientrare in partita quando sembra finita

Pubblicato il 30 Novembre 2022 in Primo Piano

Sorprendersi. Il trend stagionale e il valore delle due rose racconta che, per il Messina di Auteri, la trasferta sul campo del Foggia rappresenta un esame impossibile da superare. Il calcio non è, però, sport dal risultato sempre scontato. Per ribaltare l’ovvio occorre una prova di orgoglio e carattere.

REAZIONE – Sette sconfitte in sette trasferte sono ruolino di marcia che non potrebbe non fare rima con ultimo posto. Impossibile costruire una salvezza sulle sole gare interne, anche perché il San Filippo non è mai stato fortino invalicabile per gli avversari. Il solo punto conquistato nella doppietta interna con Potenza e Turris mettono spalle al muro una squadra già costretta a rincorrere. Doppia delusione servita per togliere l’ultimo velo di pazienza su un progetto tecnico insufficiente. La mediocrità del lavoro di Pitino viene rispecchiata sul campo, dove nessuno dei calciatori sembra aver la continuità e la capacità per ribaltare la stasi negativa. Rosa che presenta giovani di buon valore e over gravemente insufficienti. Impossibile chiedere a un gruppo di under 23 di raggiungere la salvezza senza l’apporto di calciatori più esperti. Cinque gare prima del mercato, cinque gare per dare il proprio contributo e poi salutare. Sì, perché non saranno Foggia, Picerno, Juve Stabia, Taranto e Crotone a riabilitare il percorso di tanti di loro. Trarre il massimo, poi prendere atto che non siano questi i calciatori adatti all’obiettivo salvezza. Discorso che si potrebbe allargare – verdetto del campo alla mano – a ds e tecnico, ma il doppio filo che sembra legarli alla proprietà pare ancora solidissimo. Inutile, oggi, far finta che tutto sia ancora salvabile solo con “uno spirito diverso”. Occorre (presente e non futuro) intervenire in maniera netta, col machete. Ngombo diventa commesso viaggiatore per i voleri umorali del presidente Sciotto: la sconfitta con la Turris ha risvegliato l’orgoglio presidenziale che si dice pronto a fare quanto serve per aiutare la squadra. Scontato, forse sarebbe meglio dire “obbligato”. Sì, perché questi ragazzi necessitano di un aiuto già da tempo. E, poi, perché il disimpegno di Sciotto non sarebbe accettabile in questa fase della stagione. Se la volontà della proprietà, invece, fosse questa si provveda ad affidare la cessione a un advisor specializzato in tempi brevi, pur dovendo rinunciare a qualche euro. E se nessuno fosse interessato… porsi domande e non smoccolare lamentale. L’ingaggio di Ngombo era stato approvato dal punto di vista tecnico, i rimandi economici hanno negato al belga di essere a disposizione fin da subito. Pratiche burocratiche da risolvere, ma anche in caso di attese prolungate sarebbe sbagliato tirarsi indietro. O il giocatore è di valore (e può dare una mano) oppure non lo è. Tertium non datur. Le tempistiche non dovrebbero sovrapporsi alla questione legata alle capacità. In più, scartare Ngombo per questioni burocratiche per poi ricercare altro nel mercato di gennaio cozzerebbe con quello che realmente serve: più di un attaccante. Concetto che si spera essere ben chiaro a tutte le parti in causa.

VOLONTÀ – Contesto generale che si aggiunge, amaramente, al campo. I punti, però, vanno trovati sul terreno di gioco e per farlo serve dare e fare molto di più. Sorprendere in primis sé stessi, poi un avversario che allo Zaccheria costruisce buona parte del suo bottino in classifica. Rossoneri in risalita grazie al cambio in panchina tra Boscaglia e Gallo, anche se le ultime due uscite non brillanti (rimonta con sconfitta subita in casa dal Cerignola e pari anonimo sul campo del Monterosi) sembrano figlie anche dell’enorme caos societario che sta interessando i pugliesi. Tornando alla squadra di Auteri: quanto visto con Potenza e Turris non soddisfa, gravemente insufficiente sia per approccio che per applicazione. Tatticismi che confondono e prestazioni che sommano mediocrità a scarso spirito battagliero. Auteri – che sarà squalificato – ha mischiato le carte fin troppo non trovando mai la vera quadra. Contro la Turris è rimasto spettatore in attesa per troppo tempo, quando ha cambiato era già tardi. Il turno infrasettimanale – con vista sullo scontro diretto con il Picerno di domenica – lo costringe a un impiego diverso della rosa. Lewandowski ha fatto un giro in panchina per una botta non assorbita, Daga ha fatto discretamente ma dovrebbe tornare a sedere tra le riserve. Filì rivuole una maglia da titolare, Berto candidato per lasciargliela. In mediana non ci sarà Mallamo squalificato: la prima soluzione indicherebbe Marino come sostituto, ma l’inserimento di Konate con spostamento di Fiorani in mezzo resta opzione credibile. Fazzi ancora favorito su Versienti, l’ex Taranto sembra ai margini ma si dovrà contare anche su di lui da qui a gennaio. Attacco? Come scegli sbagli. Curiale e Iannone si candidano per invertire la rotta. Per completare il trio il favorito è il solito Balde. Nel Foggia tante le assenze: out Malomo, D’Ursi e Schenetti, mister Gallo riflette su alcuni ballottaggi sulle corsie esterne e nel trio mediano. In avanti Vuthaj cerca riscatto, con lui Peralta più di Ogunseye.

FOGGIA (3-5-2) Nobile; Sciacca, Di Pasquale, Rizzo; Garattoni, Frigerio, Petermann, Di Noia, Nicolao; Vuthaj, Peralta. All. Gallo

MESSINA (3-4-3) Lewandowski; Angileri, Trasciani, Filì; Konate, Fiorani, Fofana, Fazzi; Iannone, Curiale, Balde. All. Cinelli (Auteri squalificato)

*foto copertina: Acr Messina – sito ufficiale | ph. Francesco Saya

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