Gelbison è una parola araba che significa “Montagna dell’idolo”, anche tradotto come “Monte Sacro”. All’ombra dell’idolo, dalle parti di Vallo della Lucania in provincia di Salerno, nasce una società che dopo 66 anni di storia raggiunge un obiettivo insperato: il professionismo.
LE RADICI – Com’è facile intuire la Gelbison prende il nome dall’omonimo Monte che sovrasta tutto il Cilento. Un nome speciale, sacro per molti, e qualcosa di speciale hanno fatto questi ragazzi che nell’ultima stagione hanno conquistato un’incredibile promozione. Prima, però, è doveroso ripercorrere le origini di questo club. La Gelbison, di fatto, nasce nel 1926 come squadra del territorio – il territorio di Vallo della Lucania – ma occorrono 30 anni per far sì che la squadra intraprenda una vera attività federale e si iscriva ai campionati regionali e provinciali. Come riportato sul logo, infatti, nel 1956 nasce l’Associazione Sportiva Gelbison Cilento. Gli anni precedenti erano stati caratterizzati da amichevoli e partite saltuarie anche con avversarie di un certo calibro, tipo Salernitana e Cavese. Dopo la prima iscrizione, per la Gelbison, sono anni altalenanti con un galleggiamento tra Prima Categoria e Promozione, ma senza ottenere grandi risultati e vedendo la Serie D come un miraggio. Bisogna attendere gli anni 2000 per vedere emergere una Gelbison vogliosa di lottare per la quarta serie italiana: obiettivo raggiunto nella stagione 2006/2007. La guida era del presidente Emilio Tortoriello, che pochi anni prima aveva preso il testimone da Maurizio Puglisi che, però, tornerà più avanti nella storia di questo club. Sembra essere l’inizio di una presenza stabile nel campionato dilettantistico, ma avviene un tonfo, quasi inaspettato, con la Gelbison che torna in Eccellenza. Due campionati di passaggio e poi nuovamente la promozione. Da lì in poi la Gelbison affronterà un decennio all’insegna della confusione societaria, ma sempre mantenendo la categoria fino ad arrivare all’impresa dell’ultimo campionato.
DI MANO IN MANO – La storia recente della Gelbison è caratterizzata da una presa di posizione nel campionato nazionale dilettantistico, ma al tempo stesso da continui scossoni che stravolgono i vertici della società. Tema, che, si intravede in tutta la storia del club, ma che diventa insistente negli anni della D, dove i presidenti sono stati addirittura 4. Angelo Noce – imprenditore edile – è il primo a dare il via a questo valzer di presidenti che si succederà negli anni a seguire. Prende le redini dopo le dimissioni di Piccininno, salvando, di fatto, il club di Vallo della Lucania e iscrivendolo al campionato a pochi giorni dalla scadenza. La fiducia è tanta, ma solo dopo poco più di un anno Noce è costretto alle dimissioni, dopo che il rapporto con l’ambiente si era fortemente incrinato. A prendere il testimone nel Gennaio 2016 è l’avvocato Antonello Mainente. Il nuovo patron riesce a condurre la sua squadra ad una salvezza insperata e nelle due stagioni seguenti mantiene senza rischi la categoria, lasciando alla fine del suo terzo anno. «Vado via – ha tenuto a precisare Mainente – perché la Gelbison assorbe troppo tempo e non riesco più a seguirla come qualche mese fa, ma lascio anche per una questione di rispetto verso la nuova possibile cordata che prenderà il mio posto in maniera che i nuovi proprietari abbiano tutto il tempo per poter programmare la nuova stagione». Un epilogo pacifico che ha aperto le porte alla presidenza dell’avvocato Ottavio de Hippolytis, presidenza che durò meno di un anno. Un campionato deludente e una tifoseria che, a detta del presidente, non sostiene la squadra spingono de Hippolytis a dimettersi subito, lasciando ancora vacante il vertice del club. Il cerchio, a questo punto, si chiude con il ritorno di Maurizio Puglisi come patron della Gelbison. Dopo gli anni di Eccellenza riprende le redini del club insieme a Domenico Cerruti. I due imprenditori, dopo l’esperienza alla vicina Agropoli, si ritrovano insieme vogliosi di dare una svolta alla Gelbison. Così sarà.
IL FILO ROSSO CHIAMATO MESSINA – La storia di Gelbison e Messina si mischiano negli ultimi anni. Puglisi, nativo messinese, costruisce una squadra competitiva per la Serie D e nella stagione 2020/2021 sfiora la promozione chiudendo al terzo posto la stagione regolare vinta dal Messina e perdendo anche la finale del playoff – cosa che gli nega un miglior piazzamento nella griglia ripescaggi – contro il Football Club Messina. Un destino beffardo che nega a Puglisi di compiere l’impresa dopo solo due anni dalla sua presa di comando. Il “contrattempo” non impedisce, comunque, alla Gelbison di affrontare il campionato successivo con determinazione e qualità, consapevole di poterlo dominare. Patron Puglisi affida la panchina a Esposito che costruisce una macchina perfetta che domina fin da subito. La giornata di gloria arriva in terra sicula: a Troina. La Gelbison vince e conquista l’aritmetica della promozione. Un comune di poco più di 10 mila abitanti raggiunge, dopo 66 anni, il calcio professionistico. I destini di Messina e Gelbison si incroceranno ancora: per la prima volta in un campionato di Serie C. Da una parte ci saranno i giallorossi di Auteri a caccia di punti per la risalita, dall’altra una squadra in striscia positiva – tre vittorie consecutive – dopo l’esonero di mister Esposito – perché nella vita a volte non basta scrivere un pezzo di storia – e l’arrivo di De Sanzo.
*foto copertina: Asd Gelbison – Facebook ufficiale