L’infortunio di Maiorano e la squalifica di Bruno. Basterebbero queste due assenze per rovinare i piani di Antonio Venuto in vista della trasferta di Vallo della Lucania contro la Gelbison. Con buona pace delle scelte fatte in precedenza, gli innesti voluti da Fabrizio Ferrigno sono parsi immediatamente decisivi per il cambio di rotta richiesto. Due pedine su cui costruire il nuovo Messina che verranno a mancare, e non si sottovaluti il fatto che la contemporanea assenza sarà probabilmente di una sola sfida. Questo Messina non può più lasciare per strada punti e convinzione, il pari imposto dal Gela ha chiarito che la guarigione è lontana. Mister Venuto lascia a casa Mascari e un paio di ’97: nulla di clamoroso data la presenza di Polito e Carini oltre a quella dell’intoccabile Prisco. Lentamente il campo dirà chi per il Messina è solo un peso numerico e di costi, lo spazio dovrà essere lasciato solo a quelli in grado di onorare il blasone di una piazza che sembra aver perso anche la storica pazienza.
TESTA – L’alibi del poco tempo è un ritornello da tormentone estivo, la realtà della Serie D parla di un campionato dilatato nei tempi per quasi tutte le formazioni interessate. Le gambe e la testa dei giallorossi devono iniziare a girare, soprattutto deve essere abbandonata la falsa copertura che la mancanza di risultati sia legata solo a fattori esterni. Il pressappochismo gestionale delle prime settimane del presidente Sciotto ha rallentato il processo di crescita. Al numero uno giallorosso sono tornate indietro come un boomerang tutte le accortezze economiche, l’essersi arreso ad affidarsi a professionisti come Ferrigno e Alessandro tende verso la comprensione di cosa sia in realtà il mondo del calcio. A mancare è la convinzione di essere squadra, l’idea che questo campionato possa essere azzannato nonostante le tre sconfitte di inizio stagione. La pressione è clamorosamente scemata insieme all’interesse del tifoso medio: inossidabile lo zoccolo duro della tifoseria, il resto della città sembra ancora lontana da questo nuovo progetto calcistico. Per coinvolgere serve una serie di risultati mista ad un atteggiamento da grande squadra non solo per blasone.
FORMAZIONE – Due assenze e due ballottaggi aperti per la sostituzione: in difesa Polito e Cozzolino non si toccano, Colombini aspetta di conoscere chi tra Cassaro e Tricamo farà coppia insieme a lui, col primo leggermente in vantaggio. In mezzo al campo una panchina potrebbe distruggere il morale, già basso, di Bruno Pezzella: l’acciacco di Maiorano potrebbe rilanciare l’argentino anche se la settimana brillante di Lavrendi insidia l’ex Akragas. In avanti Rosafio ha superato la botta subita contro il Gela, da gestire invece la condizione di Ragosta uscito affaticato dall’esordio stagionale. Con l’ex Castrovillari in panchina potrebbe trovare conferma Lia sulla corsia mancina, a completare il tridente uno tra Dezai e Cocuzza. Il capitano ha trovato la sua prima rete stagionale, la bilancia sembrerebbe pendere dalla sua parte anche se il tecnico potrebbe ancora una volta chiedere all’ivoriano un lavoro di fatica nella prima parte di gara per poi concedere minuti preziosi a Cocuzza. La condizione del palermitano pare ancora lontana dall’essere brillante, un ingresso in corsa potrebbe favorirlo ancora una volta.
GELBISON (4-3-3) D’Agostino; Mejri, Romanelli, Mustone, Giannotta; Cammarota, Manzillo, Vacca; Martignetti, De Luca, Liguori. All. De Felice.
MESSINA (4-3-3) Prisco; Polito, Cassaro, Colombini, Cozzolino; Lavrendi, Migliorini, Bossa; Rosafio, Dezai, Lia. All. Venuto.