Nulla è stato fatto. O quasi, perché la salvezza del Messina è diventata virtuale grazie alla serie di vittorie consecutive che hanno proiettato i giallorossi a un passo dalle prime 10. Puntuale, allora, arriva lo scontro diretto contro il Giugliano che potrebbe rappresentare l’ennesimo passo in avanti.
GUARDARE AVANTI – Tra color che son sospesi… eh sì, la marcia di avvicinamento della squadra di Modica verso porti sicuri è arrivata a quel punto del cammino in cui non si sa bene se guardarsi alle spalle oppure no. I 35 punti conquistati rappresentano un bottino che, a dodici giornate dalla fine, sembrano far rima con salvezza. Difficile, infatti, disperdere tutto il vantaggio costruito non tanto sulla quintultima ma, anche, su terzultimo e penultimo posto. Insomma, oltre al vantaggio di posizioni, il Messina, ha pure un netto distacco in termini di punti. Tanto, quindi, da evitare il playout per la regola del +9. Conti e calcoli che interessano il giusto, e forse servono solo a confondere. Chi, invece, sembra avere le idee brillanti e chiare è Giacomo Modica. Il tecnico ha cucito sulla sua rosa un sistema comodo e diventato sempre più elegante e vincente. Il lavoro sulla testa e sulle gambe è stato decisivo, quello tattico rappresenta la firma finale del sarto. Un vezzo, come un bottone di un colore diverso che dice che questa è opera di Giacomo Modica. La vittoria col Sorrento è stata la più convincente della stagione, perché contro gli uomini di Maiuri non era scontato tirare fuori l’ennesima prova in crescita. Invece, questa squadra non pare volersi fermare e sull’euforia sta costruendo sé stessa. Non serve gettare acqua sul fuoco per paura che si montino la testa, anzi che se la montino. Sì, perché Emmausso e soci sembrano proprio i classici soggetti che sulla sicurezza basano il loro meglio. Che non è ancora arrivato del tutto, perché il puntare il mirino sulla zona playoff è benzina motivazionale che servirà parecchio. Anche per tenere dietro chi insegue. Contro il Giugliano, per la prima in questi 3 anni, il Messina può entrare nella top 10 e farlo quando le giornate giocate sarebbero 27. Non un risultato da primi giorni, ma una meta concreta. Nessun volo pindarico, comunque, perché questa squadra ha dimostrato coi fatti di meritarsi – e accettare – un’asticella ancora più alta. In più – messaggio ai naviganti -, i calciatori non sono bambini delle elementari che non vanno criticati o a cui non va messa pressione. Fa parte del loro mestiere e tanti di loro si motivano ancora di più. Nessuna carezza, quindi, ma la lecita aspettativa (e idea) che questo Messina possa raggiungere il suo nuovo obiettivo.
VERSO LE CONFERME – Non semplice, perché il calendario è duro e il prossimo avversario resta tra quelli più in forma. Oltre che più brillanti. Che lavoro quello di Valerio Bertotto, bravissimo nel trasformare una squadra sparagnina – come la voleva Lello Di Napoli – in una frizzante macchina offensiva capace di non dare riferimenti e sorprendere. Insomma, quella del De Cristofaro è un vero e proprio test di ingresso alla facoltà della zona playoff. Il Messina ci arriva con entusiasmo alto, ma senza Salvo e Ragusa squalificati. Respinto, infatti, il ricorso per lo stop di 3 turni del terzino che, quindi, sconterà l’ultimo turno a Giugliano. Ancora fuori anche Pacciardi, per lui schiena capricciosa e box obbligati. Formazione che, allora, sembra dover ricalcare quella vista nelle ultime uscite con il ritorno di Rosafio a modificare l’undici. In porta Fumagalli, poi Lia e Ortisi laterali con Manetta e il brillante Dumbravanu – in crescita costante rispetto all’esordio – in mezzo. Centrocampo dove Frisenna rappresenta la quota under oltre che il profilo più in forma dell’intero reparto. Con lui Franco più di Firenze. Per escludere Frisenna, poi, servirebbe una modifica anche in attacco: Luciani per Plescia, sempre rispettare il minutaggio. Opzione, ma Frisenna resta favorito. Come Plescia che, alle sue spalle, sarà accompagnato da Rosafio, appunto, Emmausso e Zunno. Con Frisenna, sicuramente, il giocatore più decisivo del momento. Giugliano carico di ex – sono ben 6 – e che ha cancellato lo stop di Taranto arrivato al 90′. Bertotto può contare su una rosa maggiormente profonda, oltre che dalle caratteristiche più vicine alle sue idee. Velocità e ripartenze per sorprendere. Balde – proprio il vecchio Ibou – messo al centro della manovra offensiva. Colpo di mercato, come quello di Maselli – arrivato dalla Juve Stabia – che in cabina di regia è stato capace di far cambiare passo ai campani.
GIUGLIANO (4-3-3) Russo; Menna, Cargnelutti, Caldore, Yabre; Romano, Maselli, De Rosa; Ciuferri, Balde, Salvemini. All. Bertotto
MESSINA (4-2-3-1) Fumagalli; Lia, Manetta, Dumbravanu, Ortisi; Frisenna, Franco; Rosafio, Emmausso, Zunno; Plescia. All. Modica
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya