Fa bene Raciti ad arrabbiarsi. Il Messina che rimonta il Giugliano deve arrivare a un passo dall’annegamento per iniziare a nuotare. Un punto che pesa, ma una dose di realismo è sempre necessaria. Mercato faraonico, ma i giallorossi sono ancora terzultimi e non possono mai sbagliare.
MUSICA LEGGERISSIMA – Il picco di autostima che non aiuta. Lentezza e superficialità nel primo tempo di un Messina che ha bisogno di un paio di schiaffoni per tornare coi piedi per terra. Approccio lezioso, con difetti in palleggio che sembravano essere stati curati nelle settimane scorse. Giugliano squadra furba e capace di raccogliersi per prendere i giallorossi alle spalle. Raciti deve fare turnover, ma il centrocampo finisce per rimanere sulle giovani spalle di Mallamo mentre Konate cade in confusione e Marino è tagliato fuori da un ruolo non suo. Manca concretezza offensiva, nonostante la difesa campana sia un burro scaldato e morbidissimo. Perez lavora per la squadra, ma non calcia mai. Lascia il compito a Balde, con lo spagnolo che aspetta solo il 2-0 per tornare alla praticità delle sfide scorse. In attacco il Messina è irritante per gli eccessi tecnici che portano a tiri in porta sempre innocui. È, però, la fase difensiva a tradire: la rete di Salvemini diventa inaccettabile vista la libertà di cui gode l’ex di turno. Stop, virata, mira presa e destro secco. Col Messina che guarda e Fumagalli che parte con un pizzico di ritardo. Il raddoppio sconcerta per l’insistenza di Piovaccari e la sciatteria di Ferrara nell’occasione. Una spina staccata, che aveva mostrato i primi problemi quando Celesia si era dovuto inventare un mezzo miracolo per fermare Salvemini dopo un grave errore di Konate e non solo. Ecco, il Messina svagato dura una quarantina di minuti, poi l’acqua sale ben oltre la gola e si inizia a nuotare. Kragl non rimane fine a sé stesso e illumina, anche se ancora a spot. Il 2-1 è vitale per non sprofondare, la ripresa oscilla tra l’occasione persa e il sospiro di sollievo. Ancora una volta Raciti (voto 6) è bravo a rispedire in campo una squadra risvegliata. Si capisce dai primi istanti, quelli che vedono il Messina alzare la linea e il Giugliano difendersi fino a farsi schiacciare.
ESSERE PERFETTI – La rete del pari arriva dopo un fraseggio prolungato e che fa notare movimenti senza palla interessanti: Kragl vuole ricevere più in mezzo, così è Fofana a muoversi per lasciargli spazio. Il tedesco fa il regista, indica a Berto la via e il ragazzo scuola Atalanta capisce che in fondo alla corsa c’è la rete del pareggio. Bravo Berto per interpretazione di un ruolo non suo, ma che pian piano sta diventano abitudine. Primo tempo bloccato, nel secondo serve accompagnare e si esalta vista la sua passione per la fase di possesso. Un sinistro – piede non suo – dal limite dell’area è anche segno di convinto coraggio. I giovani sono sempre la parte migliore, perché Mallamo gioca una partita di grande maturità e capisce presto che i compagni hanno più voglia di giochicchiare che altro. Alza il suo raggio d’azione, accorcia in avanti e si presenta al limite dell’area in più di una circostanza. Personalità da vendere, che si somma alla qualità che viene messa in campo da chi ne ha l’obbligo: Perez e Balde, ma soprattutto Kragl che regala mezz’ora di controllo totale del gioco. Dopo il pari il Messina rallenta quanto basta per far credere al Giugliano di avere speranze, tradito anche dalla pochissima consistenza dei subentranti. Fofana e Versienti all’intervallo vanno a corrente alternata, ma Grillo e Iannone staccano la spina. Non pervenuti, tanto che è meglio giudicarli con un “senza voto” che con una grave insufficienza. Quello che Raciti credeva di poter trovare non arriva, perché i due nuovi esterni non sanno creare superiorità e non si calano nella partita. Difendono pure male. Peccato, perché il mercato ha portato protagonisti che ne limiterà l’impegno e saper sfruttare le chance è sempre cosa buona e giusta. Il Giugliano approfitta e torna a pungere, poi protesta e si sente beffato. Ecco, la rete di Poziello è buona per la posizione di Balde che lo tiene in gioco. Il Messina respira, ma una leggerezza del genere a pochi attimi dalla fine è imperdonabile. Difficile esagerare nella critica con una squadra che ha conquistato 11 punti in cinque partite, ma la classifica resta tanto drammatica da non potersi concedere alcun passo falso. Il Messina non può più sbagliare, ha perso questo diritto collezionando 15 sconfitte nelle prime 20 partite. Lo sa benissimo Raciti che si gode la rimonta, ma martella sugli errori e non spazza la polvere sotto il tappeto. Si incazza anche con Fofana che prende un giallo totalmente inutile che gli farà saltare il Cerignola. Rimprovero corretto, perché in questo momento ogni piccolo errore pesa il quadruplo.
Fumagalli 5,5: in ritardo sulla conclusione di Salvemini, non può fare nulla su quella di Rondinella. Per il resto gestisce l’ordinaria amministrazione.
Berto 6,5: primo tempo bloccato a cercare di non lasciare troppo spazio al rapido Oyewale. Nella ripresa partecipa di più al gioco e sfrutta la sua tecnica quando sfonda centralmente e trova un sinistro che vale il pari.
Ferrara 5,5: troppe piccole leggerezze che fanno della sua prestazione un’insufficienza. Nell’azione della prima rete è superficiale nel contrastare Piovaccari, non regala una prova in linea con le altre.
Ferrini 6: più attento del compagno di reparto, sempre pronto a votarsi al pragmatismo quando serve.
Celesia 6: inizia con un miracolo che serve per fermare Salvemini lanciato a rete. Sul risultato finale, probabilmente, incide poco ma mostra le qualità da battaglia del ragazzo. Gioca una gara ordinata, fallosa quanto serve. Sulla rete di Rondinella partecipa alla confusione collettiva. (dal 32′ s.t. Iannone s.v.)
Kragl 6,5: primo tempo col freno a mano se non per qualche giocata tecnica, ma il finale lo accende lui innescando la rete che accorcia le distanze. Nella ripresa si accentra di più ed entra nel vivo di ogni pericolo. Deve migliorare lo stato di forma. (dal 32′ s.t. Grillo s.v.)
Konate 5: torna mediano, ma sono troppi i compiti di palleggio e finisce per non brillare e sbagliare troppo. Fuori all’intervallo. (dal 1′ s.t. Versienti 5,5: mette gamba e volontà, ma sono troppi gli errori tecnici in fase di assistenza)
Mallamo 6,5: lucidità sempre. Sempre nella posizione giusta e bravo nel giocare in maniera pulita, nel primo tempo manca un po’ di ritmo ma è la squadra a giocare in maniera troppo leziosa.
Marino 5: si adatta da esterno tattico a sinistra, ma non entra mai in partita e fatica troppo. (dal 1′ s.t. Fofana 6: buon impatto per quantità e intensità, diventa presto leader della mediana, ma rimedia un giallo ingenuo e inutile che gli farà saltare il Cerignola)
Balde 6,5: dal non andarci nemmeno vicino al segnare sempre. Radicale cambio, ma il suo primo tempo è fatto anche di alcune leggerezze in fase di conclusione che tengono in vita il Giugliano. Quando l’acqua arriva alla gola tira per spaccare la porta. Bravo a legare il gioco.
Perez 6: a proposito di legare il gioco, ecco la grande dote dell’ex Francavilla. Si porta a spasso mezza difesa, difende palla e scarica sui compagni. Serve l’assist della prima rete, ma deve iniziare a calciare in porta anche lui. (dal 44′ s.t. Zuppel s.v.)
GIUGLIANO Sassi 5,5; Biasiol 6, Scognamiglio 5,5, Poziello C. 5,5; Rondinella 6,5, Iglio 5,5 (dal 7′ s.t. De Rosa s.v. e dal 19′ s.t. Eyango 5,5), Ceparano 6 (dal 33′ s.t. Felippe s.v.), Gladestony 6, Oyewale 5 (dal 19′ s.t. Di Dio 5,5); Piovaccari 6,5 (dal 34′ s.t. Sorrentino s.v.), Salvemini 6,5. All. Di Napoli 5,5