Ischia, c’è un nodo da sciogliere. L’inizio complicato del patron Rapullino
Pubblicato il 7 Ottobre 2015 in Primo Piano, Punto C
Inseguito, corteggiato e poi adescato. Luigi Rapullino la scorsa estate alla fine ha accettato la sfida. La prima, in quel mondo che lo seduce da sempre. Da luglio è il presidente dell’Ischia Isolaverde. O meglio: da luglio ha preso le redini della società, ma la firma dal notaio sulla ratifica del passaggio di proprietà non c’è ancora. Arriverà, probabilmente a breve. Rapullino sullo scrano più alto, lui che aveva provato a scalare i vertici del Bari, nel 2013, in coppia con Paolo Montemurro, oggi patron della Fidelis Andria. I due avevano messo sul piatto 11,5 milioni di euro per un affare che sembrava ormai chiuso. Poi l’ha spuntata l’ex arbitro Gianluca Paparesta, che nel febbraio 2014 ha fondato una nuova società, il Club Bari 1908. Rapullino non ha nascosto la delusione, ma il pallino del calcio era ancora nella sua testa.
LA NUOVA SOCIETÁ – La sagoma di Rapullino si materializza in occasione del ritorno dei playout della scorsa stagione, ad Aversa. Comincia tutto in quel momento, nel giorno che ha sancito la permanenza in Lega Pro dei gialloblu. All’inizio è un po’ tiepido, poi il tempo e le circostanze hanno accesso la passione nell’amministratore delegato della Sideralba, che però nella struttura societaria è solo la punta dell’iceberg. Sotto ci sono altri nomi. Vittorio Di Bello, intanto, ma soprattutto la famiglia D’Auria, proprietaria del centro sportivo Kennedy, a Napoli.
IL NODO KENNEDY – Centro sportivo che è anche l’oggetto di una querelle che dura ormai da settimane. L’Ischia sull’isola gioca solo le partite interne, per il resto il quartier generale, compreso il settore giovanile, si è trasferito a Napoli, al centro Kennedy. I tifosi non l’hanno presa bene. In molti alla prima di campionato hanno disertato il “Mazzella”. Vari incontri, addirittura una raccolta fondi messa in piedi dai tifosi che avrebbe raggiunto la ragguardevole cifra di 70 mila euro e che potrebbe contribuire al ritorno della squadra sull’isola. Rapullino ha prima teso la mano e poi ha allargato le braccia, perché riportare l’Ischia sull’isola potrebbe innescare il passo indietro di Raffaele D’Auria, che è poi sulla carta l’azionista di maggioranza, con il 40% delle quote societarie di cui sarà proprietario quando il passaggio di consegne verrà ratificato.
PROSPETTIVE – Inizio in salita, per Rapullino, che il 15 settembre aveva minacciato addirittura le dimissioni, poi rientrate dopo l’incontro con i tifosi. Lui, che ha portato in dote due nomi da copertina e da 50 mila euro d’ingaggio annuo: Nicola Mancino e Ameth Fall. Per il resto la società punta molto sui contributi federali e lavora per il ritorno in società del proprietario di Carpisa Raffaele Carlino, già patron dell’Ischia e main sponsor della scorsa stagione.