Due formazioni con un obiettivo comune: dimenticare. Ischia che vede l’esordio in panchina di quel Nello Di Costanzo capace lo scorso anno di far retrocedere proprio il Messina grazie ad una serie di pareggi soporiferi, coronati con un doppio derby playout contro la Reggina al limite dell’indecenza tattica. Un passato che a Messina hanno tutti archiviato. Il presente è Arturo Di Napoli che rischia di essere alla sua ultima presenza sulla panchina siciliana. Attesa la sentenza della Procura Federale, in caso di condanna il Mazzella rappresenterebbe la fine (momentanea?) dell’avventura di Arturo Di Napoli alla guida del Messina. Per Nello Di Costanzo è un nuovo inizio. Cancellate le lacrime della sala stampa del San Filippo in cui si annunciava un addio al calcio. Ad Ischia ritrova due compagni di avventura messinesi, Rino Iuliano e Luca Orlando, col quale ha collezionato due retrocessioni consecutive tra Aversa Normanna e Messina. Ad Ischia pregano che non ci sia due senza tre. Solitamente vi presentiamo immagini analizzate dal punto di vista tattico. Questa volta sarebbe esercizio di presunzione. Non esiste ancora l’Ischia di Di Costanzo, inutile sezionare immagini della squadra che fu.
NUMERI CONFUSI E RIPARTENZE – Possiamo partire dal Messina di Nello Di Costanzo per provare a capire come sarà il suo Ischia. Allora pronti a studiare la numerazione dei campani, perché la vera arma segreta del tecnico ex Venezia e Ascoli è quella di mischiare le carte. A Messina tutti ricordano mediani col numero cinque ed esterni offensivi col tre. Un’idea di calcio rimasta bloccata al 1971 quando confondere coi numeri di maglia poteva funzionare. Nel calcio contemporaneo anche l’allenatore più distratto conosce ruolo e caratteristiche dei giocatori avversari ed al numero di maglia neanche guarda. Numeri a parte il calcio di Nello Di Costanzo non rappresenta una novità nell’interpretazione delle due fasi. Ampiezza sia in copertura che in ripartenza, grande sfruttamento delle corsie esterne e centravanti che deve occupare i due centrali di difesa. Squadra che tende a rimanere corta, pronta a sfogare la propria manovra sulle corsie.
CASA MESSINA – Giallorossi travolti da troppe parole nelle prime ore successive alla disfatta interna contro il Benevento. Un Di Napoli rabbioso in conferenza seguito da un presidente Stracuzzi ingenuo sui social. Caso Berardi, mercato bloccato e spada di Damocle su Arturo Di Napoli, il tutto da digerire insieme ai cinque gol presi dalla squadra di Auteri. Silenzio stampa e riunioni, una settimana di lavoro che ha dato indicazioni importanti e confermato assenze pesanti. Non ci sarà Luigi Palumbo ancora fermo dopo l’operazione al ginocchio dello scorso dicembre. Comincia a lavorare Cocuzza ma il rientro rimane lontano. Non c’è Bramati tra i convocati ma torna Alessandro Parisi. Non mancano dubbi pesanti. In attacco Diogo Tavares non si è allenato sempre in gruppo, una partenza dalla panchina non sarebbe sorprendente ma il vero enigma rimane in porta. Berardi tra polemiche e social non vive il momento migliore della carriera, a questo si aggiunge un problema al ginocchio vecchio di settimane. Addario pare favorito sia per condizione fisica che mentale.