Juve Stabia-Messina, il gioco di posizione

Pubblicato il 26 Ottobre 2021 in Tattica

Appuntamento al buio quello del Messina in casa della Juve Stabia. Lo diceva Capuano nel pre gara, la conferma arrivava dal campo con i giallorossi costretti a comprendere che avversario avessero di fronte. Una sfida di piccole mosse, con l’azzardo di Vukusic e compagni arrivato troppo tardi.

LA POSIZIONE DI DAMIAN – Iniziamo la nostra analisi del match del Menti da uno degli argomenti più interessanti del post partita: la prestazione di Filippo Damian. Con l’arrivo di Capuano, l’ex Ternana, ha traslocato nel cuore del gioco ricoprendo il ruolo di regista puro davanti alla difesa. La doppia fase diventa, quindi, ancora più importante. La sostituzione arrivata all’intervallo viene spiegata come esigenza tattica da Capuano, con Damian che non stava accorciando coi tempi giusti in avanti, tenendo troppo basso il baricentro finendo, così, per non favorire la pressione alta che Capuano voleva. Non sarà sfuggito a nessuno, però, l’atteggiamento superficiale in alcune giocate del numero 10. Lo schema – sul finale di frazione – mal giocato e pretenzioso su tutti. Indizi che fanno comprendere come Capuano non abbia digerito la prestazione globale di Damian.

Nella nostra immagine abbiamo evidenziato e ingrandito Damian: vediamo come il play giallorosso non resti certamente basso, provi ad accorciare il campo muovendosi sulla diagonale delle mezzali. Catania è il più alto, lui è in diagonale perfetta, così anche Simonetti (il numero 8). Possiamo vedere, allora, come il trio mediano si muova coi tempi giusti e non sia nemmeno così schiacciato. Questo, però, arriva con colpevole ritardo: perché la Juve Stabia era attesa a una partita con lancio lungo su Eusepi e attacco delle seconde palle, così non è stato. Perché i campani palleggiavano, partivano dal basso con Tonucci e Cinaglia. Il Messina, allora, ci mette troppo a capire che deve alzare la linea del pressing. Quando lo fa, infatti, gli stabiesi inizieranno a buttare la palla lunga, finendo per perderla sempre.

La seconda immagine scelta ci aiuta, ancora, di più: in blu c’è Damian che sta alzando la linea mediana dei giallorossi, in rosso – osservate con attenzione – c’è Simonetti che esce altissimo per andare a interrompere il giro palla pulito della Juve Stabia. Indubbiamente, non manca l’applicazione. A mancare, invece, è la velocità e la partecipazione. Perché il Messina non riesce a essere aggressivo in tutti i suoi elementi.

Per chiudere: quando nella ripresa entra Fofana, ovviamente, cambiano le caratteristiche. Non tanto in fase di possesso – perché il numero 6 osa pure in qualche cambio di gioco a memoria sulle corsie -, ma nella capacità di uscire anche lateralmente in maniera più aggressiva. Altro calciatore, altre caratteristiche.

LA POSIZIONE DI CATANIA – Da un centrocampista all’altro. Passiamo alla prestazione di Lorenzo Catania, l’esperimento di Capuano al Menti. Un esterno puro che diventa mezzala, sembrerebbe un azzardo, ma alcuni movimenti ci spiegano cosa ci fosse alla base di tale scelta.

Iniziamo dall’azione che porta all’occasione firmata Vukusic, terminata sul fondo: con l’evidenza blu possiamo notare come il trio di centrocampisti segua l’azione sulla corsia destra, con Damian e Catania che accorciano su Simonetti tirando fuori un fraseggio utile allo sviluppo. Nulla di speciale, chiaramente, ma il fiuto offensivo di Catania torna utile per andare a occupare spazi pericolosi.

Nella seconda immagine, adesso, andiamo ad analizzare un’altra soluzione made in Catania: la spaziatura qui è un po’ diversa, solo in apparenza con distanze perse. Nel frame, purtroppo, non entra Morelli che – con uno sforzo di vista – potete intravedere con la testa che spunta alle spalle di Panico, il numero 11 della Juve Stabia. Importante la sua posizione, perché l’esterno destro taglia dentro per occupare la zona centrale visto il taglio diagonale verso fuori di Simonetti (nel riquadro blu). Torniamo a Catania: giro palla su Sarzi Puttini che controlla e aspetta, il numero 20 taglia alle spalle e riceve per attaccare la profondità. Uno contro uno, corner per il Messina.

LA POSIZIONE DI BALDE – Alla fine della nostra analisi entreremo nel merito della rete subita. Prima, però, vediamo come la squadra di Capuano reagisca allo svantaggio. La mossa iniziale – interessante perché potrebbe diventare anche Piano A in futuro – è l’inserimento di Balde alle spalle delle due punte. Fofana e Konate in mediana, più un trequartista. A cambiare, poi, è l’altezza della squadra.

Troppo tardi, ribadiamo, perché i campani tremavano dalla paura di non riuscire a portare a casa punti. Anche sullo 0-0, infatti, era evidente come Tonucci e compagni non volessero, soprattutto, uscire sconfitti. Il Messina alza il baricentro dopo il gol di Stoppa: in azzurro notiamo Balde che agisce dietro le punte, con Adorante e Vukusic (linea arancione) che si dividono lo spazio sulla difesa avversaria. Occhio agli uomini in giallo: Sarzi Puttini e Gonçalves molto alti, sia per ricevere, ma anche per tenere schiacciati i terzini avversari. Balde ballerà tra le linee, troverà anche spazio, ma gli mancherà il giusto killer instinct.

NON CI SI FERMA – Chiudiamo, allora, con la rete della vittoria della Juve Stabia: gol che arriva da rimessa laterale – già accaduto col Bari – con la squadra giallorossa che mostra una superficialità evidente. Tutti fermi a protestare durante la battuta, poi lenti nel leggere l’azione.

In arancione vediamo Carillo che prende posizione su Eusepi, con Mikulic abbastanza stretto. In blu, poi, c’è Stoppa guardato a vista da Fofana con Konate vicino.

Il secondo frame ci mostra gli errori: iniziamo dall’evidenza arancione dove Carillo ha sbagliato i tempi di intervento su Eusepi, ma è Mikulic che ha perso le distanze sul centro dell’azione. Il croato finisce col marcare il nulla, rimanendo passivo senza motivo. Spostiamoci sul movimento senza palla, linea blu che useremo come uno start: Stoppa è affiancato da Fofana e Konate, su quella linea il Messina perde la partita. Il numero 7 dei campani non si ferma, attacca spazio e palla, salta un Mikulic ormai troppo in ritardo e insacca. Fofana e Konate? Fermi, come se avessero trovato un muro a frenare la loro corsa. Superficialità pagata a caro prezzo.

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Saya

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