Quando si scende in campo, a qualsiasi livello, l’errore più grave che puoi fare è quello di portarti dietro il bagaglio dei problemi che ti attanagliano. Una diagonale sbagliata non deve diventare un’ossessione, il pallone non deve scottare e l’avversario non deve rappresentare uno spauracchio. A sentire Sasà Marra nel post partita di Messina-Francavilla i giallorossi non avrebbero nessuno di questi problemi. Il tecnico campano parla di una prestazione ordinata e di un secondo tempo dominato, contento lui… La realtà per chi osserva appare un po’ diversa. Il Messina pessimo di Reggio si è in parte rivisto contro il Francavilla, ed è parso chiaro che, oltre ai mille limiti tecnici, stia pesando anche una maglia che per tanti rappresenta un livello troppo alto. A rendere la situazione ancora più complicata ci pensa il calendario. La serata a Castellammare contro la Juve Stabia è la classica: “vivere o morire”. Il calcio è uno sport strano, quando il risultato sembra scontato il calcio ti sorprende. Non stiamo dicendo che il Messina passerà facilmente contro gli uomini di Fontana, però se dovessimo vedere per l’ennesima volta la vittima sacrificale salvarsi, non ci stupiremo. Settimane complicate all’orizzonte: dopo la Juve Stabia arriveranno Foggia (posticipo del lunedì) e un Catanzaro che di perdere ulteriore terreno non sembra averne voglia. Di spingerci fino al Catania (9 ottobre) non ne abbiamo nessuna voglia.
NON SI CAMBIA – Contro il Francavilla il Messina si è vestito col 3-5-2 tanto amato da mister Sasà Marra. Esperimento forse affrettato, perché delle sincronie e degli automatismi necessari per un modulo tanto complicato non c’è stata l’ombra. Il trio difensivo è sembrato scollato, con Maccarrone più preoccupato di allontanare il pallone che di giocarlo. Mileto sembra ancora non avere trovato la propria identità tattica, mentre De Vito andrebbe clonato (ma questo è un altro discorso). La parte peggiore del Messina è però il centrocampo: a disposizione di Marra ci sono una decina di calciatori, ma tra quelli in campo e quelli a disposizione in panchina, per il tecnico campano sono in arrivo capogiri. Musacci sembra un punto fermo, lo sembrava anche a Catania dove dopo un paio di strike lo hanno relegato a rincalzo. Capua va verso un riposo che sa di bocciatura, mentre Foresta ha più voglia che ordine tattico. Toccherà a Lazar: il rumeno è ancora un enigma e valutarlo per la mezz’ora contro il Francavilla non sarebbe corretto. Degli esterni abbiamo detto tantissimo nell’analisi post gara, Akrapovic tornerà a far compagnia ai compagni in panca. In campo ci sarà Marseglia, a Reggio prestazione rivedibile per l’ex Taranto. La magia di Madonia? Bellissima, ma in campo dovrebbe essere confermato Ferri in coppia con Pozzebon. Al numero 9 giallorosso il tecnico chiede più partecipazione e maggiore visione, l’egoismo bisogna saperlo gestire.
NEL MIRINO – L’esordio con sconfitta a Catania non ha mutato lo spessore della squadra di Gaetano Fontana, al massimo esaltato quello degli etnei. A disposizione dell’ex allenatore della Nocerina c’è un gruppo che unisce esperienza a freschezza, con un filo conduttore: la tecnica. Il 4-3-3 della Juve Stabia è basato su possesso basso e cambi di gioco veloci. Del Sante è il riferimento centrale, ma le vere spine sono sugli esterni offensivi. Lisi o Marotta, Sandomenico e Kanoute sono una batteria di attaccanti laterali che qualsiasi difesa faticherebbe a contenere. Il gioco a centrocampo non ha riferimenti, il motivo risiede negli uomini scelti per comporlo. Zibert, Izzillo e Salvi, con Esposito e Mastalli alternative di lusso; tutti calciatori dalle ottime doti tecniche e capaci di costruire calcio. Difficile schermare un singolo e pensare di aver tagliato il flusso di gioco, se chiudi Izzillo non sarà un problema per Zibert o Salvi ricevere il pallone. La contromossa? Un centrocampo iperattivo, Foresta e Lazar saranno chiamati ad un super lavoro, Ferri risulterà decisivo per il raddoppio sistematico. In difesa mister Fontana perde l’argentino Morero per infortunio, al suo posto dovrebbe esserci Atanasov in coppia con l’espertissimo Amenta. Se c’è una pecca è proprio il pacchetto arretrato: i due esterni (Cancellotti e Liotti) amano spingere molto più che difendere; mentre in mezzo, pur essendoci tanta esperienza, manca un po’ di rapidità e di sicurezza col pallone tra i piedi. I campani scenderanno in campo con l’intento di vincere per non vedere fuggire le prime. Nel girone i riflettori sono puntati tutti sulla Puglia, con Lecce e Foggia grandi favorite. Matera e Catania sembrano poter inseguire, poi c’è proprio la Juve Stabia. Una squadra piena di talento, con esperienza e voglia di giocare al calcio.