Voltare pagina. Due sconfitte consecutive – Catanzaro e Avellino – che fanno malissimo a un Messina protagonista, in calo, di una classifica che pretende punti e continuità. La trasferta di Latina come scontro diretto (quasi) decisivo: nuotare o affogare.
ATTEGGIAMENTO – Nessuno spazio per le mezze misure. Il calendario è una delle varianti non controllabili di una stagione, con il mistero di non conoscere mai in preventivo lo stato personale e degli avversari del momento. Il cammino della squadra di Capuano si è incrociato con Catanzaro e Avellino nell’attimo peggiore del percorso del tecnico lucano. Infortuni e Covid, ma ridurre i problemi del Messina alle ultime due uscite sarebbe fuorviante. Una cosa ripetuta più volte, pur se opinabile, può diventare credibile. Come la storia del dominio del Messina a Castellammare, una bugia bianca che fa rima con le prime carenze di atteggiamento dei giallorossi. Dopo la rete di Stoppa, infatti, l’assolo del Messina è stato innegabile, ma c’è stata una partita – da analizzare e valutare – anche prima. Quella in cui Vukusic e compagni sono rimasti troppo passivi e in attesa contro un avversario terrorizzato, quasi peggio del noiosissimo pari interno contro la Vibonese. Tutto sottovalutato, tutto sotto il tappeto, ma contro Catanzaro e Avellino lo zero nella casella dei tiri in porta ripropone il problema della questione offensiva. Non uomini o schieramento, ma atteggiamento e voglia di far male per primi. Come contro il Campobasso, quando il primo schiaffo lo diede il Messina, nonostante una partita bloccata per quasi un tempo, ma in cui era evidente l’intenzione di colpire. Accontentarsi, allora, sarebbe sbagliato per principio. Niente mezze misure.
DAMIAN SÌ, DAMIAN NO – Latina reduce da una super vittoria contro un Campobasso in calo, con la squadra di Di Donato sembrata più brillante di quanto possa essere in realtà. Sofferenza anche in Lazio, con una stagione a oscillare tra salvezza e zona playout, con una rosa che non sembra poter pretendere qualcosa in più. Giovani con punte di esperienza, in un 3-5-2 che si modifica in corsa con Di Livio – figlio d’arte – che si muove alle spalle delle due punte per aumentare l’imprevedibilità. Avversario non impossibile per questo Messina, nonostante assenze e difficoltà. Valori sulla carta, in campo e prestazioni dicono che la squadra di Capuano deve tentare il colpo al Francioni, anche perché: se non ora, quando? Per la trasferta laziale vengono recuperati Fazzi e Damian – negativo al Covid -, mentre si ferma Gonçalves per un problema muscolare che non pare di lieve entità. Out anche Marginean per un’indisposizione, come resta ai box Baldé, non recuperato dopo il problema subito contro il Campobasso. Formazione che si scrive da sola, o quasi. Non sembrano esserci dubbi sulla conferma del trio difensivo, mentre sulle corsie doppia novità con Fazzi a destra e Sarzi Puttini che torna a sinistra. I veri dubbi, allora, sono tutti in mediana: da valutare il livello di condizione di Damian, con l’ex Ternana in panchina potrebbe essere Konate ad accompagnare Fofana e Simonetti. Attenzione alla sorpresa: il trequartista. Capuano dice – in conferenza stampa – di non averne in rosa, ma per sparigliare la sua prima mossa è sempre stata quella di inserire un uomo tra le linee. Vero, che Russo ha deluso, ma tirare fuori un coniglio dal cilindro resta nelle mosse tipiche del tecnico giallorosso.
LATINA (3-4-1-2) Cardinali; De Santis, Esposito, Giorgini; Ercolano, Barberini, Tessiore, Nicolao; Di Livio; Carletti, Sane. All. Di Donato
MESSINA (3-5-2) Lewandowski; Celic, Carillo, Mikulic; Fazzi, Fofana, Damian, Simonetti, Sarzi Puttini; Adorante, Vukusic. All. Capuano
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale