Lecce-Messina, la cartina al tornasole

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Pubblicato il 6 Dicembre 2015 in Primo Piano

Se l’obiettivo è veramente la salvezza nessun problema all’orizzonte. Gara all’altezza della situazione per oltre un’ora contro un collettivo costruito per altri obiettivi: al netto di ogni carenza, strutturale o emergenziale, il Messina non sfigura, tiene il campo con ordine, gestisce con saggezza pressioni e difficoltà. Il ma è chiaramente in agguato, rappresentato da un nervosismo fuori luogo (Baccolo), una prolungata sterilità offensiva, un centrocampo che stenta a verticalizzare. “Applausi e fischi sono parte integrante del nostro mestiere”, ripete il tecnico Arturo Di Napoli (voto 5,5) nelle sue sincere conferenze stampa, ma la seconda opzione sembra al momento ingenerosa. Con un organico ridotto all’osso da infortuni e scelte ormai praticamente definitive (ancora una volta esclusione per Frabotta, Barilaro e Zanini) difficile spuntarla con un avversario nettamente più attrezzato. Come detto in apertura, se l’obiettivo è la salvezza tutto bene, questa sconfitta era probabilmente da mettere in conto. Nel caso, invece, di altri sogni, sono necessarie nuove idee per il reparto avanzato. Gennaio, d’altronde, è ormai dietro l’angolo.

Berardi 6,5: strepitoso nel respingere le conclusioni di Moscardelli e Curiale, tiene in partita il Messina fino al beffardo gol su punizione di Lepore.

Martinelli 6: lussi su lussi, il miglior centrale difensivo della categoria costretto ad agire da terzino per ovviare alle carenze di personalità di alcuni elementi in organico. Partecipa all’errore collettivo da cui scaturisce il gol di Surraco.

Burzigotti 5,5: il corazziere giallorosso si mostra uno tra i più reattivi della difesa, ma è sempre lento e impreciso quando ha il compito di far ripartire l’azione.

Parisi 6: il migliore attaccante del Messina è proprio il palermitano, unico ad impensierire Perucchini nel pomeriggio del “Via del Mare”. Con o senza fallo, da una suo movimento forse troppo prolungato in avanti ha origine il contropiede che spaccherà la partita.

De Vito 5: in leggera flessione rispetto allo straordinario avvio di stagione. Duelli con Lepore a parte, poca spinta ed un’inusuale timidezza nelle ripartenze. (dal 42′ s.t. Salvemini sv)

Giorgione 6: il centrocampo soffre, ma il combattente sannita non ha particolari colpe a suo carico. Tanto movimento a tagliare il campo, agonismo da vendere, coraggio da leone.

surraco-esulta-dopo-il-gol-lecce-messina-20-051215-leccesette-624x404Baccolo 4,5: l’espulsione a coronamento di una serata infausta. Poco filtro in fase difensiva, decine di passaggi sbagliati, nervosismo fuori luogo nei frangenti più caldi del match.

Fornito 5,5: nel primo tempo si segnala tra i migliori in campo per geometrie e personalità. Col passare del tempo si spegne nel più completo anonimato.

Barraco 5,5: vale probabilmente il discorso fatto per Fornito. Resta comunque il più attivo dell’attacco giallorosso. (dal 23′ s.t. Biondo sv)

Leonetti 5: primo tempo da comparsa, qualche timido segnale nella ripresa. Arrivato a Messina nel periodo meno fortunato della stagione, l’ex Foggia stenta ancora a trovare  la propria dimensione.

Cocuzza 5: mai un tiro, zero spunti in avanti. L’attaccante palermitano lotta con ardore, ma la difesa salentina usa tutti i vecchi trucchi del mestiere per annullarlo senza eccessivi patemi. (dal 14′ s.t. Padulano 5,5: una fiammata appena entrato, poi il nulla)

* foto tratte da leccenews24 e salentosport

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