Aveva una voglia matta di centrare una vittoria che mancava da troppo tempo. Lo aveva detto chiaramente, Lucarelli, nella settimana che sarebbe sfociata nella trasferta di Melfi. Stazione del potenziale riscatto, che invece si rivela una curva pericolosissima nella quale il Messina sbanda e si schianta. Per la prima volta in campionato, da quando sulla panchina dei giallorossi siede il tecnico livornese.
GOL DELLA DISCORDIA – Eppure Lucarelli aveva provato a dare una scossa al suo gruppo, estraendo dal cilindro quattro mosse a sorpresa. Grifoni, intanto, che torna sulla linea dei difensori, largo a destra in un reparto completato da Maccarrone, Bruno e De Vito, a comporre la consueta linea a 4 davanti a Russo, che sostituisce Berardi fermato da un problema alla schiena. A centrocampo, poi, l’area in cui il tecnico giallorosso spariglia con maggiore incidenza le carte rispetto alle attese della vigilia: Mancini rivede il campo e viene piazzato in cabina di regia (bocciatura per Ricozzi?); con Foresta, a recitare nel ruolo di interno torna sul palco Akrapovic. In attacco, l’ormai classico ballottaggio Ferri-Madonna stavolta si risolve in favore del 33enne palermitano. Il ritmo partita tocca subito buoni livelli di intensità, nonostante un equilibrio sostanziale. Che viene rotto dal primo acuto della partita, che vale anche il vantaggio per il Melfi, arrivato grazie a Foggia – servito da Grea ma in posizione decisamente sospetta – che trafigge Russo. Lucarelli – e con lui tutta la panchina – protesta platealmente: chiedeva il fuorigioco di Foggia. Il Messina reagisce sul campo e si avvicina dalle parti di Gragnaniello con Pozzebon e Milinkovic. L’occupazione costante della metà campo avversaria da parte del Messina, dal gol subito in avanti, è un fatto incontestabile. Pozzebon il gol lo trova, ma l’arbitro ravvisa una posizione di fuorigioco (e le immagini, anche in questa occasione, non servono a svelare l’arcano). Gli spazi per i giallorossi ci sono, anche perché negli ultimi trenta metri il Melfi tende ad addensarsi al centro lasciando praterie in corsia. Non è un caso che spesso al cross ci arrivi De Vito. Ma anche Madonia e più sporadicamente Grifoni.
REGALI DI NATALE – Il film della partita riprende dallo stesso filo conduttore che aveva scandito il finale del primo tempo. Il Messina prova a rimettersi in carreggiata, ma prima rischia con il colpo di testa di De Vena e poi capitola: corner di cittadino, Foggia insacca, ma va ravvisata la lettura completamente sbagliata della coppia Russo-Grifoni. Lucarelli la prende male, e toglie il suo “jolly”, Grifoni – peggiore prestazione dal suo arrivo a Messina – e con lui Mancini, al posto dei quali entrano Palumbo e Saitta. Gli ospiti si buttano in avanti, ma è la frenesia a scandire i vani tentativi del Messina, che rischia di subire il terzo gol con De Vena. Il nervosismo dei Messina cresce proporzionalmente allo scorrere del cronometro. Fioccano i cartellini gialli, poi arriva anche il “rosso” per una reazione di Maccarrone, che lascia il campo anzitempo. Grea, con un gran gol, mette la pietra tombale su un Messina ormai mentalmente negli spogliatoi. Anticipa tutti Akrapovic, che rimedia il secondo giallo e lascia il Messina in 9. Finale impietoso di una giornata da dimenticare in fretta.
MELFI 3
MESSINA 0
MARCATORI Foggia al 20’ p.t.; Foggia al 6′, Grea al 33′ s.t.
MELFI (4–3-1-2) Gragnianiello; Grea, Laezza, De Giosa, Bruno; Libutti, Vicente (dal 44′ s.t. Ferraro), Esposito; Cittadino (dal 37′ s.t. Lodesani); De Vena, Foggia (dal 38′ s.t. Mangiacasale). (Viola, Nicolao, Lanzaro, Paterni, Casiello, Sciretta, Demontis). All. Bitetto.
MESSINA (4-3-3) Russo; Grifoni (dal 12′ s.t. Palumbo), Maccarrone, Bruno, De Vito; Foresta, Mancini (dal 13′ s.t. Saitta), Akrapovic; Milinkovic, Pozzebon, Madonia (dal 23′ s.t. Ferri). (Benfatta, Mileto, Marseglia, Bramati, Lazar, Gaetano, Fusca). All. Lucarelli.
ARBITRO De Tullio di Bari
NOTE Spettatori 500 circa; paganti e incasso non comunicati. Espulsi Maccarrone al 28′ e Akrapovic al 43′ s.t.; ammoniti Pozzebon, Palumbo, Bruno, Foggia e Akrapovic. Corner 3-5. Recupero 1’ e 3′.