Il post partita cancella quasi immediatamente quanto accaduto sul terreno del San Filippo. Prima della contestazione, della lettera di Sciotto e delle parole in libertà c’è, però, stata una partita. La sconfitta che gli uomini di Antonio Venuto (voto 4) subiscono contro l’Acireale distrugge il morale di una tifoseria ormai satolla di amarezze. Gara dai due volti quella del Messina: nel primo tempo i giallorossi sono assoluti padroni del campo, a mancare è la capacità innata di concludere verso la porta avversaria. Dezai si sbatte da prima punta, Cocuzza torna vivo sull’esterno ma è soprattutto Lavrendi ad accendere i compagni con continui break in mediana. La rete dell’ex Siracusa è il premio meritato, i fantasmi del Messina passato si manifestano ad inizio recupero quando il museo delle cere guarda Testardi spaccare la porta con una testata solitaria. Altra rete subita nel finale di tempo, succederà la stessa cosa un tempo dopo quando Gualdi farà piombare il Messina nella crisi societaria. Quarta volta dopo le reti subite da Cittanovese e Gela: i giallorossi mostrano una fragilità mentale clamorosa quando ci sono da gestire i delicati ultimi minuti. Troppi difetti per la squadra di un Venuto che cammina nervoso e sbraita da squalificato in Tribuna B: il suo 4-3-3 iniziale è sacrosanto soprattutto nelle scelta degli uomini, il suo lasciarsi trasportare dalla partita senza cambiare è sintomo di terrore. Panchina corta? Bella scusante, il calcio dovrebbe aver insegnato ad un allenatore ormai esperto che quando non si può vincere è fondamentale non perdere. Cassaro e Tricamo restano accomodati in panchina mentre è palese che il Messina possa subire presto un contropiede beffardo, Venuto non ha il coraggio di ridisegnare la sua squadra con un assetto più coperto. Probabilmente accecato dall’errato adagio che più attaccanti facciano rima con più pericoli. Una punta in meno e un difensore in più avrebbero potuto scrivere un’altra partita, cambiare l’assetto per cambiare l’inerzia della sfida. Infantino muta i suoi in corsa, quando perde Testardi affida a Barraco il centro dell’attacco e l’ex di turno fa impazzire i centrali giallorossi che devono uscire altissimi per provare a chiudere le linee di passaggio. Venuto mantiene il 4-3-3, non crea più nulla e consegna la partita nelle mani degli avversari che rimangono bravi e furbi ad approfittare del momento giusto per colpire.
Prisco 5: incolpevole nelle reti subite, troppo spericolate un paio di uscite alte che convincono l’Acireale di quanto i giallorossi fossero attaccabili sulle palle inattive.
Polito 5,5: personalità in crescita, spinge con buona forza peccando ancora di eccessiva insicurezza in fase di non possesso.
Bruno 6: sopperisce alla differenza fisica con Testardi con una grande capacità nel gioco d’anticipo. Nel finale non riesce a trascinare i compagni di reparto e cade insieme a loro.
Colombini 5: perde Testardi in occasione del pari, in generale pare sempre troppo in ritardo e legnoso.
Cozzolino 5,5: buona alternativa in fase offensiva, cresce in quella difensiva ma alla distanza crolla fisicamente.
Bossa 5: gestione troppo complicata del pallone. Cincischia e rallenta la manovra, si divora una rete clamorosa nella ripresa.
Migliorini 6: canta e porta la croce, buone le sue continue aperture. Nell’ultima mezz’ora predica nel deserto per colpa del crollo fisico dei compagni.
Lavrendi 6: motorino di centrocampo, l’unico che può regalare brio all’attacco giallorosso. Come per Bossa è imperdonabile la mancanza di cattiveria sotto porta. (dal 38′ s.t. Pezzella sv)
Rosafio 6,5: si accende e si spegne, la condizione è lontana dall’essere ottimale. Nascono da lui i pericoli più grandi per la difesa dell’Acireale.
Dezai 6: buona prova dell’ivoriano che si applica nel ruolo di centravanti con maggior convinzione. Venuto gli chiede ancora troppa staticità, lui è bravo nel trovare profondità in occasione del vantaggio.
Cocuzza 4,5: sui suoi piedi l’occasione che avrebbe potuto cambiare la sfida e la sua stagione. La spara in curva. Come attaccante esterno mostra, comunque, una vitalità diversa rispetto alle prime uscite. (dal 19′ s.t. Bonadio 5: confusionario col pallone tra i piedi, entra convinto di poter risolvere tutto da solo)
ACIREALE Barbieri 5,5; Tumminelli 6, Di Maio 5,5, Manes 5,5; Lombardo 5 (dal 19′ s.t. Lordi 5,5), Lo Nigro 6,5, Palermo 6,5 (dal 49′ s.t. Trippa sv), Sciannamè 5; Cocimano 5,5 (dal 20′ s.t. Pannitteri 6), Barraco 6,5 (dal 44′ s.t. Gualdi 6,5); Testardi 6,5 (dal 26′ s.t. Aloia sv). All. Infantino 6,5