Melfi, Cocuzza batte un sinistro senza pretese che Santurro lascia entrare nella propria porta in maniera goffa. Da quel momento il Messina non riuscirà più a battere un portiere avversario e, ovviamente, non riuscirà più a vincere. Perché se non segni non vinci, o almeno non puoi aspirare a farlo. Il Messina in questi mesi ha palesato una solidità difensiva scalfita soltanto da giocate di singoli o piccole sbavature, spesso figlie di un atteggiamento di squadra errato. A Lecce, a mente fredda, parlare più di episodi arbitrali che di calcio non sarebbe un azzardo. Il fallo su Parisi e il non fallo di Burzigotti, due momenti che decidono una partita di rara bruttezza. Mister Di Napoli fin qui ha cambiato poco, vero che in un paio di occasioni si sono viste modifiche tattiche, ma il 4-3-3 è stato compagno di viaggio fedele. Contro l’Akragas le assenze, le difficoltà offensive e la condizione dei recuperati potrebbero portare a qualcosa di stupefacente. Intanto, prima di entrare nel dettaglio di casa Messina, conosciamo meglio l’Akragas di Nicola Legrottaglie.
DIMMI COME DIFENDI E TI DIRÒ CHI SEI – Siamo a Martina Franca, l’Akragas subirà una pesantissima sconfitta per 3-0. Il primo gol dei pugliesi è il perfetto sunto di quanto fatto vedere difensivamente dalla squadra di Legrottaglie. Non manca il coraggio, come tutti i tecnici della nouvelle vague la difesa alta è un obbligo. Quasi nove minuti sul cronometro, in trasferta, la sfacciataggine si paga. Sabatino (linea retta gialla) sbaglia il fuorigioco di un paio di metri abbondanti, il resto della retroguardia si muove con poco senso. In tre sul portatore, in due (evidenza gialla in alto) rimangono a fare gli spettatori. Cristea attacca la profondità, c’è una prateria di quaranta metri da attaccare. Martina in vantaggio e tanti saluti, il resto sarà dominio pugliese. Ci ripetiamo, occasione che serve da cartolina. L’Akragas difende alto e spavaldo, saperlo fare con tutti gli automatismi è un’altra cosa.
ASSENZA DI CATTIVERIA – Sempre Martina Franca, ancora sullo 0-0 l’Akragas prova ad attaccare i pugliesi. Buono il numero di giocatori che partecipano alla manovra, ben cinque ma quello che manca (e che è mancato in tutto il torneo) è la cattiveria negli ultimi sedici metri. Si sfonda a destra, ma ad attaccare l’area c’è un solo uomo. Al limite (riquadro rosso) c’è uno scarico interessante, in azzurro evidenziamo la distanza per una vera partecipazione alla manovra. Non si attacca il secondo palo, chi riceve non ha contezza della posizione dei compagni e troppo spesso i giocatori di Legrottaglie preferiscono la giocata singola a quella di squadra. Se il Messina ha carenze realizzative, l’Akragas non è da meno ed i problemi sono simili. Una difficoltà ad armonizzare il gioco di insieme dalla cintola in sù. Squadre imperfette, basate troppo in fretta sulle giocate di alcuni singoli. Nell’Akragas l’assenza di risultati è costata il posto a Madonia, giocatore tutto tecnica e fantasia. Quando non si vince i grandi singoli passano da onori ad oneri.
CASA MESSINA – Oggi CornerMessina vuole rischiare. Prima le notizie: rientrano Tavares, Gustavo e Bramati dopo aver recuperato dai propri lunghi infortuni. Il portoghese dovrebbe andare in panchina ed essere rischiato solo in caso di necessità. Bramati non poteva non essere convocato viste le assenza per squalifica di Baccolo e Giorgione. Il più vicino ad una maglia da titolare sembra Gustavo, smaltito il problema muscolare la sua struttura minuta lo ha aiutato a tornare in una condizione accettabile. Adesso passiamo al nostro azzardo. Mister Di Napoli è rimasto fedele al suo 4-3-3 anche nelle condizioni di emergenza più critiche. Il recupero di Bramati potrebbe far pensare ad una conferma del sistema di gioco, con Zanini e Fornito ai suoi lati. Gustavo e Barraco in supporto di Leonetti in avanti, in difesa solo conferme. Questo dice la logica, poi c’è la follia di chi scrive. Cambio modulo ed energie nuove. Un 3-5-2, con Martinelli, Burzigotti e Parisi in difesa. In mezzo Bramati ha pochi minuti e si accomoda in panca, in regia va Fornito e con lui c’è la gamba di Zanini e la classe di Barraco (a cui si chiede un piccolo sacrificio). Sugli esterni De Vito è un obbligo, Biondo la forza fresca. In attacco Gustavo con Cocuzza, perché se si vuole attaccare senza riferimenti è l’uomo giusto. Follia? Chissà, forse questa notte di calcio ci stupirà.
* foto evidenza ©PeppeSaya