Imperdonabile guardare solo ai risultati: un mese di astinenza da vittorie è fisiologico per una squadra costruita in dieci giorni, le numerose defezioni, poi, possono fare il resto, privando il gruppo di alcuni punti di riferimento necessari per costruire in armonia un progetto vincente. Un mattoncino per la salvezza il punto conquistato contro l’Akragas, tutti soddisfatti. Gioire solo a metà, tuttavia, è concesso a chi ancora continua a fare i calcoli in ottica playoff: campionato equilibrato, provarci è lecito, ridimensionare i sogni di gloria può rivelarsi sempre doloroso. Il 4-4-2 nuovamente sperimentato dal tecnico Arturo Di Napoli (voto 6) ha sortito solo in parte gli effetti sperati: il Messina torna al gol (su punizione), ma gli schemi offensivi restano in bozza anche con il progressivo rientro dei vari protagonisti. Fornito trascinatore nel giorno delle contemporanee assenze di Giorgione, Baccolo e Bramati: nel gruppo le vere risorse per andare avanti in questo momento, al resto ci penserà il mese di gennaio.
Berardi 6: puntuale ed attento nell’ordinaria amministrazione, non può nulla su Cristaldi dopo l’errore in appoggio di Parisi. Mai veramente impegnato dall’attacco ospite, è salvato dalla traversa in avvio di ripresa.
Martinelli 5,5: in leggera flessione rispetto all’impetuoso avvio di campionato. Ammonito, salterà la sfida di Caserta per squalifica.
Burzigotti 6: tra interventi ruvidi e stacchi imperiosi l’ex Grosseto chiarisce immediatamente le idee ai timidi attaccanti agrigentini. Spesso impreciso in fase di impostazione.
Parisi 6: l’errore sul gol diventa così eclatante poiché commesso inaspettatamente dal giocatore più esperto in campo. Il riscatto arriva nel secondo tempo con un paio di interventi da applausi.
De Vito 6: la fascia sinistra è il suo regno, corsa ed eleganza le sue caratteristiche più evidenti. Poco assistito nelle progressioni offensive, si dimostra sempre attento quando è il momento di stroncare sul nascere le avanzate ospiti.
Padulano 5: irriconoscibile dopo il grave infortunio, l’ex aretino stenta ancora a trovare una collocazione tattica nello scacchiere del tecnico Di Napoli. Sempre troppo lontano dal vivo dell’azione, appare ormai intristito per la parabola discendente intrapresa dal suo campionato.
Fornito 7: basterebbe lo strepitoso gol su punizione per ottenere la palma del migliore in campo, ma la sua prestazione parla chiaramente di un giocatore totalmente ritrovato dopo le esclusioni dei mesi scorsi. Mai un pallone sprecato e tanta convinzione nei ripiegamenti a protezione della retroguardia.
Zanini 5: da terzino a mezzala per approdare nella posizione di interno di centrocampo. Tre ruoli diversi in un paio di settimane e tanta confusione nei tempi e nei modi della fase offensiva. Fa il suo nell’interdizione, ma è troppo poco per strappare una sufficienza.
Biondo 5: ha il merito di aver conquistato la punizione poi tradotta in gol da Fornito. Corre spesso a vuoto non riuscendo mai a trovare i tempi per un proficuo dialogo con De Vito. (dal 13′ s.t. Barraco 5,5: un paio di azioni sulla fascia e nulla più)
S. Leonetti 5,5: lotta e sacrificio a tutto campo, ma la porta resta un miraggio. (dal 35′ s.t. Tavares sv)
Cocuzza 5: prima dell’infortunio spreca una facile occasione a tu per tu con Vono. Vale il discorso fatto per Leonetti: tanto sacrificio e poca lucidità per incidere con decisione in avanti. (dal 44′ p.t. Gustavo 5,5: ancora lontano dalla migliore condizione fisica. Impacciato quando è il momento di scegliere tra estetica e concretezza)
* foto Peppe Saya