Se questa squadra fosse uno studente, i suoi professori starebbero ancora cercando di capire se si tratta di un alunno bravo che però non si applica o di un ragazzo che si applica, ma ha dei limiti irrecuperabili.
IMPASSE – Mentre il medico studia, però, l’ammalato muore. Così le giornate passano e l’anonimato rimane l’unico filo conduttore che il Messina è in grado di seguire. Dopo il pareggio di Castrovillari acciuffato in extremis, le parole di Zeman sono esercizio di sincerità, ma alla fine suonano come disarmante ritornello, se assommate ai commenti delle ultime settimane. Il suo Messina non conosce la concretezza e, a quanto pare, resiste tenacemente a ogni tentativo di salto di qualità. Il “cambio di passo”, così in voga in riva allo Stretto in questi giorni, non appartiene certo ai giallorossi, incapaci di imprimere qualsivoglia accelerazione in graduatoria.
PREGHIERE AL VENTO – Tutto ciò, incorniciato tra le beghe legate al contenzioso in cui sono coinvolti società, Comune e Fc e, soprattutto, corredato dall’inerzia di una dirigenza che al momento è rimasta priva di punti di riferimento fondamentali. Continuiamo a chiederci quale futuro stia immaginando Sciotto di fronte a tale quadro, tra l’altro aggravato dalla contestazione sempre più decisa della tifoseria organizzata. A questo punto tendiamo a pensare che si tratti di masochismo bello e buono. “Tenere in ostaggio” il marchio Acr costa agli imprenditori di Giammoro quattrini e tempo. Frutta loro amarezze – acuite da ciò che Rocco Arena sta facendo in termini di risultati sportivi con il suo Fc – e danno d’immagine. A questo punto anche i tifosi, come Zeman, non sanno più a quale Santo votarsi…