La prima al San Filippo – eccezione dolce nell’era Sciotto – coincide con la prima vittoria stagionale del Messina. Prestazione ancora rivedibile, ma dopo il mezzo passo falso di Cittanova era fondamentale trovare il primo successo.
IL COLPO – Probabilmente le aspettative influiscono – e influiranno – sui giudizi di questo Messina di Raffaele Novelli (voto 6). Sommando i nomi che compongono la rosa, talentosi e tecnici, e le visioni calcistiche dell’allenatore campano era lecito attendersi una squadra spumeggiante – e smaccatamente – offensiva già dalle prime battute. In realtà, invece, i giallorossi fanno un passo indietro rispetto a Cittanova dal punto di vista del gioco d’attacco, e – nonostante aver denunciato sofferenza per il campo ridotto in Calabria – soffrono l’ampiezza del terreno di gioco del San Filippo. Il lavoro di raccordo di Foggia diventa episodico, così come la facilità di interscambio tra ali e mezze ali. Il lungo-corto si intravede, tra l’altro con il frizzante Crisci a recitare la parte del migliore della linea mediana. Alla fine è ancora Pietro Arcidiacono – il migliore in campo – a scardinare la difesa avversaria, chiarendo che la fitta concorrenza in avanti lo stimola e non spaventa. Dal punto di vista tattico il Biancavilla gioca una partita più credibile: Bonanno lavora a uomo su Lavrendi spegnendo, così, ogni velleità – già flebile – del centrocampista calabrese di poter dettare i tempi di gioco. L’esperienza, però, concede al numero 24 giallorosso di restare a galla con un lavoro sporco che aiuta i suoi a respirare. Chiaro, però, che il Messina attenda Aliperta in un ruolo fondamentale per la crescita di squadra: la sua leadership, poi, potrebbe aiutare anche la crescita di un reparto ancora lontano dall’essere funzionale. Vacca stecca ancora, giocando una partita volenterosa ma senza spunti. Il suo passaggio – quasi a memoria – che Arcidiacono trasforma in oro è favorito dal buco di Mollica. Troppo poco per un calciatore come lui.
POCO GIOCO – Biancavilla avversario assolutamente di categoria: gli etnei non regalano nulla e giocano una gara vera. Il Messina è bravo a rispettare i contendenti e attaccare quando possibile. La pressione avversaria resta sterile, tanto che Lai non deve parare assolutamente nulla. Più una percezione, quella che fa notare un Messina schiacciato e incapace di ripartire con costrutto. I singoli – in attacco – non brillano e ne risente una squadra che, allora, capisce di dover portare il risultato a casa a ogni costo. La rete annullata agli ospiti fa tremare i giallorossi: impeccabile, però, la decisione visto il fuorigioco parso evidente. Segnali, perché quando la ruota non deve girare anche l’errore arbitrale è dietro l’angolo. Stavolta, invece, fila tutto liscio e il Messina viene premiato più per la tenacia che per capacità. Si scopre una squadra in grado di essere cinica, anche se ancora è evidente un nervosismo fastidioso. Quando gli avversari alzano il ritmo, infatti, il Messina si lascia andare a una caterva di cartellini gialli. Altro segnale, di una squadra che vuol vincere le partite in ogni modo possibile. Esperienza al servizio, utile quando le gambe sembrano girare meno di quelle avversarie. E, allora, diventa lecito accantonare tatticismi ed eleganza, in totale concordanza con una società parsa puntata verso l’obiettivo senza far accompagnare il cammino da troppi fronzoli. Un pacchetto completo quello messo a disposizione di Novelli: rosa tecnica, esperta e calata perfettamente nella categoria. Adesso tocca all’allenatore, perché in 180′ di calcio se ne è visto solo a sprazzi e ancora rimbomba quel 5% dichiarato nel post Cittanova. La crescita è necessaria, perché pensare di vivacchiare sui colpi dei singoli e lo spezzettare il gioco una volta in vantaggio non è possibile. I punti in classifica sono 4 e – al momento – fanno rima con una vetta in coabitazione: tanto basta a una tifoseria avvilita da tre anni di scempi, ma le premesse della gestione Novelli sembravano essere diverse.
Lai 6: non c’è bisogno di strafare in una gara dove deve gestire l’ordinaria amministrazione. Attento in presa alta, regala sicurezza ai compagni.
Cascione 6: partita ordinata e attenta. Preciso in fase difensiva, spinge con cautela. (dal 33′ s.t. Mazzone sv)
Lomasto 6,5: prende le misure agli avversari e nell’uno contro uno è dominante.
Sabatino 5,5: tanti errori di posizione e qualche pecca tecnica. Deve lavorare molto per essere una certezza nel ruolo di centrale.
Giofrè 6: capisce che la giornata è una di quelle dove c’è da ragionare e non forza mai le giocate.
Crisci 6: tanta vitalità e poco altro, deve ancora calarsi in un campionato duro come questo. (dall’11’ s.t. Cretella 6: il tecnico lo inserisce nel trio offensivo, lui gioca ordinato e si fa ancora trovare pronto in fase di conclusione. La fretta non è accompagnata dalla freddezza)
Lavrendi 6: Bonanno gli gioca addosso levandogli possibilità di regia. Lui resta a galla ripulendo tanti palloni e conquistando tante punizioni che spezzano il ritmo avversario.
Vacca 5,5: sorprende negativamente. Perché resta il colpo del mercato dei giallorossi, ma tra Cittanova e la sfida col Biancavilla si vede pochissimo. Non è questo il calciatore che conosciamo, la crescita di condizione lo aiuterà a salire di livello. Il lancio che porta al gol non può bastare. (dall’11’ s.t. Saindou 6: mette una dose di agonismo necessaria in una fase di stanca, tecnica migliorabile)
Bollino 5,5: più spento rispetto all’esordio, coinvolto anche meno. Aiuta molto in fase di non possesso. (dall’11’ s.t. Cristiani 6: come tutti i subentranti, mette sostanza in un momento complicato)
Foggia 5,5: il gioco di cucitura tra centrocampo e attacco gli riesce meno, la colpa è anche di una squadra che si abbassa troppo. (dal 42′ s.t. Cruz sv)
Arcidiacono 7: parte volenteroso, cresce di ritmo e poi firma una bellissima rete dopo una grande giocata individuale. Lotta fino alla fine di una sfida molto dura.
BIANCAVILLA Genovese 6; Mollica 5,5 (dal 11′ s.t. D’Arrigo 5,5), Porcaro 6, Ferrante 6,5, Mazzeo 6; Asero 5,5 (dal 21′ s.t. Reale 5,5), Aprile 6, Santapaola 6; Bonanno 6,5, Rabbeni 5,5 (dal 36′ s.t. Indelicato sv), Leonardi 5,5 (dal 21′ s.t. Randis 5,5). All. Basile 6.
*fonte foto: Acr Messina – ph. Paolo Furrer