Scacciare via i fantasmi, le fantasie, le nostalgie. Il Messina, anzi, tutta la Messina calcistica vive ormai di troppi ricordi avvilenti e spiriti che infestano la storia pallonara. La Serie A come mito, quegli anni di Franza finiti nell’oscurità e accompagnati da un destino fatto di bocconi amari. Il calcio a Messina vive di un blasone che non è riconosciuto da altre parti di Italia, il motivo va ricondotto alla memoria breve della società civile attuale. Nessuno ti aspetta più, nessuno starà a rivangare fasti che rimangono cari solo a chi li ha vissuti, anche se fugacemente. I fantasmi al San Filippo hanno molti volti, sussurrano nelle orecchie dei tifosi che credono nella speranza di un purgatorio passeggero, quando invece sembra sempre più definitiva questa mediocrità. Gli spiriti non hanno tempo o età, hanno la cattiveria di restare legati a un ricordo bello o brutto. Non occorre fare troppi passi indietro nel tempo: i fantasmi sono vivi e hanno i volti delle vittorie e delle infime sconfitte di Lo Monaco, della cattiveria agonistica di Lucarelli e del divertimento di Modica. Fantasmi diversi, legati comunque a un recente tempo fatto di calcio che non può soddisfare. Il Messina di Sciotto è nato in una culla infestata, ha prodotto un ricordo gradevole e sopravvive sulle paure e il ricordo. Il calcio messinese deve essere disinfestato, le teste liberate da reminiscenze che esasperano il cammino di qualsiasi squadra del presente.
VITTORIA – Al San Filippo arriva il Castrovillari, un avversario che il livello di questa Serie D piazza tra quelli complicati. Il Messina di Biagioni, però, non ha più il tempo di pensare alla forza o debolezza di chi affronta. La sconfitta con la Turris non sarà mai il peggiore dei peccati, anche perché gli errori individuali hanno posticipato la discussione sulla nuova conduzione tecnica. Il primo Messina di Biagioni fa il suo esordio col Castrovillari: la classifica piange soprattutto da quando il Bari non sta più volando, dimostrando ancora una volta che di squadre che non possono essere battute non ne esistono. Il campionato del Messina parte ancora una volta a rilento, con l’obiettivo che si è già spostato alla zona playoff nella speranza di un ripescaggio per tornare nella categoria più incasinata del millennio. La Serie C che ha perso la guida di Gravina, presidente federale che adesso vorrà ricostruire il pallone con una mini parvenza di serietà, quantomeno con una regolarità nei numeri che compongono i campionati. Il Messina però non ha tempo: non si può chiedere di cancellare i fantasmi vivendo di speranze. La società di Sciotto deve trovare la sua identità, la squadra diventare consistente e attaccare un campionato che resta ampiamente alla portata. Il riscatto chiesto ai calciatori è solo una parola vuota, servirà tranquillità unita a consapevolezza e organizzazione. L’avversario non è più importante quando rincorri, ma far accompagnare questa rincorsa da un fiume di ansia serve solo a trasformare la stagione in una lenta agonia.
CAMPO – La regola degli under è il cruccio di tutti gli allenatori, anche per Biagioni lo spartito non cambia e allora il primo problema da risolvere è quello del classe 2000. Le prestazioni di Meo sono state farcite da errori figli della paura, metterlo fuori sarebbe un errore soprattutto perché le abilità dei colleghi non hanno entusiasmato in precedenza. L’infortunio di Genny Russo scava un vuoto a sinistra che potrebbe essere colmato da Barbera: un 2001 che risolverebbe la questione under e concederebbe a Meo un turno di riposo. Il giovanotto resta, comunque, una soluzione valida a sinistra anche se potrebbe scattare una chance per Biancola. Dalla mediana in avanti iniziano i dubbi: in regia rientra Genevier, l’escluso deve essere Traditi con Bossa che prenota una maglia da interno. Cocimano scalpita ma parte indietro, anche perché in attacco Petrilli e Arcidiacono ai lati di Gambino sembrano poter comporre il tridente. Di fronte ci sarà il Castrovillari di Sasà Marra: il tecnico campano strapperà sempre applausi in riva allo Stretto, altro protagonista di quei fasti esaltanti che vanno ricordati con un sorriso e non più con l’amarezza di chi pensa che non torneranno più.
MESSINA (4-3-3) Meo; Dascoli, Porcaro, Cossentino, Biancola; Bossa, Genevier, Biondi; Petrilli, Gambino, Arcidiacono. All. Biagioni
CASTROVILLARI (4-3-3) Cellitti; Indelicato, Ungaro, Lomasto, Ielo; Catinali, Forgione, Lavrendi; Pandolfi, Puntoriere, Gallon. All. Marra