Le umiliazioni non finiscono mai. La sconfitta di Palmi ha affossato, se ancora ce ne fosse bisogno, sempre di più la stagione di un Messina pessimo in ogni sua espressione. I risultati sul campo non solo altro che la conseguenza di una cattiva gestione generale, non basta parlare poco e male per coprire una miriade di errori che fanno comprendere come il calcio non sia materia per tutti. Al presidente Sciotto andrà riconosciuto di non aver lesinato negli investimenti, questo non potrà bastare se allo stesso numero uno giallorosso va imputato di essere mancato nella fase di costruzione di una identità e di un’anima. Il Messina di Sciotto non ha mai concretizzato l’amore che questa piazza continua ad avere nei confronti del calcio, il distacco di queste ultime settimane è la sconfitta definitiva. Il pallone rotola sempre, magari comincerà a farlo dalla parte di questo Messina ma forse non basterà per riaccendere l’amore. Nel paradosso giornaliero è arrivata anche la reprimenda dello sponsor Fontalba: lecito ma strano, e probabilmente basta questo per descrivere la vicenda. Il Messina non parla più, nessuna mancanza viste le banalità partorite, in più cosa importa delle opinioni di chi è costretto in riva allo Stretto solo per un paio di giorni ancora. La rivoluzione è obbligatoria, il vero dramma è quello di aver la consapevolezza che probabilmente si sbaglierà ancora. La speranza è che la smania non porti a sostituire calciatori dal rendimento fallimentare con qualche nome acchiappaclick, questa squadra ha bisogno impellente di calciatori di Serie D e senza nome ma capaci di affrontare questa categoria con gli attributi necessari. Sciotto e dirigenti hanno sbagliato tutte le scelte legate agli staff tecnici, ai loro errori si aggiungono proprio quelli di chi è stato messo nella posizione di costruire la rosa. Valgono tutte zero le decisione prese fin qui, non è un’opinione ma la realtà che il campo ha chiarito. La presunzione uccide, perché quando si è convinti di avere ragione e fare bene senza osservare il reale succede che il fallimento è ancora più grosso. Lo scorso anno Modica fece un miracolo, non lo diciamo oggi ma lo scrivevamo quando vivevamo la contemporaneità dei fatti, e il rendimento attuale di chi giocava in quel Messina (a parte qualcuno di quelli che con Modica ci giocano ancora) chiarisce come fosse un’alchimia irripetibile quella trovata nel corso della stagione. I miracoli restano unici, poi ci vuole conoscenza e programmazione: Sciotto passa da Cozza a Biagioni passando per Raffaele e Infantino come se questi tecnici fossero alternativi. Che pochezza calcistica, incredibile pensare che un allenatore valga un altro. La filosofia per qualcuno è una parola vuota, ma pensare che si possa passare da un’idea di calcio a un’altra è pura insipienza calcistica.
SI GIOCA? – In questo mare di tristezza si torna in campo. Il maltempo aveva rinviato la sfida col Castrovillari, come nella peggiore delle beffe il mercoledì del recupero sembra essere più tempestoso di quella domenica senza calcio. La parte tecnica o tattica lascia il tempo che trova, probabilmente è davvero inutile stare a capire quale possa essere la formazione migliore o il sistema giusto. Biagioni ha fallito, il suo Messina è identico a quello di Infantino: nessuna idea di calcio, improvvisazione offensiva con delega alle giocate individuali dei singoli e fase difensiva inesistente. Il Messina dorme, prende gol che non è facile spiegare e comprendere. Nelle scorse settimana abbiamo battuto sull’aspetto mentale, esercizio che serve solo a perdere tempo perché onestamente è finito anche il tempo della comprensione. Questa rosa non poteva vincere il campionato, probabilmente non vale il terzultimo posto in classifica ma se dodici giornate hanno detto questo, allora è così: questa squadra è stata sopravvalutata. Il tempo di Biagioni a Messina potrebbe anche terminare, in tutta onestà il tecnico romano non sembra avere le idee di gioco ed i mezzi per creare una formazione in grado di proseguire in maniera dignitosa la stagione. La rivoluzione deve essere radicale, perché dare l’alibi dei calciatori a un tecnico è davvero troppo.
IN CAMPO – Probabile un leggero turnover in vista dell’impegno di domenica contro il Troina, questa squadra non ha neanche la forza fisica per sopportare gli impegni ravvicinati. Biagioni pescherà dal mazzo, assente Biondi e incastri under da sistemare per rispettare le regole. Torna Russo ma in difesa è davvero deprimente il rendimento di tutto il reparto, difficile quindi capire l’equilibrio che il tecnico potrebbe trovare. In avanti Gambino potrebbe rientrare, probabile anche un Arcidiacono con qualche minuto in più nelle gambe. Di fronte c’è il Castrovillari di Sasà Marra, uno di quelli che Messina onorerà sempre: la sua è la tipica squadra di categoria, gli alti e bassi stanno nelle cose. Come contro il Portici basterà poco per perdere, sufficiente entrare in campo distrattamente e senza voglia e la sconfitta sarà naturale.
MESSINA (4-3-3) Ragone; Lundqvist, Porcaro, Cossentino, Dascoli; Bossa, Genevier, Traditi; Petrilli, Gambino, Arcidiacono. All. Biagioni
CASTROVILLARI (4-3-3) Cellitti; Indelicato, Ungaro, Lomasto, Ielo; Forgione, Catinali, Lavrendi; Pandolfi, Puntoriere, Gallon. All. Marra