La difesa giallorossa paralizzata, spettatrice di un piazzato battuto a metà campo con mestiere. E Gagliardi, il 10 di un Castrovillari che ha già messo alle corde il Messina, che scappa con le praterie davanti e nessuna maglia biancoscudata a fare da schermo alla porta di Avella. Che non avrebbe avuto scampo, se non si fosse messo di mezzo il palo.
LA SVOLTA – Nel calcio il momento chiave è tutto. E questo è il momento chiave di Messina-Castrovillari. Il primo esame con il nuovo capitano al timone: Pasquale Rando (voto 7,5). Il tecnico di tempo per iniettare il suo antidoto alla depressione ne ha avuto poco. Qualche giorno a dirigere sedute di allenamenti non può bastare. Ma lui, ad un certo punto, fa la cosa più semplice e complessa del mondo. Ed entra realmente in gioco quando la nave si trova a metà strada e rischia di affondare: parla alla sua ciurma in preda ad una crisi di nervi. Poi rientra sul manto verde e mette tutto nelle mani del destino. E il destino lo premia, perché dalla corsa di Gagliardi che si infrange sul palo, la ruota cosmica gira e stravolge tutto. A favore di una squadra che, al netto degli errori e delle lacune, fino ad oggi ha comunque viaggiato controvento: basterebbe rivedere la sfida persa con il San Tommaso per farsi un’idea più chiara. Rando è dunque l’uomo partita: non vincono le sue idee tattiche, non di certo, ma la sua capacità di tenere il gruppo nel momento più difficile. E di giocarsi, come meglio non avrebbe potuto, le carte che aveva a disposizione nel mazzo, quando a partita in corso ha iniettato nuove energie nel suo scacchiere, puntando su nuovi interpreti in quelle zone di campo in cui serviva intervenire. Ecco, Rando sbanca alla prima per la sua velocità di pensiero, per la sua strategia elaborata in corsa. Il fatto che quello di ieri fosse il suo primo esame, rende il quadro ancora più suggestivo.
Avella 6: partita di ordinaria amministrazione. Spiazzato sul rigore calciato da Puntoriere.
De Meio 5: il 4-3-3 richiede esterni bassi in grado di proporsi: lui, fino a quando è rimasto in campo, non ha di certo brillato in coraggio. (dal 7’ s.t. Saverino 7,5: è la traduzione sul campo della scossa iniettata dal tecnico. Spacca la partita. Per lui assist e gol).
Bruno 5,5: scalcia Cangemi in area e regala il penalty ospite. Non si è ancora calato nei panni del condottiero della difesa giallorossa.
Ungaro 6: timidi segnali di miglioramento. Nella ripresa alza il livello della sua personalità e trasmette maggiori certezze ai compagni.
Fragapane 5,5: interpreta con maggiore convinzione le due fasi rispetto a De Meio. Però più di una volta va in affanno e dalla sua zona si aprono varchi per le offensive ospiti. (dal 17’ s.t. Strumbo 6: si cala subito nella parte e contribuisce al ribaltone).
Buono 5,5: da rivedere. Il centrocampo del Messina non gira a dovere e lui non riesce a incrementare il livello della proposta offensiva (dal 10’ s.t. Capilli 6,5: Rando lo spedisce in campo a sorpresa nel momento peggiore. Se si considera l’anagrafe un fattore, Capilli può già essere considerato un ragazzo di prospettiva e soprattutto di personalità).
Ott Vale 5,5: incidere da play basso è un altro mestiere. Ma in attesa che Sampietro riveda il campo, l’ex Siracusa è costretto a recitare una parte che non gli si addice. Meglio la fase di interdizione.
Cristiani 6: se vi fossero state alternative valide, probabilmente sarebbe entrato a partita in corso, perché reduce da un infortunio. Un valore aggiunto, quello di cui sopra, perché Cristiani è il più lucido in mediana.
Crucitti 6: il suo acuto finale è da 10 purosangue. Come, in senso assoluto, i livelli di gioco espressi nell’ultimo scorcio di gara dall’ex Cittanovese. Prima di quel momento, lui è tra i peggiori in campo.
Coralli 7: rimette il Messina sui binari giusti con un gol facile. Poi ricambia l’assist a Saverino. Ancora appesantito, ma in prospettiva può guadagnarsi i galloni di leader offensivo. (dal 41’ s.t. Bonasera sv).
Orlando 6: anche nei larghi tratti di nulla assoluto in fase di proposta, è certamente l’attaccante più intraprendente. (dal 17’ s.t. Siclari 6: non sempre impeccabile, certo, ma la sua determinazione, una volta gettato nella mischia, serve a suonare la carica).