Ogni partita è una storia diversa. Se il Messina contro Gelbison e Roccella era stato deludente, quella che batte il Castrovillari – giocando molto peggio – è una squadra scafata, che comprende il match e lo gioca da grande squadra.
COMPRENSIONE DELLA GARA – Non è un Messina brillante, per nulla dominante del gioco e che si vede costretto a lasciare il pallino al Castrovillari. Paradossalmente, però, è uno dei Messina più intelligenti della stagione: la squadra di Raffaele Novelli (voto 6,5), infatti, capisce presto il tipo di partita e non si intestardisce nel provare a seguire il proprio spartito. Lo straccia e suona a orecchio: il Castrovillari vuole prendere campo, vuole far la partita e finisce col schiacciare un Messina che non disdegna – per una volta – di lasciare il comando agli avversari. I frutti si colgono presto: lettura di Sabatino, strappo di Aliperta e il tridente fa il resto. La partita offensiva del Messina finisce qui, per il resto ci sono un paio di tentativi di Aliperta – che sfrutta l’ultima bella giocata del primo tempo di Bollino – e un contropiede di Foggia. Tanto basta, però, a una squadra che doveva concretizzare al massimo. Se l’avversario ha più gamba, sta meglio in campo e non soffre le tue idee, allora è il caso di passare al libro della sofferenza e del sacrificio. Il Messina lo fa con ordine, capisce che deve correre all’indietro e limita il più possibile gli avversari. Menzione per Arcidiacono: il capitano è l’ago della bilancia. Quando capisce che la domenica è di quelle difficili, infatti, copre e aiuta un Giofrè in difficoltà vista la buona giornata di Ielo. Il famoso buon esempio, che serve a tutto il tridente per rilegarsi al resto della squadra, ormai schiacciato all’indietro.
UN NUOVO MESSINA –Seconda vittoria consecutiva che vale un mini salto verso l’alto. Continuità necessaria, arrivata grazie a due Messina che poco somigliano alle idee di Novelli. Il dibattito – come già la scorsa settimana – interessa meno ai tifosi, che pretendono i risultati, ma nell’analisi giornalistica il Messina di Novelli va valutato anche per quello che proprio Novelli aveva voglia di proporre. Premessa: terreno appesantito dalla pioggia, con base non sufficiente per un calcio fatto di palla a terra e fatto di scambi veloci. Parentesi chiusa, il Messina di Novelli il calcio che vuole il tecnico lo gioca a sprazzi. Lo fa quando riesce ad alzare la linea mediana e togliere un passaggio alla manovra: Aliperta che si appoggia – direttamente – sull’attacco senza un supplemento di giro palla con le mezzali, infatti, aumenta ritmo e velocità di giocate. L’azione del gol dice poco, ma solo perché occasione di contropiede. Dal punto di vista offensivo, però, riuscire a togliere tocchi e far muovere gli intermedi senza palla per andare a riempire gli spazi è l’obiettivo. Il Messina ci prova, a volte ci riesce ma deve ancora scrollarsi un po’ di timidezza dei singoli. Pretendere – sempre pretendere – di più dai laterali e dai centrocampisti resta necessario. Difficilmente, sennò, arriverà il miglioramento. Contro il Castrovillari il Messina vince in maniera meno poetica e più prosaica: si appoggia sulla punta, fa il contropiede e si difende con 11 uomini sotto la linea della palla. La partita – come detto – voleva questo, e Novelli è bravo proprio ad accettare che la sua squadra si cali nella parte che il copione richiedeva. Episodio o mutamento? Lo dirà il tempo, e non dovrà essere il gusto personale a decidere se sarà un bene o un male. L’allenatore capace, infatti, è quello che comprende le caratteristiche della squadra e ne tira fuori il meglio. Fossilizzarsi sulle proprie posizioni, soprattutto se le prestazioni migliori arrivano da giocate diverse, non è mai cosa giusta.
LA GUIDA – La qualità vince sempre. Quella del Messina viene a galla nei momenti chiave: vero, come analizzato, che i giallorossi sono meno dominanti e attenti alla fase di possesso. Vero anche, però, che quando ribaltano l’azione mostrano tecnica pura. Aliperta è padrone della mediana – anche se qualche tocco di troppo non manca -, mentre il trio offensivo non regala mai giocate banali. Il meglio di giornata, però, lo mostra Sabatino: freddo, preciso, attento nel leggere le giocate avversarie e bravissimo a contrastare. L’azione parte dai suoi piedi sempre in maniera pulita, quando c’è da supplire ad Aliperta marcato a uomo, ecco che Sabatino è puntuale. La partita difensiva del Messina è da voti alti, prova ne è il totale disimpegno di Lai. Nel primo tempo l’estremo è chiamato in causa solo da una botta da lontano di Manes – non aiutano dal campo -, nella ripresa la pressione del Castrovillari è sterile. La gara dei calabresi è positiva, ben giocata ma totalmente mancante di cinismo negli ultimi 20 metri. Il Messina è ordinato, aiutato anche dal giusto timore verso gli avversari ma non si disunisce mai. La pecca arriva, firmata dall’eccesso di generosità di Arcidiacono: il rigore, a velocità normale, lo fischiano 9 arbitri su 10. Tra immagini al rallentatore, ingrandimenti e frame diventa più facile dire che – forse – il contatto falloso inizia fuori area. Poco male, perché Corado pecca di freddezza e trova il palo. Altra prova della mancanza di cinismo dei calabresi. Seconda vittoria consecutiva, crescita evidente di quelli che saranno i leader del 2021 e un Messina mai così in alto in classifica nell’era Sciotto.
Lai 6: le porte chiuse aiutano a sentirlo urlare ai compagni posizioni, scalate e pericoli. Chiamato in causa col contagocce, resta concentrato. Il palo, poi, gli è amico.
Cascione 6,5: preciso, attento e puntuale nelle copertura. Gioca una gara di enorme sacrificio, appoggia la fase offensiva ma capisce presto che l’impegno maggiore deve metterlo dietro.
Lomasto 6: qualche pecca in alcune uscite, soffre la fisicità avversaria ma se la cava sempre con esperienza. Il terreno disastroso non lo aiuta in palleggio.
Sabatino 7: migliore in campo. Anticipa, legge le mosse avversarie, contrasta, picchia quando serve ed esonda per personalità. Da un suo break nasce l’azione del gol. Il più lucido in fase di impostazione.
Giofrè 5,5: dalle sue parti c’è un Ielo in giornata di grazia. Soffre non poco, quando Arcidiacono si sacrifica in copertura balla un po’ meno. Ha avuto domeniche migliori.
Cristiani 6,5: le gerarchie le decide il campo. Per lui il verdetto di titolare imprescindibile sembra sempre più vicino. Concreto, lottatore, tantissimi palloni recuperati, ci prova anche in zona gol. (dal 42′ s.t. Vacca sv)
Aliperta 6: partita strana. Resta qualche eccesso di tocco in fase di impostazione, ma è cattivissimo in fase di recupero palla. Sfiora un paio di volte la rete, la traversa colpita grida vendetta.
Crisci 5,5: corre tantissimo, ancora una volta pare troppo disordinato. La sua energia, però, è utile anche se spesso rincorre invece di correre. (dal 41′ s.t. Cretella sv)
Bollino 5,5: parte molto bene, sembra una di quelle giornate in cui può incantare. Partecipa all’azione del gol, ma il destro non è il suo piede, poi si spegne lentamente. Un po’ stanco e un po’ martoriato dagli avversari. (dal 48′ s.t. Mazzone sv)
Foggia 6,5: subito il gol, poi qualche pausa di troppo prima di un finale di gara utilissimo alla squadra. Contrasti, palloni coperti e protetti, punizioni per respirare e prova anche a raddoppiare.
Arcidiacono 6: l’assist e il sacrificio. Corre tanto, difende e rincorre quando vede i compagni andare sotto ma, come spesso accade agli attaccanti, eccede quando commette il fallo che porta al rigore. (dal 23′ s.t. Addessi 5,5: entra in un momento delicato, non riesce mai a farsi coinvolgere del tutto. Trova compagni già molto stanchi)
CASTROVILLARI Rizzitano 6,5; De Caro 6, Manes 6, Cinquegrana 6 (dal 42’ s.t. Sapone sv); Ielo 6,5 (dal 33’ s.t. Trentinella sv), Di Battista 5,5, Emmanouil 6, Greco 5,5 (dal 45’ s.t. Mileto sv); Ciriachi 5 (dall’11’ s.t. Principi 6); Corado 5, Solinas 5 (dal 19’ s.t. Rodi 5,5). All. Franceschini 6.
*fonte foto: Acr Messina – ph. Paolo Furrer