Il dominio di Melfi è dimenticato, una schiacciante padronanza tecnico-tattica che oggi non serve più a niente. Vero, anzi verissimo, che l’identità e la continuità siano fattori decisivi ma davanti ai 20 mila del “San Filippo” ci sarà un derby, c’è Messina-Catania. Abbiamo sempre e solo parlato di tattica, analizzato e spiegato il Messina di Arturo Di Napoli ed i suoi avversari. Adesso è tutto più complicato, perché da quando esiste il calcio i derby cancellano differenze e stati di forma, tutto cambia e niente si conferma. La testa, la gestione della pressione ed il peso delle aspettative. Sono questi i fattori da tenere in conto, il resto è chiacchiera per topi da biblioteca calcistica. Pippo Pancaro allenatore semplice e senza grossi spunti, ma la sua esperienza da calciatore navigato potrebbe contare molto di più di un addestramento continuo sull’attacco della profondità. Arturo Di Napoli viaggia sul basso profilo, ma alle parole di Ferrigno che vuole il Messina favorito ha voluto rispondere. Favorito sarà il Catania per il mister giallorosso, perché Arturo non avrà giocato la Champions ma da calciatore è stato leader e trascinatore, come si vince un derby lui lo sa benissimo. La testa deve rimanere lucida, un battito regolare deve accompagnare ogni singolo respiro e la sovrapposizione o il passaggio filtrante riuscirà. Se il battito accelera hai già perso, ancora non lo sai ma il tuo avversario sta esultando nel post partita. Perché? Non hai gestito i nervi, la tua superiorità tecnica e tattica non è servita a nulla. Abbiamo oltrepassato il limite dell’emozione, torniamo razionali almeno noi e cerchiamo di conoscere alcuni pregi e difetti del Catania di Pippo Pancaro.
DISTRAZIONE PORTAMI VIA – Castellammare di Stabia, il Catania va sotto nel primo tempo trafitto da Contessa ma Calil agguanta il pari immediatamente. Nella ripresa la squadra di Pancaro ci crede ma i campani vincono. Quinto minuto di recupero, forse troppo tardi per gli etnei ed un sonnellino improvviso “regala” la sconfitta. Nelle due evidenze arancioni vediamo il gravissimo errore compiuto da tutta la fase difensiva catanese. Un 4vs1 in alto, che porta comunque al cross del giocatore della Juve Stabia. In mezzo cambia poco, un 3vs1 senza senso mentre alle spalle di questo coacervo distratto arriva Bombagi (cerchio azzurro) che colpirà in solitaria facendo godere il “Menti”. Pancaro dovrà lavorare moltissimo sull’attenzione perché, come vedremo nel prossimo focus, dagli errori non si impara.
SBAGLIANDO NON SI IMPARA – Nessuna voglia di infierire sugli errori del Catania, ma se la squadra di Pippo Pancaro nelle ultime settimane ha raccolto ben poco la colpa è, anche, di una fase difensiva “allegra”. Derby con l’Akragas della settimana scorsa, il Catania è padrone del campo e del gioco per tutto il primo tempo ma all’improvviso arriva il sonnellino e, puntuale, il gol degli avversari. Nel cerchio rosso c’è Zibert, centrocampista della squadra di Legrottaglie che troverà un destro a giro che morirà sotto l’incrocio di uno stupefatto Bastianoni, ma prima del gran tiro ci sono un numero di errori difensivi da brividi. In arancio c’è Calderini in un ritardo mostruoso sulla copertura difensiva, in azzurro abbiamo evidenziato lo strano vizio della retroguardia del Catania di moltiplicare le forze su un singolo lasciando campo e spazio ad altri. Nel cuore dell’area in tre marcano (a maglie larghe) un solo giocatore, sul portatore vanno in due ma lo scarico su Zibert arriva ugualmente. Il resto è la giusta punizione.
OCCHIO ALLA FASCIA – Tatticamente la squadra di Pancaro, dal punto di vista offensivo, offre poco da analizzare. Non per inconsistenza ma per caratteristiche. Infatti giocatori come Calil e Russotto hanno fatto dell’imprevedibile il loro modo di interpretare il gioco, imbrigliarli in sistemi e soluzioni non è certo semplice. Qualcosa di interessante c’è, ad esempio funziona molto bene l’attacco del fondo dell’esterno basso Nunzella. Ancora Juve Stabia-Catania, azione che può esemplificare quella che è l’idea prevista da Pancaro per il suo giocatore. Situazione particolare, questa, azione di ripartenza con pochi uomini contro due linee schiacciate della Juve Stabia. In azzurro c’è proprio Nunzella, senza palla e con il motorino acceso nella ricerca del fondo campo. La giocata su di lui è automatica, anche se nell’occasione senza costrutto. Qui il nodo. Plasmati sì o Plasmati no? Come già scritto in precedenza, uno dei dubbi di Pancaro riguardano proprio il centravanti classico Plasmati. Con Calil, Russotto e Calderini la fantasia e l’imprevedibilità si sposano, con Plasmati bussa alla porta quel pizzico di concretezza che manca. Lo scopriremo al momento delle formazioni, e poi lo abbiamo detto prima, in un derby tutte queste chiacchiere non contano nulla, o quasi.
CASA MESSINA – Arturo Di Napoli non potrà contare su Tavares e Gustavo, a loro si aggiunge Bramati che a Melfi ha rimediato una distorsione alla caviglia. In dubbio fino alla fine Palumbo e Baccolo, col primo più vicino ad una maglia da titolare. Se dovesse non farcela, allora spazio a Frabotta. In mezzo alla difesa ci saranno Martinelli e Parisi. A centrocampo, senza Baccolo e Bramati toccherà a Fornito prendersi il ruolo da regista. In avanti certi del posto Cocuzza e Barraco, con loro Fabio Padulano è favorito su Salvemini. Di Napoli ha risposto con carattere a Fabrizio Ferrigno. Il suo Messina costa dodici volte meno del Catania, punta alla salvezza e di essere favorita non ci pensa nemmeno. Parole da leader, da allenatore scafato e grande conoscitori dei delicati equilibri necessari per non soffrire di ansia da derby. Zitti tutti, parla il campo.
* foto ©PeppeSaya