Messina-Catanzaro, il calcio non è un gioco facile

Pubblicato il 30 Gennaio 2023 in Primo Piano

In una partita secca… è successo di tutto, perché il Messina di Raciti è squadra vera, solida e pronta ad adattarsi a ogni circostanza. Catanzaro fortissimo, ma leggero quando crede di aver inclinato in maniera definitiva la sfida. I giallorossi reagiscono trovando pari e azione per recriminare.

LA GRANDE OCCASIONE – Ottenere il massimo possibile da quello che la partita ti concede. Sembra essere questo il mantra che muove il Messina in questa sua missione salvezza. Catanzaro capolista spietata e troppo forte per tutte, ma la superiorità bisogna dimostrarla sul campo e non con le statistiche. La squadra di Vivarini ci riesce fino a un certo punto, perché se il primo tempo è un vero e proprio assedio, così non è un secondo tempo nel quale la squadra di Raciti (voto 7) alza la propria linea difensiva e inizia a provarci. I calabresi scivolano sulla volontà dei giallorossi di non arrendersi ai valori sulla carta e il pareggio è risultato più che giusto. Primo tempo di pura sofferenza – come sarebbe dovuto essere -, con Fumagalli a respingere un paio di botte d’autore e cadere quando Verna indovina il tiro dell’anno. Gran destro, meraviglioso, che entra a fil di palo e mostra un pizzico di mancata spinta del portiere giallorosso. Nessuna colpa, un bravo a Verna e tutti negli spogliatoi. Ecco, il quarto d’ora di riposo è il vero capolavoro di Raciti: abbattersi per il crollo del muro a una ventina di secondi dall’intervallo sarebbe stato automatico, invece il Messina torna in campo con un altro spirito. Stimolato e vivace, tanto da andare a palleggiare nella metà campo avversaria. Terreno di gioco pessimo, vergognoso per una città come Messina e per un campionato professionistico, ma vale per entrambe e Vivarini mostra un pizzico di superficialità quando crede che alla squadra di Raciti convenga il fango per la lotta. E con chi? Conoscere il proprio nemico aiuterebbe, perché questo Messina non sarà mai il Manchester City di Guardiola ma non è squadra di lotta punto e basta. No, è squadra che vuole compattarsi per ripartire, ma che ha bisogno di far scorrere il pallone velocemente. Mallamo, Catania, Kragl (assente ieri), Balde e Perez non sono calciatori per fare a spintoni, lo stesso Fofana è giocatore di quantità e qualità. Il primo a essere incazzato per il terreno, allora, dovrebbe essere lo stesso Raciti che di sopravvivere su contropiedi arenati nel fango non sembra averne voglia. La dimostrazione c’è quando Curiale si divora il 2-1, ma il centravanti calcia arrivando sul pallone pattinando su erba umida e fangosa. Sbaglia lui, ma gli ultimi passi per la coordinazione sono fortemente influenzati dalla necessità di restare in piedi. L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalla rete del pari: circolazione veloce e tutta rasoterra, con Fofana che imbuca e Konate – altro impatto clamoroso a partita in corsa – che prende il fondo e trova Balde. Il Catanzaro sbaglia tutto uscendo in ritardo su Fofana con Scognamillo e Verna, tocca a Biasci – che è troppo lontano per riuscirci – inseguire Konate e quando parte il cross Martinelli e Brighenti scalano sul primo palo e nel cuore dell’area non c’è Ghion ma un Brignola in evidente ritardo. Balde deve solo appoggiare e il gol arriva… nonostante un terreno vergognosamente pessimo. Che resta tale e non dovrebbe mai più essere rappresentativo di Messina città. Dopo il pari l’occasione migliore è del Messina, quella del Catanzaro arriva solo nel finale quando Fumagalli non avverte Ferrara del pericolo Curcio e il numero 21 può calciare. Malissimo, ma anche in questo caso viene tradito dalla sorpresa di ritrovarsi quel pallone e da un equilibrio complicato. Il dominio del Catanzaro è territoriale, ma a poco serve una pioggia di cross a cercare Cianci e che, invece, vengono presi solo da Ferrara e Hélder Baldé prima e Ferrini poi, con il difensore di proprietà del Renate che tira fuori una prestazione perfetta per concentrazione e capacità di lottare. Il momento non era di quelli comodi.

MOSSE E CONTROMOSSE – Tatticamente la partita del San Filippo è molto interessante. Catanzaro che non riesce a coinvolgere il regista Ghion vista la marcatura personalizzata di Balde. Perez prova a pressare due centrali su tre, così Fulignati battezza Martinelli come l’uomo incaricato per portare il pallone nella metà campo avversaria. Non c’è Kragl per Raciti, così Fiorani si adatta a destra per dare una mano a Berto contro lo spauracchio Vandeputte. Il belga si accende a spot, ma quando arma il suo destro crea assist insidiosi e impegni per Fumagalli. Il Messina non vuole concedere spazio sulle corsie, lascia al Catanzaro il palleggio e la possibilità di cambiare gioco per accerchiare, ma non vuole regalare il fondo campo. La squadra di Vivarini, allora, deve verticalizzare sui lati e poi tagliare dentro per sfruttare Vandeputte e Brignola a piede invertito. Funziona poco, se non quando proprio l’ex Cosenza trova il belga. La densità centrale non dispiace al Messina e la rappresentazione arriva con la presenza di Hélder Baldé. Per il resto, infatti, sono i tiri da fuori a impegnare Fumagalli. Quello di Verna – come detto – lo sorprende ma contiene le caratteristiche dell’imparabilità. Funziona, allora, il sistema difensivo del Messina che non avrebbe potuto giocare una partita diversa. Fatta di attenzione massima. La pecca è la fase offensiva del primo tempo, perché quando il pallone viene scaricato su Balde o Perez arrivano i tre centrali di Vivarini che dominano e recuperano tutto. La tegola arriva quando Catania si ferma per un problema al ginocchio – esami strumentali lunedì – e Raciti perde la sua freccia vista la capacità del numero 20 di mettere tecnica in velocità. Entra Iannone, ma non funziona. Il Messina, così, deve restare basso ma parte già troppo basso. La ripresa – anche a causa dello svantaggio – deve essere affrontata con una linea più alta e attaccanti non sempre spalle alla porta, il tutto favorito dall’idea del Catanzaro di poter gestire. Punto di forza se hai subito – fino a quel momento – solo 8 gol in 23 partita. Nel calderone c’è tutto: la superficialità dei calabresi e la volontà del Messina, che viene mostrata quando il forcing finale viene spento senza che Fumagalli debba compiere miracoli. Un forcing – come detto prima – che il Catanzaro decide di affidare a palloni alti e sempre partiti dalle fasce laterali alla ricerca di Cianci, una modalità abbastanza banale. Probabile, allora, che la paranoia del terreno abbia inciso fin troppo sulle strategie finali. Non a caso, l’occasione di Curcio – al netto di tutti gli errori del Messina nello specifico – arriva quando Cianci viene cercato in verticale e non con cross laterale.

I SINGOLI FANNO LA SQUADRA – Ultimo paragrafo da dedicare a qualche singolo. Il mercato di Logiudice è stato, fin qui, perfetto perché quello che mancava è stato individuato. Un reparto in particolare: la difesa. Fumagalli, Ferrara, Hélder Baldé e Celesia non sono solo innesti, sono un intero nuovo reparto titolare. Tutti in campo e tutti autori di ottime prove. Il portoghese gioca con un taglio alla pianta del piede per un incidente domestico, non se ne accorge nessuno tanto da pensare che la sostituzione arrivi per un calo di energie. No, era solo per un piede aperto che aveva riempito la scarpa di sangue. Prima della sostituzione si è visto un centrale concentrato, fisico e coraggioso nei contrasti. Ottimo impatto. Ferrara cresce e diventa sempre più leader, mentre Celesia è una delle sorprese di giornata: attento, puntuale e bravo nel non temere l’uno contro uno con Situm e compagnia. Capitolo nuovi che dovrebbe allargarsi grazie alle ultime ore di mercato: Versienti andrà via, Trasciani piace a tante ma la sua priorità resta il Messina. Gli esami strumentali sul ginocchio di Catania incideranno, perché se l’infortunio del numero 20 fosse di quelli gravi servirebbe un altro esterno d’attacco. Sì, un altro, perché uno sembra essere già nel taccuino. Con lui un terzino per tamponare l’uscita di Versienti e magari un vice Balde. In rosa, infatti, non c’è nessuno che possa occupare quella posizione alle spalle di Perez. Parentesi mercato andata, così l’ultimo focus è tutto per Andrea Mallamo. Classe 2002 e personalità da veterano per un calciatore tecnico che non si abbatte per non poter far circolare il pallone in maniera pulita, ma che non ne spreca nessuno. Mai. Sempre messo bene in fase di non possesso, quando recupera non ama lo spreco e mette la lucidità alla base di tutto. Nel finale cresce in maniera esponenziale, tanto da mandare a vuoto con un paio di finte chi prova a contrastarlo, poi testa alta e passaggio in sicurezza. Il futuro è suo.

Fumagalli 6: un grande intervento su Iemmello per scaldarsi, poi la respinta su Martinelli. Il tiro di Verna è spettacolare, ma sembra sorprenderlo un po’. Un giallo arrivato presto, nel finale appare troppo nervoso.

Berto 6: clienti difficilissimi dalle sue parti, lui si applica e prova a contenere senza strafare. Ci riesce.

Hélder Baldé 6,5: sorpresa di giornata e anche la prestazione non è da meno. Perfetto sul gioco aereo grazie alla sua fisicità, ma cattivissimo nei contrasti. Mostra una gran personalità nonostante fosse all’esordio. Racconta di aver giocato con un taglio alla pianta del piede… colosso. (dal 29′ s.t. Ferrini 6,5: ottimo impatto sulla sfida in un momento di grande sofferenza. Spegne Cianci e le prende quasi tutte lui)

Ferrara 6: gioca una partita, praticamente, perfetta. Nel finale, però, è protagonista in negativo – al pari di Fumagalli che non chiama la presenza dell’avversario – della grande occasione concessa a Curcio.

Celesia 6,5: altro esordiente e altro ottimo impatto. Ordinato, bravo a lottare con Situm prima e Rolando poi. Coraggioso nelle chiusure, cattivo quando c’è da sporcarsi nei corpo a corpo.

Fiorani 5,5: si adatta con buona volontà sulla corsia destra, ma fatica a fare filtro e non riesce mai a ripartire. Spende molto, ma corre meno bene del solito. (dal 16′ s.t. Konate 6,5: l’esempio migliore di quanto funzioni la cura Raciti. Entra in campo con una cattiveria agonistica clamorosa, bravo ad adattarsi a laterale e servire il pallone del pari a Balde)

Fofana 7: partita di sofferenza e battaglia, campo perfetto per lui. Contrasta, sporca possessi, recupera palloni e ne serve uno splendido per la corsa di Konate che terminerà con la rete del pari.

Mallamo 7: il campo è davvero un problema, per lui. La sua tecnica ne risente, ma non se ne accorge quasi nessuno perché gioca una partita tutta lucidità e precisione. Nel finale il Catanzaro pressa, lui recupera due palloni e li protegge e smista come un veterano. Migliore in campo.

Catania s.v.: meno di un quarto d’ora, poi un problema al ginocchio tutto da valutare. (dal 13′ p.t. Iannone 5: fatica a calarsi nella partita, non è concreto in fase di non possesso e spreca troppe ripartenze quando viene recuperata palla. Buono l’assist che Curiale non sfrutta, ma è davvero troppo poco)

Balde 6,5: è passato dal non riuscire a calciare in porta a segnare in ogni gara che il calendario manda al San Filippo. Quattro in fila e lo scalpo eccellente del Catanzaro che arriva grazie alle trame dei compagni e al suo fiuto. Bravo nell’impegnarsi in copertura su Ghion. Tante corse all’indietro, sempre positive. (dal 29′ s.t. Marino 6: bravo nel fare quanto richiesto quando difende un paio di palloni e fa scorrere il tempo tenendo il gioco lontano dall’aria di Fumagalli)

Perez 6: prova a difendere tanti palloni, ma il trio difensivo dei calabresi è spietato. Lavora come sempre, ma è una giornata difficile. Si prende pure un giallo evitabile. (dal 16′ s.t. Curiale 5,5: entra con un buon piglio, partecipa alla manovra del pari, ma l’occasione che spreca è di quelle che non capitano tante volte in una partita del genere)

CATANZARO Fulignati 6,5; Martinelli 6,5, Brighenti 6,5, Scognamillo 5,5; Situm 5,5 (dal 36′ s.t. Rolando 5,5), Brignola 5,5 (dal 23′ s.t. Pontisso 6), Ghion 6, Verna 6,5 (dal 23′ s.t. Curcio 5), Vandeputte 6; Iemmello 5,5 (dal 23′ s.t. Cianci 5,5), Biasci 5,5. All. Vivarini 6

*foto copertina: Acr Messina – sito ufficiale | ph. Francesco Saya

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