Messina-Cerignola, un grammo di comportamento vale un chilo di parole
Pubblicato il 6 Febbraio 2023 in Primo Piano
Schiaffone che fa male. La sconfitta che il Cerignola infligge al Messina è di quelle che lascia scorie vista una classifica che non ammette più errori. Non solo una questione di distacco, perché è il tempo a diventare sempre meno. Diventa necessario digerire in fretta lo scivolone e calarsi nella parte.
UNDICI ERRATO – Giornataccia. Nella partita dei giallorossi ci sono tanti errori, una piccola reazione e pure del rammarico. Il totale è insufficiente, nonostante il pareggio fosse il risultato più giusto rispetto a quanto visto sul vergognoso terreno del San Filippo. Il Cerignola fa il Cerignola anche se sembra una squadra diversa dal solito. Conosci il tuo nemico se vuoi avere la meglio, così studiare il momento dei pugliesi suggerisce che la squadra di Pazienza non avrebbe potuto giocare una gara diversa. Un paio di settimane con qualche gol subito di troppo, col punto più basso contro un Catanzaro da poker ma che aveva creato per una decina di reti. Si cambia e il Cerignola nelle ultime uscite si abbottona e sfrutta un attacco variegato: in casa della Gelbison il doppio centravanti per accoppiarsi con i due marcatori della difesa a tre di De Sanzo, contro il Messina doppio contropiedista per sorprendere una linea che dovrà alzarsi e che non può brillare – per conformazione fisica – in velocità. Questo il piano tattico, ma il paradosso arriva nelle modalità della sconfitta. Il Messina, infatti, non perde dopo una partita arrembante punito da una ripartenza. No, la squadra di Raciti (voto 5,5) perde per un banale colpo di testa su palla inattiva in mezzo al nulla offensivo prodotto dagli avversari. Il piano tattico di Pazienza si capisce già dall’undici iniziale, anche quello di Raciti diventa chiaro e la prima sensazione è che sarà una domenica difficile per i giallorossi. Le assenze di Fofana e Catania pesano come macigni, dato che i due calciatori sono quelli più atletici presenti in rosa. L’ivoriano ruba, ripulisce e accorcia in avanti, mentre l’esterno è l’unico capace di saltare l’uomo e creare reale superiorità. Sono assenti e vanno sostituiti, ecco che Raciti pecca nelle scelte. Nessuna croce addosso a chi ha giocato, perché sarebbe riduttivo e superficiale fare il gioco della divisione delle colpe. Ci sono carenze tecniche e tattiche nelle prestazioni di Konate e Versienti. Il primo è giocatore di distruzione e recupero palla, quando è in fiducia può garantire corsa in verticale ma non è il calciatore ideale se devi costruire in mezzo. Versienti non è proprio un terzino, ma nemmeno un’ala. Raciti chiarisce che la mossa è di tipo tattico con l’ex Taranto che avrebbe dovuto tagliare dentro per portarsi dietro Russo e lasciare il binario a Celesia. Non funziona e non avrebbe potuto. Dibattere sulle scelte è quasi sempre antipatico, perché gli allenatori non decidono per farsi del male ma al contrario. Analizzare fa parte del gioco, così quando Fiorani mette muscoli e verticalità fa pensare che sarebbe stato ideale per la sostituzione di Fofana. La sostituzione di Catania, però, diventa il vero nodo della prestazione del Messina: Raciti ha ridisegnato una squadra con caratteristiche precise quali compattezza, pressing forte e ripartenze. Catania strappa e punta sempre, se manca devi ricercare caratteristiche simili. Il Messina si snatura e diventa “telefonato”, come un tiro centrale e debole. Kragl vuol ricevere solo sui piedi, Perez lavora per portarsi dietro il suo marcatore e Balde cerca profondità. Il Cerignola crea densità in zona Kragl, prende Perez a zona e serrando la cintura centrale non regala spazio a Balde. Messina disinnescato e primo tempo buttato.
TEMPO REGALATO, PARTITA PERSA – C’è anche la rete subita in una prima frazione in cui non ne va bene una ai giallorossi. Il vento è fattore per tutti e va anche valutato bene. Forse allunga la palla che Perez non può non bucare, ma questo non assolve Konate che – per l’ennesima volta in stagione – perde la marcatura. Ripensare al suo posizionamento sulle palle inattive. Ruggiero colpisce facile, Fumagalli è un po’ sorpreso – forse più dagli errori dei compagni – e non ci arriva. Strappare e rifare, così la ripresa del Messina vede modifiche evidenti di carattere tattico. Anzi, vede il Messina tornare sui suoi passi. Versienti scala e Ortisi deve interpretare il ruolo di quello che spariglia. Difficilissimo, perché il Cerignola era arrivato in Sicilia con l’obiettivo di portare uno 0-0 come peggior risultato, figurarsi dopo il vantaggio che attitudine avrebbe potuto avere. Linee corte, strette e non si passa in maniera fluida. Il ritmo si alza e, allora, arrivano le conclusioni. Perez spara su Saracco e inizia a far sospettare che il caso sia alle porte: il gol manca e pesa, ne serve uno decisivo. Ortisi entra con voglia, ma pare intimidito e si limita al compitino. Non è neanche facile, perché dalle sue parti ci sono i clienti più difficili. Non piace Kragl che decide di isolarsi a destra e sparare senza costrutto una volta ricevuta palla. Senza ritmo e in maniera fin troppo presuntuosa, anche per uno con il sinistro come il suo. Le palle inattive diventano una possibilità – in fondo sei sotto a causa loro -, ma Hélder Baldé si divora il pari e mette il punto alla giornata totalmente errata dei giallorossi. Entra anche Ragusa, ma chiedergli qualcosa in più di quanto fatto è impossibile visti i tanti mesi di inattività. Giocare gli servirà per crescere. Aspetti tattici e tecnici abbastanza chiari, tanto da far serpeggiare la sensazione che dopo la rete di Ruggiero la partita fosse chiusa. Non tanto perché non fosse possibile impattare, ma perché quando il piano si inclina in negativo è difficile rimetterlo in linea o, addirittura, spostarlo dalla tua parte. Tattica, tecnica e poi testa. L’atteggiamento – dell’intero ambiente Messina – è un po’ diverso da un paio di settimane. Il primo ammonimento è arrivato da Raciti, ma lo si può facilmente toccare con mano. Risultati e un super mercato sono addendi dai quali aspettarsi una somma soddisfacente. Peccato che il calcio non sia una scienza esatta, così calarsi nella parte diventa vitale.
NON LASCIARE INDIETRO NESSUNO – Che significa calarsi nella parte? Chiaro che tutti i nuovi arrivati abbiano ben chiara quale sia l’impresa per salvare il Messina. Non avrebbero accettato. Non c’è, quindi, dolo in un leggero cambio della condotta generale. C’è quella fisiologica autostima che tracima in un pizzico di presunzione tecnica e di atteggiamento. Il quadro è cambiato: il Messina fino a dicembre era squadra che non godeva di nessuna stima da parte degli avversari e non hanno mai ingannato le frasi di circostanza di tecnici e calciatori che hanno incrociato i giallorossi. Il mercato ha riscritto un Messina dalle qualità offensive diverse, di uno spessore che preoccupa gli avversari. Questa squadra, però, non può tramutarsi in una macchina offensiva a trazione anteriore punto e basta. Quando rincorri devi rischiare per vincere, ma non puoi rischiare di perdere. Sottigliezze che faranno la differenza a fine annata. L’identità di sofferenza e utile qualità ha portato punti fondamentali per lottare. Un’identità che deve essere capita e sposata, soprattutto quando le cose brillano. Sono quei momenti, infatti, quelli in cui lottare ancora più duramente. In casa del Giugliano i primi sintomi con giocate fin troppo ricercate e fini a se stesse. Attenzione: il lato estetico nel calcio è sempre gradito e non è questo il problema. Il difetto nasce quando questo diventa presunzione tecnica. Il Cerignola ha mostrato che futuro attenda il Messina: avversari che non consentiranno difesa e contropiede. I punti deve farli il Messina e toccherà al Messina fare la partita. Anche quando non vorrà o non vorrebbe. Con le sue armi e le sue caratteristiche, senza tralasciare le piccole modifiche necessarie per esaltare le nuove armi a disposizione. Ecco, le caratteristiche sono la base su cui costruire le certezze. Contro il Cerignola – per chiudere il cerchio del discorso – sono state disattese: i giallorossi rischiano di restare prevedibili in alcune soluzioni, per questo un giocatore come Catania resta necessario. Quando non c’è serve mantenere quella dose di imprevedibilità. Che poteva scovarsi in Ortisi, ma anche in Iannone. L’ex Paganese non sta facendo bene, anzi ha fatto malissimo sia con Catanzaro che con Giugliano. Tenerlo sulla corda, però, rimane importantissimo. Lui come altri, come quelli che hanno strappato la prima vittoria fondamentale con la Virtus Francavilla e che avevano dato il massimo per ottenere i seppur pochi punti della prima metà. Non che Raciti non lo stia facendo, anche perché la cura dell’aspetto psicologico resta una delle sue qualità migliori. Il mercato era vitale per riportare il Messina al centro del discorso salvezza e chi è arrivato ha le qualità per essere titolare senza discussioni di sorta, ma in una rincorsa tanto faticosa ci sarà davvero bisogno di tutti e che tutti si sentano importanti al pari degli altri.
Fumagalli 5,5: sul gol subito pare meno reattivo del solito, ma la distanza ravvicinata non lo aiuta.
Berto 5,5: soffre terribilmente la tecnica di D’Ausilio, in fase di possesso è troppo impreciso e frettoloso.
Hélder Baldé 5,5: un paio di letture sbagliate che non fanno male perché il Cerignola non punge. Si divora la palla del pari.
Ferrara 6: più attento del compagno di reparto, guida la linea e vince quasi tutti i duelli.
Celesia 5: gamba pesante ed errori in serie, sostituito alla fine del primo tempo. (dal 1′ s.t. Ortisi 5,5: ancora un po’ timido anche se si intravedono le qualità tecniche per incidere)
Kragl 5: un piccolo malessere nel riscaldamento, poi la ripresa e la conferma tra i titolari. Prestazione che non convince. Prova a farsi coinvolgere, ma riceve spesso troppo basso e troppo nel traffico. Quando decide di calciare dalla distanza lo fa senza una minima possibilità di far male dato che le esecuzioni sono tutte senza ritmo e forzate. L’espulsione di Mallamo è, in parte, una sua responsabilità.
Konate 5: nelle gare in cui il Messina deve soprattutto costruire lui va in difficoltà. Perde Ruggiero in occasione del gol, vero che Perez salta a vuoto ma chi deve marcare non può mollare la presa. (dal 1′ s.t. Fiorani 6: buon ingresso per vigoria e utilità nelle due fasi, cambia il ritmo al centrocampo)
Mallamo 6,5: prestazione di categoria superiore, l’ennesima. Uomo ovunque e sempre ben orientato per giocare in avanti. Non banalizza le giocate e non forza, ruba tantissimi palloni e in fase di rifinitura è sempre preciso per tempo e spazio. Il rosso è frutto di un eccesso dello scadente Perri e di una palla avvelenata di Kragl.
Versienti 5: mossa tattica che non funziona. L’ex Taranto ha gamba e volontà, ma non crea mai superiorità e quando rientra per crossare col destro diventa fin troppo prevedibile.
Balde 6: in alcune circostanze è fin troppo testardo, ma è bravo nel cucire il gioco tra centrocampo e attacco e nel ricercare sempre il compagno smarcato. (dal 27′ s.t. Curiale 5: entra con la giusta motivazione, ma il paio di palloni sporchi che arrivano dalle sue parti lo trovano, ancora una volta, un passo in ritardo)
Perez 5,5: dopo due minuti si fa sorprendere da una palla sbucata per caso che sarebbe valso il vantaggio. Nella ripresa incrocia un gran destro, ma troppo centrale per superare il portiere avversario. Il gol che manca comincia a diventare un tarlo. (dal 18′ s.t. Ragusa 5,5: c’è tanta voglia di lottare e incidere, ma non ha il ritmo partita e si vede. Giocare lo aiuterà)
CERIGNOLA Saracco 6; Blondett 6,5, Capomaggio 6, Ligi 6; Russo 6, Botta 5,5, Langella 5,5 (dal 18′ s.t. Righetti 6), Ruggiero 6,5 (dal 43′ s.t. Sainz-Maza 4,5), D’Ausilio 6,5 (dal 18′ s.t. Allegrini 6); D’Andrea 5 (dal 18′ s.t. Malcore 5,5), Achik 6 (dal 37′ s.t. Samele s.v.). All. Pazienza 6
*foto copertina: Acr Messina – sito ufficiale | ph. Francesco Saya