Difesa a oltranza che non paga mai. Il Messina sceglie una gara di puro contenimento, ma la Gelbison ci crede sempre e spinge fino all’ultimo istante quando con Tumminello beffa la difesa giallorossa e trova la rete che vale una vittoria pesantissima. Ritorno sabato 13 maggio al San Filippo.
CONTENIMENTO – Non completamente al massimo e ancora in panchina: il Messina non riparte da Ragusa. Il numero 90 resta fuori dall’undici iniziale scelto da Ezio Raciti per questa delicatissima andata playout. Formazione che si compone con Fumagalli tra i pali, linea difensiva con Berto a destra e Ferrini dirottato a sinistra mentre Trasciani torna al centro al fianco di Ferrara. In mediana Fiorani è l’uomo scelto per sostituire Mallamo, con lui c’è Fofana. Sulla destra Kragl, a sinistra Marino per chiudere la linea a quattro. Riferimento centrale Perez con Balde a supporto. Fronte Gelbison con Galderisi che sposa la trazione anteriore, ma sceglie di schierare la sua squadra a specchio con quella giallorossa: difesa con Gilli e Granata centrali mentre Cargnelutti si sposta in mediana per far coppia con Fornito. Trio di trequartisti – alle spalle di Infantino – con De Sena centrale più Kyeremateng e Graziani sugli esterni. Copione del match che prende subito forma e conferma le impressioni della vigilia: Gelbison aggressiva e intenzionata a far male al Messina. Giallorossi che restano abbottonati e ordinati, bravi nel non concedere spazi e costringere i campani nel forzare la giocata arrivati sulla trequarti offensiva. Occasioni poche, agonismo molto col gioco che si incaglia nella cintura di centrocampo dove sono bravi Fofana e Marino a farsi sentire in contrasto. Il primo squillo arriva da palla inattiva, ma è la modalità che porta alla punizione dal limite per la Gelbison a essere particolare: a Fumagalli scivola il pallone dalle mani in fase di rinvio, con lo svarione che lo porta a toccare la sfera fuori dall’area di rigore con le mani stesse. Punizione per i campani e nessun cartellino come regolamento suggerisce. Fornito si prende la responsabilità di calciare: palla leggermente sopra la traversa. Fumo tanto, arrosto non pervenuto. Discorso valido per entrambe le squadre, col Messina che fatica a innescare i suoi uomini sulla trequarti finendo per appoggiarsi sul solo Perez. Il numero 31 si mostra vivace e dai suoi piedi arriva la prima puntura giallorossa quando – poco fuori l’area di rigore sul lato sinistro – lascia partire un destro a giro che finisce largo, ma che rappresenta l’iscrizione alla partita offensiva del Messina. Primo che tempo che scivola via e che racconta ancora di due colpi di testa innocui di De Sena e poco altro. Due fischi e squadre al riposo.
SCONFITTA – Si riparte senza cambi da ambo le parti e sempre di fronte a una spettacolare cornice di pubblico. Sono più di 700 i biglietti staccati nel settore ospite, anche se la cronaca ci impone di segnalare il mancato arrivo di una fetta di pubblico proveniente dalle regioni del nord d’Italia, fermati da un guasto sulla rete ferroviaria tra Roma Tiburtina e Settebagni. Copione che torna quello della prima parte di gara con la Gelbison che pressa forte e schiaccia il Messina. Campani che protestano per un presunto tocco di mano in area di Berto, ma per Panettella non ci sono gli estremi per il calcio di rigore. Ci sono, invece, quelli per una punizione dal limite per un gioco pericoloso di Fofana: incarico a De Sena che lascia partire un rasoterra secco che sfiora il palo e mette i brividi ai giallorossi. La squadra di Raciti prova ad alzare il livello della sua intensità e ci prova iniziando a costruire gioco sulla sua corsia destra. Kragl sfonda dopo un triplo contrasto, il suo cross basso viene deviato da Perez ma senza precisione. Proseguimento dell’azione con la sfera che finisce a Berto, il terzino prova a mettere in mezzo ma il suo cross diventa quasi un tiro terminando sul palo con D’Agostino leggermente in ritardo. Prime mosse per Raciti che sceglie Konate per Fiorani e Ragusa per Balde con Marino che si sposta nel cuore del campo. Risponde Galderisi con Caccavallo per Graziani e Tumminello per De Sena. Cambi sì, mosse tattiche no. Con i tecnici che decidono di non muovere la posizione delle proprie pedine. Succede poco dalle parti dei due portieri e serve un mezzo buco giallorosso per aprire la porta a un’occasione clamorosa per i campani: Cargnelutti crossa dalla destra, pallone insidioso che non trova deviazioni e arriva sul secondo palo dove Kyeremateng ha la possibilità di appoggiare in rete ma colpisce con l’esterno del piede destro e mette a lato. Messina che si spegne offensivamente e non riesce più a farsi vedere dalle parti di D’Agostino, solo un fuoco di paglia i minuti che avevano acceso la parte iniziale della ripresa. Ragusa cerca la giocata personale, ma lo spunto è innocuo per la difesa di Galderisi. Terzo cambio per Raciti e messaggio chiaro alla partita: fuori Marino e dentro Hélder Baldé per un Messina con cinque centrali puri. Finale di match con i giallorossi che rinunciano anche a ripartire – quando capita si perdono negli errori di Konate e Ragusa -, con la Gelbison che si gioca il tutto per tutto ma pecca di imprecisione negli ultimi sedici metri. Messina che si difende anche meno bene, ma quanto basta per non rischiare nulla. Schiacciatissima – per proprio volere – la squadra di Raciti che concede campo agli avversari e decide di difendersi con densità in area. Hélder Baldé prende a uomo Infantino provando a spegnere la torre di Galderisi. È un Messina che non sa farsi del bene, perché quando la stanchezza dei campani favorisce la conquista del campo le occasioni non vengono sfruttate: rimessa laterale con pallone che viene spedito in area verso Perez, il centravanti si gira due volte per calciare e la seconda è senza contrasto avversario, ma il suo destro è sparato sopra la traversa. Sfida che sembra andare verso la conclusione, ma le sensazioni di un Messina meno attento diventa realtà quando Gilli lancia lungo trovando Uliano che tocca in anticipo su un Hélder Baldé che sbaglia a rompere la linea difensiva. Pallone che arriva a Tumminello che ha spazio e tempo per prendere la mira e battere Fumagalli con un sinistro potente. Messina che viene punito per il suo atteggiamento estremamente difensivo e che per mantenere la Serie C dovrà vincere sabato 13 maggio al San Filippo.
GELBISON 1
MESSINA 0
MARCATORE Tumminello al 48′ s.t.
GELBISON (4-2-3-1) D’Agostino; Nunziante, Gilli, Granata (dal 28′ s.t. Uliano), Loreto (dal 41′ s.t. Porcino); Cargnelutti, Fornito (dal 41′ s.t. Papa); Kyeremateng, De Sena (dal 17′ s.t. Tumminello), Graziani (dal 17′ s.t. Caccavallo); Infantino. (Anatrella, Vitale, Onda, Correnti, Marong, Sane, Capone, Corda). All. Galderisi
MESSINA (4-4-1-1) Fumagalli; Berto, Trasciani, Ferrara, Ferrini; Kragl, Fiorani (dal 14′ s.t. Konate), Fofana, R. Marino (dal 29′ s.t. Baldé); Balde (dal 14′ s.t. Ragusa); Perez. (Lewandowski, Grillo, Iannone, Zuppel, Curiale, Salvo, Napoletano, G. Marino, Ortisi). All. Raciti
ARBITRO Panettella di Bari
NOTE Spettatori 1500 circa. Ammoniti Cargnelutti, R. Marino, De Sena, Konate, Ragusa, Ferrara e Tumminello. Corner 4-1. Recupero 0′ e 4′.