Il silenzio stampa ci ha risparmiato almeno le considerazioni sul forte vento: i reali motivi di una prova così anonima, probabilmente, sarebbero rimasti sullo sfondo, diluiti in nuovi proclami motivazionali. Irriconoscibile il Messina sconfitto meritatamente da una Fidelis Andria giunta in riva allo Stretto priva di sei pedine fondamentali; lenta, impacciata, afflitta da un nervosismo che non incute timore, la compagine giallorossa non ha mai dato l’impressione di poter ricondurre sui giusti binari un match deciso già dopo pochi giri di lancette. Raffaele Di Napoli (voto 5) in un mese ha studiato più soluzioni alternative che correzioni al modulo base: due pareggi e due sconfitte con il nuovo tecnico in panchina, il margine sulla zona playout ridotto a sei punti. La chiarezza di ogni ruolo e la scientifica analisi di tutti i dettagli divengono oggi necessari per rendere questi mesi spunti di riflessione per l’opportuna programmazione di un futuro diverso da una salvezza in terza serie. Il vento come energia propositiva per allontanare dal San Filippo ogni chiacchiera: decisioni nette e inequivocabili e responsabili precisi unica ricetta possibile, solo così la gara con l’Andria potrà essere ricordata come un semplice incidente di percorso.
Berardi 6: nessuna colpa particolare sul gol che decide l’incontro, si rivela decisivo sulla conclusione ravvicinata di Bollino. In ripresa dopo le settimane di burrasca.
Barilaro 5: timido in fase di contenimento, prova con risultati altalenanti a rendersi utile una volta superata la linea di centrocampo. Sempre impreciso nei traversoni dal fondo.
Burzigotti 4,5: in balia della tempesta per l’intera durata del match. Balbettante nel dialogo con i compagni di reparto, impacciato in marcatura, difettoso negli appoggi.
Martinelli 5: rientro sottotono per il centrale che aveva impressionato tutti gli addetti ai lavori per incisività e costanza di rendimento. In una squadra piegata da un inconsueto torpore, fa il suo con poca convinzione.
De Vito 5: nella prima frazione subisce uno straordinario Paterni senza opporre alcuna resistenza. Qualche progresso nella ripresa, ma è troppo poco per guadagnare la sufficienza.
Giorgione 5: l’errore decisivo sul gol di Piccinni mortifica una gara disputata comunque su buoni livelli. Autore dell’unica vera conclusione verso la porta difesa da Poluzzi.
Giuseppe Russo 4,5: un fantasma. Nessuna collaborazione con i compagni e troppi passaggi errati per un vistoso passo indietro rispetto alla positiva prestazione di Matera. (dal 21′ s.t. Baccolo 5: il suo ingresso non muta di un millimetro l’andamento della gara)
Fornito 5: il forte vento scompagina le sue consuete giocate di prima. Prova a rendersi utile con qualche numero sporadico in progressione.
Gustavo 5,5: vale probabilmente lo stesso discorso fatto per Fornito. A destra nel tridente o dietro le due punte non trova mai l’occasione per mettere in mostra il proprio potenziale. (dal 31′ s.t. Zanini sv)
Tavares 5: sgomita inutilmente nel cuore dell’area per l’intera durata del match. Tante buone idee sprecate per la mancata assistenza dei compagni di reparto.
Barisic 5: ossessionato dai dettami tattici dell’allenatore, sembra sempre costretto ad agire in una posizione che non gli consente neanche di poter immaginare la giocata risolutiva. (dal 10′ s.t. Scardina 5,5: entra in campo col piglio giusto, ma l’assistenza dei compagni è da minimo sindacale)