Messina-Foggia, punto e a capo

Pubblicato il 24 Marzo 2024 in Primo Piano

Peccato. Perché la sconfitta del Messina contro il Foggia rientra tra quelle che creano disappunto. Prestazione di alto livello nella prima frazione, poi il buio col doppio regalo firmato Manetta e Pacciardi. Errori individuali che pesano e allontano i giallorossi dal sogno playoff.

INTENSI MA NON TROPPO – Difficile spiegare questo 0-3. Lo dice anche Giacomo Modica (voto 5,5) nel post gara, perché un passivo così largo non racconta la verità del campo. O meglio, ne racconta solo metà: quella di un secondo tempo che il Messina butta via. Brutto quando si è obbligati a mettere i singoli al centro dell’analisi, ma diventa complicatissimo negare quanto l’impatto negativo di Manetta e Pacciardi abbia inciso sul risultato. Prima, però, c’è un primo tempo che i giallorossi interpretano per come l’avversario richiedeva: con intensità. Ritmo altissimo, pressing forte sul primo possesso e Foggia che ci capisce poco perdendo una gran quantità di palloni. Modica sceglie il quartetto leggero in attacco, tanta tecnica a servizio della squadra e la puntata sembra vincente. Attenzione, però, perché le partite vanno sviscerate con estrema cura. Per questo, allora, diventa possibile aprire una discussione di tipo tattico. Facile col senno di poi, anche se in presentazione eravamo convinti di vedere Plescia in avanti. Sì, perché un centravanti strutturato avrebbe potuto cercare diversamente la profondità e impegnato fisicamente i due centrali. Magari liberando un po’ di spazio sulla trequarti. Vero, il Messina crea tanto ma lo fa, soprattutto, dalla distanza con i tentativi di Franco, Zunno ed Emmausso due volte. Nel cuore dell’area ci arriva solo con un movimento senza palla di Emmausso, l’unico. La linea di Cudini regge, con Zunno che svaria ma viene contenuto. Il quartetto giallorosso finisce per allinearsi e farsi rimbalzare dal muro fisico che il Foggia schiera. Una difesa che si alza leggermente per poi rinculare senza concedere aria pulita. Ragusa viene coinvolto pochissimo, ci si affida a Rosafio che, però, si intestardisce nel suo classico rientro centrale che Salines legge e disinnesca. Due volti, quindi, per un Messina che impegna Perina con continuità ma che pare poter fare di più modificando il suo assetto offensivo. Il vero peccato, però, arriva alle spalle dove Millico sale in cattedra con una giocata di altissimo livello che Gagliano trasforma in rete grazie alla passività di Manetta e Pacciardi. Errore di sistema con Frisenna che accorcia con lentezza sul taglio interno di Millico, il suo esterno a cercare la profondità è delizioso e capito, però, dal solo Gagliano mentre Manetta resta fermo e Pacciardi non segue il taglio. Molto male. Sbavatura, errore. Chiamatelo come vi pare, ma ci può anche stare. La partita, infatti, era di quelle equilibrate sulla carta. Squadra dal potenziale simile. Che non sarà, comunque, mai eccellente. E, per questo, diventa complicato pretendere perfezione da una squadra che, in fin dei conti, vale la metà classifica.

BUTTATA VIA – Il primo tempo, quindi, lascia la sensazione che la partita possa svoltare dalla parte del Messina. Come detto, la fatica nello sfondare la linea difensiva era stata supplita dalla capacità di accompagnare l’azione per colpire dal limite. La rete subita faceva storcere il naso, ma il match era di quelli che sarebbero potuti finire in qualsiasi modo. In quello peggiore per il Messina e la colpa è proprio del Messina. Abbiamo citato due singoli, chiaro che si vinca insieme e si perda insieme, ma quando gli errori sono evidenti non si possono nascondere sotto il tappeto della diplomazia. Giusto che lo faccia Modica, anche se il tecnico – come sempre – un paio di sferzate le piazza. Manetta combina un pasticcio che da un giocatore come lui non puoi aspettarti, con un giallo preso per un’uscita in netto ritardo a centrocampo. Avversario colpito senza possibilità di prendere il pallone, secondo cartellino e rosso che influenza. Ecco, questo il momento in cui Modica avrebbe potuto incidere: pronti tre cambi – Polito, Giunta e Plescia -, ma che non arrivano immediatamente. Quanto basta per una squadra che deve adattarsi con Franco centrale ed Emmausso vicino a Frisenna. Un po’ di confusione si nota, poi Pacciardi fa il resto provando a uscire palla al piede dalla propria area. Fa poca strada con mezzo dribbling e il pallone perso che Tascone scarica in rete. Game, set e match. Il resto, infatti, è solo una reazione emotiva con Giunta che prende per mano la squadra e prova a tenere viva la partita. Buttata via, con 5′ di buio che portano a un rosso e una rete regalata. Primo tempo ottimo che non può bastare e che, comunque, aveva visto il Messina sotto di una rete. Modica ne è consapevole, infatti nella sua analisi regala complimenti misti a sottolineature piccate su errori ed espulsioni. A proposito, sono 12 i cartellino rossi stagionali, 11 dei quali arrivati in casa e in situazioni per lo più simili. Un aspetto su cui la squadra avrebbe dovuto riflettere, “avrebbe dovuto” dato che ormai la stagione è in fase di conclusione. E diventa difficile buttare sempre la croce addosso agli arbitri.

IL DOMANI – Tema, quello arbitrale in generale, che Modica sfiora solamente. Chiede “equità” e parla più di gestione che di casi specifici. Discorso politico che ci sta, anche per dare continuità alle proteste delle settimane scorse. Quando, comunque, i casi erano stati evidenti e difficili da digerire. Le mani di Cargnelutti e Terranova più l’entrata secca su Rosafio col Crotone. Partite che, al netto di tutte le eventualità che il calcio può offrire, qualche punto hanno tolto. Per una classifica che, adesso, dice che il sogno playoff è diventato sfumato. Lontano, forse irraggiungibile. Torna, quindi, la parola salvezza visto che i 41 punti non sono sufficienti anche per l’accelerazione delle squadre della zona playout, in attesa di Turris-Catania. Certo, il discorso può starci ma la distanza sulla quintultima e soprattutto sulla penultima resta tranquillizzante. In più, proprio il Monterosi sarà il prossimo avversario interno. La stagione del Messina non è finita e i punti che mancano dovranno arrivare in fretta. È già tempo, però, di pensare a pianificare il domani. Un discorso che avevamo già accennato qualche settimana fa e che, ora, torna al centro del dibattito. Quanto fatto da Modica, Roma e squadra merita un plauso indipendentemente dal raggiungimento o meno della zona playoff. La posizione finale non muterà il giudizio finale. Per questo, quindi, è arrivato il momento per comprendere se ci sarà l’intenzione di proseguire con questo gruppo di lavoro oppure no. Ricordando, sempre, che gli accordi si fanno in due.

Fumagalli 6
Incolpevole sulle reti foggiane, nel primo tempo tiene la gara aperta con un bel riflesso su Rolando.

Lia 6
Gioca un buon primo tempo nel duello con Millico che, infatti, deve andare a cercare fortuna – che trova – in zona centrale. Appoggia con continuità, ma viene servito in maniera sporca.

Manetta 4
Non legge il lancio di Millico in occasione della prima rete, poi si becca due gialli evitabili. Il secondo è un gravissimo errore che un calciatore come lui non deve commettere.

Pacciardi 4
Perde Gagliano sul primo gol quando non segue il suo taglio alle spalle di Manetta. La rete del raddoppio è un regalo oltre che un suicidio tecnico. Brutto rientro.

Ortisi 6
Tra i migliori per applicazione e capacità di lottare. Non soffre la catena destra del Foggia, accompagna bene l’azione e trova il fondo anche se in area ci sono pochi uomini da servire.

Frisenna 4
La sua prestazione non è di quelle brillanti, per esempio non accorcia con cattiveria quando Millico può creare l’assist del vantaggio con estrema libertà. Poi, peggiora il quando: prima con un’entrata gratuita che gli costa il giallo, dopo con l’inutile applauso all’arbitro che lo fa espellere. Meglio mantenere la lucidità.

Franco 6
Partita generosa anche se con qualche errore di troppo. Si becca un giallo presto per un fallo che si costringe a commettere dopo un brutto pallone perso. Però, è il più vivace a centrocampo e diventa un fattore offensivo sia nel servire i compagni che quando va alla conclusione trovando un super Perina.

Rosafio 5,5
Gli manca un soldo per fare una lira. Prova a incidere con insistenza, ma sbaglia tutte le scelte negli ultimi venti metri. Salines capisce la sua giocata e lo spegne poco a poco.

Emmausso 6,5
Sbaglia, è vero, ma è il migliore in campo. Sbaglia quando con un colpo di testa da ottima posizione non inquadra lo specchio e sempre di testa non arriva all’appuntamento col pallone su azione d’angolo. Quando entra in possesso, però, è sempre il più lucido e innesca compagni a getto continuo. Ci prova dalla distanza e al volo: Perina c’è sempre.

Ragusa 5,5
Meno coinvolto rispetto ad altri, quando potrebbe incidere ha poco ritmo e non riesce. Nella ripresa ha una buona occasione che non riesce a sfruttare.

Zunno 6
Da punta centrale soffre la staticità di una difesa che si chiude col blocco basso e gli toglie possibilità di colpire. Ci prova da fuori, poi svaria per cercare spazio ma Rizzo lo segue ovunque.

Giunta 6
Entra molto bene in partita e prova a mettere un paio di toppe in una mediana meno sul pezzo del solito. Bello il servizio che Plescia non tramuta in gol.

Polito 6
Buon ingresso per lotta e voglia di non concedere gli spazi regalati da Manetta e Pacciardi.

Plescia 5,5
C’è impegno nella porzione di match che gli viene concessa. Ha una bella chance, tenta la giocata volante ma non trova la porta.

Scafetta 5,5
Sempre troppo timido, come il destro che spara a lato più per fretta che per imprecisione.

Salvo s.v.

FOGGIA Perina 7; Silvestro 6, Ercolani 6 (dal 27′ s.t. Papazov 6), Rizzo 6,5, Salines 6,5; Tenkorang 5,5 (dall’11’ s.t. Di Noia 6), Odjer 6 (dal 27′ s.t. Marino 5,5), Tascone 6,5 (dal 21′ s.t. Martini 5,5); Rolando 5,5, Gagliano 6,5 (dal 21′ s.t. Tonin 6), Millico 7,5. All. Cudini 7

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya

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